Centro di cardiochirurgia pediatrica di Taormina: chiarezza e mantenimento del presidio

La Cisl Messina vicina alla protesta dei genitori del CCPM,  Centro di cardiochirurgia pediatrica dell'ospedale San Vincenzo di Taormina . Alibrandi: “Mercoledì in Commissione Sanità chiederemo chiarezza e il mantenimento del presidio”. Messina, 15 giugno 2025 - Vicinanza della Cisl Messina ai familiari dei piccoli pazienti del CCPM di Taormina che hanno avviato la mobilitazione in vista della scadenza della proroga. “Da diverso tempo stiamo lavorando per chiedere una deroga per il Centro di Taormina - afferma il segretario generale Antonino Alibrandi - sappiamo che non è facile ma abbiamo fiducia, per questo abbiamo chiesto ed ottenuto per mercoledì prossimo la convocazione da parte della Commissione Sanità dell’Ars. Chiederemo chiarezza e, con forza, il mantenimento del reparto all’ospedale San Vincenzo di Taormina, fondamentale per la continuità e la cura dei pazienti che trovano professionalità nei medici e nel personale sanitario ma anche sostegno in un percorso part...

Anziani. Alla ricerca dei più bisognosi

L'Istat illustra la distribuzione dei 6,9 milioni di over 75 attraverso le 5 classi che rappresentano un intero spettro di condizioni combinate fra loro: dall’assenza di problemi motori, di capacità funzionali e di comorbilità, fino alla massima espressione della compromissione grave di autonomia, con incremento del bisogno passando dal primo al quinto gruppo. 

 07/06/2021 - È stato definito gruppo target la sottopopolazione che raggruppa le categorie 4 e 5, per un totale di oltre 2,7 milioni di anziani, caratterizzati da problemi motori, presenza di comorbilità e severe o moderate compromissioni dell’autonomia nello svolgimento delle attività quotidiane di cura e strumentali. È interessante osservare che si tratta di una popolazione che esprime una forte domanda sanitaria: l’80% soffre di almeno 3 patologie croniche, ancora un 80% ha gravi limitazioni motorie e almeno un terzo presenta severe compromissioni delle attività di cura personale e/o strumentali della vita quotidiana. A partire da questo gruppo target di 2,7 milioni di over 75, è stata selezionata una sottopopolazione caratterizzata da assenza o insufficienza di aiuto, secondo quanto già descritto (presenza di aiuti da familiari, o da privati a titolo gratuito o a pagamento, o anche tramite qualsiasi tipo di assistenza domiciliare). Si è provveduto, inoltre, a qualificare questa fascia anche in base alla tipologia di conviventi e del reddito. 

L’intero collettivo di anziani di 75 anni e oltre, che non ricevono aiuto oppure che hanno un aiuto ritenuto insufficiente ma che dichiarano di averne bisogno, è stato stratificato nella Figura 3 secondo i quinti di reddito e la tipologia familiare. Complessivamente, circa 1,3 milioni di over 75, su un totale di circa 6,9 milioni, pari al 18,8%, dichiarano di non ricevere aiuto adeguato in relazione ai bisogni della vita quotidiana e alle necessità di tutti i giorni. Più acutamente grave appare il bisogno di coloro che sono completamente soli, ben 638.913 individui, o che vivono con conviventi anziani (372.735), per un totale complessivo di oltre un milione di persone (14,7%), che vivono in abitazione da soli o molto spesso con un coniuge comunque anziano e percepiscono la mancanza di un adeguato supporto. Un ulteriore focus rivela la presenza di quasi 100mila (92.620) over 75 soli e collocati nella fascia di reddito più bassa (che al massimo raggiunge i 650 euro mensili) che divengono quasi 260mila individui quando si considerano anche quelli appartenenti al secondo quinto. 

Appare evidente che, per i circa 100mila anziani soli, poveri di risorse economiche e senza aiuto, occorra un intervento immediato sul piano dell’assistenza sociale, fatto salvo un ulteriore intervento sul versante sanitario. Si tratta di elementi preziosi per dimensionare e modulare gli interventi di assistenza domiciliare sociale, sanitaria o integrata, come sintetizzato nelle Figure successive. La Figura 4 analizza gli anziani “soli”, ovvero senza conviventi, senza aiuto o con aiuti insufficienti, considerando anche il livello di compromissione dell’autonomia, assente, moderata o severa (Cfr. Figura 1), riportata dagli intervistati.

Commenti