Castelvetrano sia ricordata per il filosofo Giovanni Gentile non per Matteo Messina Denaro

Conte a Castelvetrano: "La città sia ricordata per il filosofo Gentile non per Matteo Messina Denaro. Alfano ha fatto tanto nonostante il dissesto”. 31/05/2024 - “La città deve essere ricordata per le cose belle non per quelle brutte, deve essere riconosciuta per il filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, e non per Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte oggi a Castelvetrano, una delle sue otto tappe siciliane, al fianco di Giuseppe Antoci, capolista Isole alle europee per il M5S, e degli altri candidati Cinque alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Di Enzo Alfano, il sindaco 5 Stelle di Castelvetrano uscente, Conte ha evidenziato: “Sono stai anni difficili per lui. Quando c'è un dissesto finanziario un sindaco ha le mani legate e bisogna tenerne conto, altrimenti non si riesce a capire i miracoli i che ha fatto avendo le mani legate. Qui c'è stata un'amministrazione che ha contrastato il malaffare, qualsia

Istruzione e occupazione: l’appartenenza familiare influenza l’abbandono scolastico e il futuro

Istat: livelli di istruzione e ritorni occupazionali. L’appartenenza familiare influenza anche l’abbandono scolastico Così come il raggiungimento di un titolo terziario, anche la dispersione scolastica è fortemente condizionata dalle caratteristiche socio-economiche della famiglia di origine. Se il livello di istruzione è basso, si riscontrano incidenze di abbandoni precoci molto elevate. 

25/10/2022 - L’abbandono degli studi prima del diploma riguarda il 25,8% dei giovani con genitori aventi al massimo la licenza media, scende al 6,2% se i genitori hanno un titolo secondario superiore e al 2,7% se almeno un genitore è laureato. Ancora alta la quota di giovani che abbandonano gli studi Una delle priorità dell'Unione europea nel campo dell'istruzione e della formazione è la riduzione dell'abbandono scolastico, che ha gravi ripercussioni sulla vita dei giovani e sulla società in generale. Il fenomeno è monitorato a livello europeo attraverso la quota di 18-24enni che, in possesso al massimo di un titolo secondario inferiore, sono fuori dal sistema di istruzione e formazione (Early Leavers from Education and Training, ELET). 

Questo indicatore è stato uno dei benchmark della Strategia Europa 2020 che ne fissava il valore target europeo al 10%, abbassato al 9% per il 2030 nel nuovo Quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell'istruzione e della formazione. In Italia, nel 2021 la quota di 18-24enni con al più un titolo secondario inferiore e non più inseriti in un percorso di istruzione o formazione è stimata al 12,7% (517mila giovani). Nonostante l’Italia abbia registrato notevoli progressi sul fronte degli abbandoni scolastici, la quota di ELET resta tra le più alte dell’Ue (9,7%), inferiore solo a Spagna (13,3%) e Romania (15,3%); scende al 7,8% in Francia e all’11,8% in Germania. 

Abbandonano la scuola più i ragazzi (14,8%) delle ragazze (10,5%) (Figura 6). I divari territoriali restano ampi: nel 2021, l’abbandono degli studi prima del completamento del sistema secondario superiore o della formazione professionale riguarda il 16,6% dei 18-24enni nel Mezzogiorno, il 10,7% al Nord e il 9,8% nel Centro. Tra i giovani con cittadinanza non italiana, il tasso di abbandono precoce degli studi è oltre tre volte quello degli italiani: 32,5% contro 10,9%. 

L’incidenza di abbandoni precoci tra gli stranieri nati all’estero varia molto a seconda dell’età di arrivo in Italia. Per chi è entrato in Italia quando aveva tra i 16 e i 24 anni la quota raggiunge il 55,9%, tra i 10 e i 15 anni il 37,0%, tra quelli arrivati entro i nove anni di età la quota, pur restando elevata, scende al 21,8%.

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