Ponte sullo Stretto: “LiberiAmo Messina dal Ponte di Matteo Verdini"

“LiberiAmo Messina dal Ponte di Matteo Verdini”. Con questo slogan il leader di Sud chiama Nord Cateno De Luca dà appuntamento giovedì 25 aprile a Messina dalle 17,30 in poi a Torre Faro nei pressi del Pilone, al locale La Pinnazza.   Messina,  23/04/2024 - Presente il sindaco di Messina Federico Basile il cui intervento insieme a quello del leader di Sud chiama Nord, Cateno De Luca, è previsto alle 19:00. “Siamo contrari al ponte di Matteo Verdini che dovrebbe essere realizzato con una rapina del Fondo Sviluppo e Coesione che appartiene alla Sicilia -afferma De Luca-. È impensabile che due miliardi di euro che servono per gli invasi, che servono per le strade, per le scuole, per i depuratori vengano scippati alla Sicilia per il ponte sullo Stretto di Messina. Noi siamo per il corridoio Berlino-Palermo che prevede l'alta velocità da Salerno fino a Villa San Giovanni, la sostituzione della monorotaia dei Borboni in Sicilia, il potenziamento del Porto di Gioia Tauro e di Augusta e c

DIGITALIZZAZIONE IMPRESE 4.0: AL SUD SCOPPIA LA RIVOLUZIONE DIGITALE

Campania, Sicilia e Puglia battono le regioni del Nord per percentuale di crescita. Le persone più qualificate saranno quelle che potranno cogliere le opportunità del 4.0. Questo ci deve portare a un investimento straordinario in formazione e innovazione perché tutti siano in condizione di capitalizzare le opportunità. 

15/12/2017 - Il focus Censis Confcooperative “4.0 la scelta di chi già lavora nel futuro” evidenzia tre temi fondamentali sull’impatto della digitalizzazione che puoi approfondire nelle tre schede allegate e che sinteticamente rissuamiamo in:
1) lavoro e imprese (tutte le imprese, non solo le cooperative). Sono 755.000 gli occupati delle imprese ICT, + 82.000 occupati negli ultimi 6 anni. Sono 62.000 le posizioni oggi ancora non coperte per mancanza di personale formato/specializzato).

2) la digitalizzazione come fattore che “accorcia le distanze”: Campania, Sicilia e Puglia battono le regioni del Nord per percentuale di crescita;

3) i consumi: un esempio su tutti, 6 viaggi su 10 tra quelli prenotati in Italia avvengono attraverso la rete.

«Le persone più qualificate saranno quelle che potranno cogliere le opportunità del 4.0. Questo ci deve portare a un investimento straordinario in formazione e innovazione perché tutti siano in condizione di capitalizzare le opportunità. Siamo per un 4.0 dal volto umano che non lasci indietro nessuno. In Italia, solo l’8,3% dei lavoratori sono impegnati in programmi di formazione permanente, al di sotto della media europea 10,8%. Dobbiamo fare molto di più – dice Maurizio Gardini presidente di Confcooperative – Formare non è una spesa, ma un investimento sul futuro del paese».

