La mobilità degli italiani, le intenzioni per il prossimo autunno. Il maggiore utilizzo del lavoro e dello studio a distanza lasciano intravedere una diminuzione degli spostamenti di studenti e occupati. Aumenta il ricorso al mezzo privato per gli spostamenti di studio o lavoro, ma solo di quello a motore mentre non decolla la mobilità cosiddetta ‘dolce’. Si riduce significativamente il trasporto pubblico.11/08/2021 - L’Istat diffonde oggi le stime relative a un’indagine sugli spostamenti degli italiani per motivi di studio e lavoro
prima dell’emergenza sanitaria e sulle loro previsioni per il prossimo autunno. I quesiti di indagine sono stati
somministrati nel mese di luglio appena trascorso, con una sezione aggiuntiva del questionario utilizzato
correntemente per l’indagine mensile sulla fiducia dei consumatori.
L’indagine è stata progettata con l’obiettivo di indagare gli spostamenti abituali per studio o lavoro di occupati e
studenti e quelli effettuati per motivi vari della rimanente parte della popolazione.
Ai due gruppi sono state
somministrate domande differenti per cogliere le rispettive specificità.
Sono state escluse, quindi, tipologie particolari quali i trasferimenti per viaggi o vacanze. Il questionario è stato
somministrato esclusivamente alla popolazione maggiorenne. Pertanto gli spostamenti per motivi di studio sono
riferiti al solo sottoinsieme di studenti che hanno almeno 18 anni di età (perlopiù universitari o della quinta
classe delle scuole superiori).
Aumenta l’uso dell’automobile, in calo il trasporto pubblico
Anche sulla modalità di trasporto si prefigurano importanti cambiamenti, con una caduta nell’utilizzo del mezzo
pubblico, previsto solo nel 22,6% dei casi (la percentuale per gli stessi intervistati era del 27,3% prima della
pandemia), e un parallelo incremento nell’uso dell’automobile privata, che dal 44,1% arriverà a coprire quasi la
metà degli spostamenti nel prossimo autunno. In aumento anche l’uso dell’auto utilizzata in qualità di
passeggero. Un lieve calo caratterizza, invece, le forme di mobilità cosiddetta dolce (bicicletta e monopattino
anche elettrici, spostamenti a piedi).
Meno spostamenti per studio e lavoro dopo la pandemia
Prima della pandemia oltre l’80% degli intervistati attualmente occupati o studenti maggiorenni si spostava, per
studio e lavoro, almeno cinque volte a settimana. Una quota molto inferiore (13%) si muoveva da 1
a 4 giorni a settimana mentre era sostanzialmente trascurabile la frazione di intervistati che all’epoca
effettuava meno di uno spostamento a settimana o nessuno spostamento.
I risultati dell’indagine prefigurano un cambiamento importante nella frequenza degli spostamenti per i prossimi
mesi di settembre-ottobre rispetto a quanto avveniva prima della pandemia. Diminuisce la quota di intervistati
che prevede di raggiungere il luogo di studio o lavoro almeno 5 volte a settimana (68,1%); cresce invece,
arrivando al 10,3%, la quota di rispondenti che reputano di non effettuare affatto spostamenti in autunno.
Infine, circa il 2% degli intervistati, una piccola quota ma notevolmente più elevata rispetto a gennaio 2020, si
aspetta di recarsi sul luogo di studio o lavoro meno di una volta a settimana.
La previsione di una generale diminuzione dei trasferimenti sembra caratterizzare in misura maggiore gli
studenti rispetto agli occupati.
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