Disabilità, l’INPS diviene titolare unico del processo di accertamento

Riforma della disabilità: l’Istituto avvia la seconda fase della sperimentazione dal 30  settembre. Estensione delle nuove modalità di accertamento della disabilità in ulteriori  province, nonché nella Regione autonoma Valle d’Aosta e nella Provincia autonoma di Trento  Roma, 12 settembre 2025 - L’INPS annuncia che, a partire dal 30 settembre 2025, è prevista la seconda fase della sperimentazione della Riforma della Disabilità, prevista dal decreto legislativo n.62/2024, con l’attivazione del nuovo sistema di accertamento della condizione disabilità in ulteriori territori. Dopo il positivo avvio, il 1° gennaio 2025, della prima fase sperimentale, la nuova fase interesserà altre undici province: Alessandria, Genova, Isernia, Lecce, Macerata, Matera, Palermo, Teramo e Vicenza, nonché la Regione autonoma Valle d’Aosta e la Provincia autonoma di Trento. Una delle principali novità introdotte riguarda la nuova modalità di avvio del procedimento di accertamento della disabilità...

CORONAVIRUS, LETTERA AL MINISTRO SPERANZA: PROTEGGERE IL PERSONALE SANITARIO

Coronavirus, Fsi-Usae scrive al Ministro Speranza: proteggere adeguatamente il personale sanitario e ripensare il paradigma del patto della salute.

Roma, 22 febbraio 2020 - Adamo Bonazzi, Segretario Generale della Fsi-Usae prende carta e penna, scrive al Ministro della Salute e critica il piano del Governo per fronteggiare l’emergenza coronavirus: “Attrezzare i pronti soccorsi e proteggere adeguatamente il personale sanitario è la base per garantire la ‘prima linea’ contro il ‘fuoco’ nemico delle infezioni da coronavirus. La diffusione alla popolazione di un decalogo per la prevenzione contro la diffusione del virus anche se misura utile e necessaria non è la risposta che un governo deve offrire al paese di fronte ad una emergenza di questo tipo - sostiene Bonazzi che si preoccupa del personale: “In questo preciso momento gli operatori sanitari di pronto soccorso di tutte le città, piccole o grandi, di questa nostra Italia, tremano al solo pensiero che possa presentarsi al loro cospetto un paziente (asintomatico) affetto da coronavirus e di dover precipitare in quella spirale fatta di un misto di paura e di speranza che è la quarantena. Impotenti di fronte al fatto che oggi mancano le strutture per gli infettivi (nella maggioranza degli ospedali sono state dismesse o ridotte all’osso) e mancano le attrezzature e i capi di abbigliamento monouso idonei al contatto degli operatori con tali pazienti: risultato decine di contagiati”.

Secondo Fsi-Usae la vicenda di Codogno e l'epidemia da coronavirus dimostrano senza ombra di dubbio la necessità di una rete di ospedali per gli acuti affossando il paradigma su cui è stato costruito il precedente patto della salute. Chiudere i pronti soccorso come avvenuto a Codogno non è una risposta. La rete territoriale dei medici di famiglia non copre tutte le necessità sanitarie e non è preparata a far fronte ad emergenze di questa portata. E il solo Istituto Nazionale Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” per quanto di eccellenza da solo non basta.

La FSI-USAE ha quindi chiesto al Ministro: “di tutelare la salute pubblica iniziando dal personale sanitario di primo contatto; di estendere immediatamente i protocolli che già esistono alle strutture di pronto soccorso di tutti gli ospedali italiani e di dare disposizione alle Direzioni Generali e Sanitarie delle Aziende di dotarsi delle idonee attrezzature e dei capi monouso necessari nonché di fare la necessaria informazione e formazione al personale interessato”.

Commenti