E' sempre “emergenza” in provincia di Messina: giù le mani dalla Sanità! Perseguendo l'intento di dare continuità alle azioni degli ultimi mesi gli attivisti del Meetup “Grillo dei Nebrodi” chiedono ai Sindaci dei Comuni del territorio provinciale, di attivarsi a tutela dei cittadini e del loro diritto alla salute, richiedendo presso le sedi competenti la rivisitazione della riorganizzazione della rete ospedaliera.
24/07/2017 - L'iniziativa è finalizzata a perorare la lettera del Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani (SNAMI) sezione provinciale di Messina, di cui si condivide il contenuto, presentata a tutti i Sindaci dei Comuni dell provincia di Messina, con la quale i Medici chiedono un incontro con gli amministratori, per definire un percorso comune a tutela dei cittadini.
“Apprendiamo in questi giorni – dichiarano gli attivisti - della volontà di chiudere i Punti Territoriali di Emergenza (PTE), lasciando solo un mega PTE presso l'ex PS di Barcellona Pozzo di Gotto h 24, il PTE di Salina con apertura estiva h24 ed invernale h12 ed il PTE di Santa Teresa Riva h12!Con cadenza scientifica viene riproposta la chiusura dei PTE, sistematicamente c’è chi insiste a propinarci la solita ricetta salva-contabilità attraverso la chiusura dei PTE”.
Ma un risparmio contabile immediato attraverso la chiusura di 14 PTE non giustifica i futuri aumenti dei costi.
Anche il piano prospettato con l’apertura del PTE di Barcellona non è esente da perplessità: perché prima la chiusura di 14 PTE territoriali e solo dopo, in seguito alla chiusura del PS di Barcellona, dovrebbe avvenire l’apertura del relativo PTE? Logica vorrebbe che avvenga il contrario, seguendo una logica organizzativa secondo cui prima si chiude un servizio (il PS di Barcellona che verrebbe annesso a quello di Milazzo) e contestualmente l’apertura del grosso PTE di Barcellona con chiusura dei PTE territoriali.
Ma anche così, dove sta il risparmio? Sono stati calcolati gli aumenti di afflusso nei PS dislocati nei territori? E i relativi costi? E i bisogni di salute che l’utenza periferica andrebbe a perdere? Insomma, questo piano non convince. E poi… chiusura il primo ottobre, alla vigilia delle elezioni regionali?
Ad oggi è fondato il rischio che il destino dei PTE/PPI siciliani subisca a breve una erronea applicazione del DM70. In realtà il loro mantenimento è previsto e raccomandato dall’Agenas (Agenzia Nazionale per i servizi sanitari Regionali), ma la tentazione della politica regionale di operare un mero risparmio di facciata è elevata!
È difficilmente spiegabile la ratio che sottende alla riorganizzazione della rete ospedaliera: oltre al rischio di ingolfare i PS ed il 118, oltre alla certezza di un aumento della spesa sanitaria con ricadute economiche e finanziarie fin dal giorno successivo alla chiusura di un PTE funzionante, oltre al rischio di disagi consequenziali nel soccorso all’utenza, oltre alla deludente ed antieconomica regressione ospedalocentrica subita così dall’assistenza sanitaria, tutto questo viene realizzato demandando, ma attualmente solo sulla carta, la presa in carico delle “urgenze minori e la stabilizzazione dei pazienti ad alta complessità” ad altre figure mediche presenti sul territorio (medici di base e di continuità assistenziale) di cui non risulta alcuna vocazione e/o predisposizione per il management delle urgenze-emergenze.
Riteniamo che il destino dei PTE, quindi, non può che passare attraverso il loro potenziamento, attraverso un adeguato riordino, perchè rappresentano una risorsa la cui perdita costruirebbe una dura sconfitta per tutti.
La petizione per rivedere le disposizioni che prevedono i tagli in provincia di Messina predisposta dai Meetup del “Grillo dei Nebrodi” e di “Capri Leone”, firmata da oltre 1.000 cittadini, è stata inviata al Presidente della Regione Siciliana, all'Assessore alla Salute, al Presidente della VI Commissione ARS, al Presidente dell'ARS e a tutti i deputati regionali, nel frattempo invitiamo tutti i cittadini a farsi portavoce presso le amministrazioni comunali di questa istanza.
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