Indagine “Ivan” dei Carabinieri del ROS: da Messina al Donbass (Ucraina orientale) per
combattere come “mercenario”.
Messina, 6 maggio 2021 - I carabinieri del ROS, con il supporto dei Comandi Provinciali territorialmente competenti, all’alba
di oggi hanno avviato le procedure per l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in
carcere emessa dal GIP del Tribunale di Messina a carico di G.R., messinese di 28 anni, gravemente
indiziato della violazione dell’art.3 l.n.210/1995 che ha ratificato la Convenzione internazionale di
New York del 4 dicembre 1989 sul contrasto al fenomeno dei “mercenari”. Le ricerche si sono
svolte a Messina e Lodi, ultimi domicili del nucleo familiare del ricercato, e contestualmente sono
state attivati i canali di cooperazione internazionale per l’esecuzione del provvedimento all’estero,
ove il destinatario si sarebbe trasferito dal 2016 per svolgere quella che la Convenzione di Ginevra
del 12 agosto 1949 definisce attività di ”combattente illegittimo”.
Il giovane, dopo essere stato reclutato in Italia, combatteva – in cambio di un corrispettivo
economico – al fianco delle milizie filo-russe nel conflitto armato che, a partire dal 2014, si è
sviluppato nel Donbass (Ucraina orientale), tra l'esercito ucraino e truppe filorusse, senza essere
cittadino di quello Stato, né stabilmente residente. Gli viene, pertanto, contestata anche
l’aggravante della transnazionalità, poiché le condotte si inquadrano in un gruppo organizzato,
impegnato in attività criminali in più di uno Stato.
I militari dell’Arma hanno eseguito anche perquisizioni finalizzate alla ricerca di materiale
probatorio che potrebbe definire il ruolo di eventuali facilitatori che avrebbero agevolato e
sostenuto, anche finanziariamente, le attività dei mercenari nel Donbass.
Le indagini, avviate nel 2019 e coordinate dalla D.D.A. di Messina, diretta dal Procuratore, dr.
Maurizio de Lucia, si sono avvalse anche dell’analisi dei flussi finanziari internazionali e dei dati
forniti da Facebook sulla base di una commissione rogatoria con gli Stati Uniti avviata dalla Procura
peloritana. È stato, in tal modo, possibile documentare che G.R. operava come combattente
mercenario nella regione del Donbass, ove si era stabilito dal 2016, condividendo mediante i social
network le proprie attività militari con congiunti e amici, alcuni dei quali gli chiedevano consigli e
indicazioni per intraprendere la medesima attività.
Ha trovato, inoltre, conferma l’esistenza e l’operatività di una struttura organizzata attiva nell'area
Italia - Ucraina e dedita al reclutamento e al finanziamento di mercenari destinati ad integrare le
fila delle milizie separatiste filorusse nella regione del Donbass, già emersa da un’analoga attività
condotta dal R.O.S. nel 2018.
Il circuito coinvolge soggetti provenienti da diverse regioni d’Italia che hanno intrapreso l’attività
di “combattenti”, schierati a fianco delle milizie filorusse e contro l’esercito regolare ucraino nei
territori contesi delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk e, in tale contesto,
particolarmente allarmanti sono risultati i rapporti dell’indagato messinese con altri mercenari e,
in particolare, con PALMERI Andrea, livornese, detto “il generalissimo”, già destinatario di un
mandato di arresto europeo in quanto ritenuto responsabile di arruolamento/reclutamento di
mercenari a scopo terroristico/eversivo ed associazione per delinquere.
Il fenomeno dei mercenari nella regione del Donbass è stato ripreso anche da alcune trasmissioni
televisive nazionali e si inserisce nella complessa vicenda diplomatica e geopolitica che
recentemente ha fatto registrare una presa di posizione del Parlamento Europeo.
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