Castelvetrano sia ricordata per il filosofo Giovanni Gentile non per Matteo Messina Denaro

Conte a Castelvetrano: "La città sia ricordata per il filosofo Gentile non per Matteo Messina Denaro. Alfano ha fatto tanto nonostante il dissesto”. 31/05/2024 - “La città deve essere ricordata per le cose belle non per quelle brutte, deve essere riconosciuta per il filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, e non per Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte oggi a Castelvetrano, una delle sue otto tappe siciliane, al fianco di Giuseppe Antoci, capolista Isole alle europee per il M5S, e degli altri candidati Cinque alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Di Enzo Alfano, il sindaco 5 Stelle di Castelvetrano uscente, Conte ha evidenziato: “Sono stai anni difficili per lui. Quando c'è un dissesto finanziario un sindaco ha le mani legate e bisogna tenerne conto, altrimenti non si riesce a capire i miracoli i che ha fatto avendo le mani legate. Qui c'è stata un'amministrazione che ha contrastato il malaffare, qualsia

Don Milani: con Giorgio La Pira, due 'folli di Dio' che capiremo tra 50 anni


«Caro Michele, caro Francuccio, cari ragazzi, non è vero che non ho debiti verso di voi. L'ho scritto per dar forza al discorso! Ho voluto più bene a voi che a Dio, ma ho speranza che lui non stia attento a queste sottigliezze e abbia scritto tutto al suo conto. Un abbraccio, vostro Lorenzo». 

27/05/2023  Così scriveva don Lorenzo Milani, il prete di Barbiana, nel suo testamento del 1° marzo 1966. «Devo tutto quello che so ai giovani operai e contadini cui ho fatto scuola. Io ho insegnato loro soltanto a esprimersi, mentre loro mi hanno insegnato a vivere». Don Lorenzo Milani, come Giulio Facibeni, Ernesto Balducci e Divo Barsotti, “prete scomodo” e similmente a Giorgio La Pira, siciliano di Pozzallo (9 gennaio 1904), propugnatore del cristianesimo sociale. La Pira, giurista e docente di diritto romano, legislatore all'Assemblea Costituente, tra i principali artefici della Carta Costituzionale, eletto sindaco di Firenze nel 1951 e poi dal 1961 al 1965. Giorgio La Pira, cattolico fervente, detto «sindaco santo») fu propugnatore del cristianesimo sociale, promuovendo la pace tra i popoli e il rispetto della dignità umana, dichiarato venerabile nel 2018 da papa Francesco.

Fatto è (però) che nel mondo cattolico benpensante il fermento si faceva sempre più chiassoso e figure quali Giorgio La Pira, don Lorenzo Milani ed Ernesto Balducci erano considerate scomode e pericolose. Giorgio La Pira e don Lorenzo Milani, intrecciavano tra loro relazioni profonde e durature, come emerge dalle lettere di don Milani (o dalle poesie di padre David Maria Turoldo). 
Un fiorentino di Firenze, Lorenzo Carlo Domenico Milani Comparetti, nato a Firenze il 27 maggio 1923 presbitero, insegnante ed educatore, e un fiorentino di Pozzallo, in provincia di Ragusa, in Sicilia, divenivano col loro operato dei “folli innamorati di Dio che hanno fatto grande Firenze”, come racconta Mario Lancisi, nel volume "I Folli di Dio" (Edizioni San Paolo), un viaggio nella Chiesa degli anni '50, rappresentata e animata da personaggi e figure come La Pira, don Milani, padre Balducci e padre David Maria Turoldo. 

Don Milani a Firenze c’era nato e Barbiana, nel cuore del Mugello, si trova a pochi chilometri da Firenze. Giorgio La Pira aveva frequentato la scuola elementare a Pozzallo (Ragusa) e nel 1914 si era trasferito a Messina, presso lo zio materno Enrico Occhipinti, per motivi di studio: ragioneria e l’anno dopo il diploma di ragioniere (1921), aveva conseguito pure la maturità classica a Palermo, sotto la guida di Federico Rampolla del Tindaro. Poi l’incontro con il poeta Salvatore Quasimodo e con Salvatore Pugliatti, futuro rettore dell'Università degli Studi di Messina. 
A Messina Giorgio La Pira si avvicinò al cattolicesimo, convertendosi a Pasqua 1924: era “un'alba nuova della vita”. La Pira, "libero apostolo del Signore", si trasferiva a Firenze nel 1926, seguendo il prof. Emilio Betti. 

A Firenze La Pira risiedeva in una modesta cella nel convento di San Marco. Dopo la laurea in giurisprudenza, divenuto professore di Diritto Romano all'Università di Firenze. Nel 1934 promuove la fondazione della "Messa del Povero". e dà l’avvio, per vocazione sociale, all’impegno politico: «Non si dica quella solita frase poco seria: la politica è una cosa 'brutta'! No: l'impegno politico è un impegno di umanità e di santità”. 
Due “folli di Dio”, due uomini straordinari: don Lorenzo Milani, priore di Barbiana, e Giorgio La Pira, “sindaco santo” di Firenze, innamorati di Dio e degli uomini, “cristiani veri”, tra la gente povera, semplice e dimenticata.

«Pregate per me perché anche io sappia prendere esempio da questo bravo prete». Quel bravo prete è don Lorenzo Milani e il giudizio è di Papa Francesco che aggiunge. "Prendete la fiaccola e portatela avanti». 
Don Milani aveva ragione, quando diceva: «Mi capiranno tra 50 anni».

m.m.

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