Centro di cardiochirurgia pediatrica di Taormina: chiarezza e mantenimento del presidio

La Cisl Messina vicina alla protesta dei genitori del CCPM,  Centro di cardiochirurgia pediatrica dell'ospedale San Vincenzo di Taormina . Alibrandi: “Mercoledì in Commissione Sanità chiederemo chiarezza e il mantenimento del presidio”. Messina, 15 giugno 2025 - Vicinanza della Cisl Messina ai familiari dei piccoli pazienti del CCPM di Taormina che hanno avviato la mobilitazione in vista della scadenza della proroga. “Da diverso tempo stiamo lavorando per chiedere una deroga per il Centro di Taormina - afferma il segretario generale Antonino Alibrandi - sappiamo che non è facile ma abbiamo fiducia, per questo abbiamo chiesto ed ottenuto per mercoledì prossimo la convocazione da parte della Commissione Sanità dell’Ars. Chiederemo chiarezza e, con forza, il mantenimento del reparto all’ospedale San Vincenzo di Taormina, fondamentale per la continuità e la cura dei pazienti che trovano professionalità nei medici e nel personale sanitario ma anche sostegno in un percorso part...

Dissesto idrogeologico: meno sensibili al problema i giovani di 14-24 anni

Istat. Tra i giovani scarsa preoccupazione per il dissesto idrogeologico Tra i cinque problemi ambientali che preoccupano le persone di 14 anni e più rientra l’inquinamento delle acque: interessa quattro persone su 10 nel 2021, con il massimo nel Centro (42,0%) e il minimo nel Mezzogiorno (38,4%). L’età sembra incidere sulla percezione del problema: le fasce più anziane (75 anni e più) manifestano minore sensibilità rispetto al resto della popolazione intervistata, con una incidenza del 33,4%.
 

21/03/2022 - Per il dissesto idrogeologico (frane e alluvioni) si dichiara preoccupato il 22,4% delle persone di 14 anni e più; meno sensibili al problema i giovani di 14-24 anni (15,9%) rispetto agli adulti di almeno 55 anni (26,3%). Il 65,9% delle persone di almeno 14 anni dichiara di prestare attenzione allo spreco dell’acqua, a conferma della crescente consapevolezza di una corretta gestione delle risorse naturali. Permangono però differenze regionali significative, con quote che assumono il valore minimo in Sicilia (60,4%) e massimo in Sardegna (71,6%). 

La preoccupazione per i cambiamenti climatici scende ai livelli del 2018. 

Gli effetti dei cambiamenti climatici e/o dell’effetto serra preoccupano, nel 2021, il 66,5% delle persone di 14 anni e più. Tuttavia, se fino all’anno pre-pandemico la quota di persone preoccupate era in costante crescita (era il 71,0% nel 2019), nel biennio 2020-2021 si registra una generale inversione di tendenza. Questo decremento, più significativo nel Nord-est (dal 73,6% al 68,2%) e nelle Isole (dal 72,8% al 64,1%), porta nel 2021 il livello di preoccupazione verso i cambiamenti climatici e l’effetto serra al valore registrato nel 2018 (66,6%), cui ha fatto seguito un aumento di attenzione nel 2019-2020, in concomitanza con i movimenti di protesta a livello globale. È ragionevole ipotizzare che negli ultimi anni le preoccupazioni per la pandemia e per la crisi economica siano state preponderanti. 

Italia al quinto posto tra i Paesi Ue27 per apporti meteorici 

In media le precipitazioni annuali registrate in Italia nel periodo 1991-2020 (valore climatico) sono state di 943 mm, pari a un afflusso annuale medio di acqua piovana di circa 285 miliardi di metri cubi. Circa il 53% dell’acqua piovana (498 mm) è però ritornato in atmosfera per evaporazione, dal terreno e dai corpi idrici, e per traspirazione attraverso gli apparati fogliari delle piante (evapotraspirazione reale). La restante parte di acqua (47%) è rimasta sul terreno, una parte infiltrandosi nel sottosuolo (21%) e l’altra scorrendo in superficie (26%), andando pertanto ad alimentare gli acquiferi, i fiumi e i laghi naturali e artificiali del Paese. Nell’ambito della collaborazione scientifica tra Istat e ISPRA per la determinazione del bilancio idrologico e idrico nazionale, la stima di tali indicatori è stata effettuata mediante il modello “BIGBANG” nella versione 5.0 (aggiornamento al 2020) di ISPRA. 

I valori esaminati rappresentano delle medie nazionali che possono differire notevolmente da ciò che viene misurato a livello locale, a causa della forte eterogeneità climatica e orografica del territorio italiano. Utilizzando i dati del Climate Data Store del “Copernicus climate change service’’ è stato possibile realizzare un confronto tra le precipitazioni medie annue (in millimetri) calcolate per tutti i Paesi dell’Unione europea, compresa l’Italia. L’analisi pone il nostro Paese tra le nazioni con un maggiore apporto pluviometrico, dopo Slovenia, Austria, Croazia e Irlanda. Considerando la media dei periodi 1981-2010 e 1991-2020 l’Italia risulta sempre al quinto posto. In particolare, nelle distribuzioni dei due periodi l’Italia è sempre oltre il 3° quartile e con valori superiori a tutti i Paesi del Nord Europa. Le precipitazioni medie annue più basse e con meno di 750 mm si registrano a Cipro, in Spagna, Ungheria, Finlandia e Polonia. Le mediane delle due distribuzioni sono di 795 mm per il trentennio 1981-2010 e di 801 mm per il 1991-2020.


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