IMPRESE 4.0: AL SUD SCOPPIA LA RIVOLUZIONE DIGITALE
Campania, Sicilia e Puglia, è boom di imprese digitali: crescita tripla rispetto al Piemonte. Staccate di 10 punti anche Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna
Roma, 15 dicembre 2017 -
Se rivoluzione deve essere che rivoluzione sia. Non solo nei numeri ma anche nella geografia della dinamicità imprenditoriale. Tra le certezze che il digitale ci obbliga a rivedere c’è anche quella, consolidata, che vede nel Mezzogiorno i vagoni di un treno appesantito che viene trainato dalla locomotiva delle regioni del Nord. Mappe del passato destinate a vita breve.
Campania, Sicilia e Puglia sono tra le prime quattro regioni italiane dove negli ultimi 6 anni c’è stata la maggiore crescita di imprese digitali. In Campania le imprese digitali sono cresciute del triplo rispetto al Piemonte. Staccate del 10% Veneto, Toscana, Emilia Romagna e Lombardia. Lo dice il focus Censis/Confcooperative “4.0 la scelta di chi già lavora nel futuro” presentato a Roma.
Cosa fanno le imprese digitali? Sono quelle dedite alla produzione di software, consulenza informatica; elaborazione dati, hosting, portali web; edizione di software; erogazione di servizi di accesso a Internet e altre attività connesse alle telecomunicazioni e il commercio al dettaglio attraverso la Rete.
«Le persone più qualificate saranno quelle che potranno cogliere le opportunità del 4.0. Questo ci deve portare a un investimento straordinario in formazione e innovazione perché tutti siano in condizione di capitalizzare le opportunità. Siamo per un 4.0 dal volto umano che non lasci indietro nessuno. In Italia, solo l’8,3% dei lavoratori è impegnato in programmi di formazione permanente, al di sotto della media europea 10,8%. Dobbiamo fare molto di più – dice Maurizio Gardini presidente di Confcooperative – formare non è una spesa, ma un investimento sul futuro del paese».
Tra il 2011 e il 2017 la crescita maggiore di imprese digitali si è avuta in Campania con un incremento del 26,3%, in Sicilia con il 25,3%, nel Lazio con il 25,1% e in Puglia, 24,2%. Dati che confermano come i processi di sviluppo basati sul digitale trovano terreno fertile anche in aree spesso ai margini della dinamica economica e produttiva intesa in senso tradizionale.





Tab. 1 – Le regioni a più alta crescita di imprese attive digitali, III trimestre 2011 - III trimestre 2017 (v.a., val.% e var.%)
Regione v.a.
III trim 2017 % sul totale imprese attive digitali % sul totale imprese
III trim 2017 Var.%
III trimestre
2011-2017

Campania 9.501 8,5 2,0 26,3
Sicilia 6.780 6,1 1,8 25,3
Lazio 14.292 12,8 2,9 25,1
Puglia 5.040 4,5 1,5 24,2
Abruzzo 2.488 2,2 2,0 23,2
Trentino-Alto Adige 2.014 1,8 2,0 23,0
Marche 2.783 2,5 1,8 22,2
Basilicata 752 0,7 1,4 17,5
Calabria 2.508 2,2 1,6 17,2
Lombardia 23.581 21,1 2,9 16,7
Emilia Romagna 8.226 7,4 2,0 15,9
Toscana 7.200 6,5 2,0 14,2
Veneto 9.203 8,3 2,1 14,1
Molise 407 0,4 1,3 12,7
Umbria 1.499 1,3 1,9 11,8
Piemonte 7.969 7,1 2,0 9,1
Friuli-Venezia Giulia 2.121 1,9 2,3 6,9
Sardegna 2.507 2,2 1,8 2,6
Liguria 2.443 2,2 1,8 2,3
Valle d'Aosta 197 0,2 1,8 -6,6
Totale 111.511 100,0 2,2 17,6
Fonte: elaborazione Censis su dati Telemaco-Infocamere

Spostando il confronto dalle regioni alle macro aree il risultato non cambia: il Mezzogiorno è quella con il più alto tasso di crescita di imprese digitali, +21,9%; seguito dal Centro con un incremento del 20,7%, mentre al Nord si osserva un’estensione della base produttiva del 14%.
A riprova del fatto che il digitale ha profondamente cambiato la rilevanza dei vantaggi competitivi dei territori e la configurazione dei fattori di crescita, abbattendo confini e rendite consolidate, può essere presa in esame la posizione in graduatoria di regioni come il Piemonte, che dispone di infrastrutture materiali e immateriali orientate all’innovazione (poli universitari, grandi aziende e centri di ricerca), ma incrementa lo stock di imprese digitale del 9,1%, dato questo inferiore non solo rispetto alla media nazionale (+17,6%), ma anche rispetto a regioni come l’Umbria o il Molise (rispettivamente l’11,8% e il 12,7%).
Passando dai flussi allo stock torniamo a una visione più consueta della geografia imprenditoriale italiana. Sono settentrionali più della metà delle imprese digitali, il primato spetta alla Lombardia dove risiede 1 impresa digitale su 4, seguita dal Lazio che precede la Campania, che anche in termini assoluti conquista un posto di tutto rilievo nella graduatoria nazionale.

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