Fondi Ue: ecco come in Italia si bruciano i soldi del Pnrr, nelle mani della criminalità organizzata

Le mani della criminalità organizzata sui Fondi Ue: ecco come in Italia si bruciano i soldi del Pnrr.  La metà delle indagini relative alle frodi sui fondi Ue riguardano l'Italia (6 su 12 miliardi complessivi di danno stimato). E sulla maggior parte di queste c'è l'ombra della criminalità organizzata, attratta dal richiamo del flusso consistente di denaro. 4 mag 2024 - È quanto emerso il 29 e il 30 aprile a Bruxelles, nel corso dei due giorni di studio, approfondimento e confronto giuridico dedicati alla Procura europea, alle sue competenze e ai riflessi più significativi della sua azione giudiziaria. Un appuntamento che si è concluso con l'affermazione di un dato che non può lasciare indifferenti anche coloro che non sono professionisti del settore legale: l'Italia è al centro delle indagini Eppo.   Pur essendo stato pubblicato pochi giorni fa il Report 2023 - 2023 in numbers | European Public Prosecutor’s Office (europa.eu) - l'analisi dell'andamento delle

Statuto siciliano: con l'applicazione la Regione potrà avere 5 miliardi di euro

Foti (M5S): “Non più rimandabile l'applicazione dello Statuto siciliano, la Regione potrà avere così 5 miliardi di euro ogni anno”. “Negli articoli 36, 37 e 38 e nelle accise dei prodotti petroliferi che ci sono dovute, gli spazi per la finanziaria regionale”, dice la deputata regionale che ha presentato due mozioni all’Ars. “Lo schema di attuazione è già predisposto, Conte e Musumeci pianifichino questa attività con tempi certi. Altrimenti l’emergenza di oggi pregiudicherà le future generazioni”.

PALERMO (8 aprile 2020) - “Non aver applicato in Sicilia il nostro Statuto speciale è causa, tutt’oggi, di insormontabili difficoltà economiche e mancate occasioni di sviluppo per la nostra terra. Il riconoscimento delle accise dei prodotti petroliferi e la piena attuazione degli articoli 36, 37 e 38 assicurerebbe la permanenza nelle casse della Regione di somme fino a 5 miliardi di euro l’anno”.
A sostenerlo è la deputata regionale del Movimento 5 Stelle e vice presidente dell’Ars, Angela Foti, secondo la quale “è questo il momento di riprendere e portare avanti lo schema di norme di attuazione dello Statuto predisposto dagli uffici regionali (delibera di Giunta 197/2018), perché non c’è dubbio che questo stato di emergenza pandemico comporterà inevitabilmente un maggiore deficit finanziario per la Regione e prolungherà il disavanzo nel tempo, pregiudicando in maniera definitiva ed irrimediabile le future generazioni”. Sulle questioni economico-finanziarie, la deputata ha presentato due mozioni all’Ars.

“Anche la Corte dei Conti - ricorda Foti - nell’ultimo giudizio di parifica ha evidenziato che la completa attuazione dello Statuto siciliano è un tema ancora aperto e, ad esempio, in riferimento alla questione Irpef, ha espresso la sua disapprovazione rispetto ai decimi individuati per il calcolo dell’imposta spettante alla Regione, in quanto non sufficienti ad assicurare – come previsto nello Statuto siciliano – un livello di entrate idoneo a sostenere l’espletamento di tutte le funzioni esercitate in virtù dell’autonomia speciale. Ma questo è solo uno dei punti irrisolti, si potrebbe anche fare riferimento al fatto che le entrate pro-capite della Regione Siciliana sono nettamente più basse rispetto alle Regioni a Statuto speciale, ovvero al pari delle Regioni a Statuto ordinario, nonostante le maggiori funzioni trasferite. Garantire dei livelli minimi di prestazione - osserva la deputata - oggi più che mai appare impossibile”.

“Oltre alla legittima richiesta di sospensione della rata dei mutui con Cdp, come avvenuto per le regioni a Statuto ordinario, che pare essere prevista nel decreto Crecita - prosegue Foti - e alla questione della titolarità dei fondi strutturali europei, che per nessuna ragione potrebbero essere sottratti alla nostra Regione, la vera e fondamentale partita per la sopravvivenza della Sicilia è quella che si gioca a Roma negli accordi da stipulare con lo Stato per l’attuazione dello Statuto regionale, poiché assicurerebbe la permanenza nelle nostre casse di somme fino a 5 miliardi di euro l’anno. Il premier Conte e il presidente Musumeci pianifichino un’attività con tempi contingentati che diano al parlamento la possibilità di approvare bilancio e finanziaria per poter salvare la Sicilia da una situazione che oggi appare veramente critica”, conclude la deputata M5S.

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