Quali strade percorrere per una cultura che generi un
cambiamento nel Paese?
A parlarne, oggi al Pedro Arrupe per GenerAzioni, Giorgio De
Rita del Censis e l'ex europarlamentare Silvia Costa. In che modo oggi possono essere favoriti dei
processi culturali creativi di tipo partecipativo che generano
cambiamento e sviluppo delle comunità? Come si può avere una
politica culturale che sia coerente ed inclusiva?
PALERMO, 10/02/2024 - A rispondere, nel corso dell'VIII workshop di GenerAzioni,
sono stati, questa mattina, all'Istituto di Formazione Politica Pedro
Arrupe, Giorgio De Rita del Censis e l'ex-europarlamentare Silvia
Costa.
“Anche un contadino è un uomo di cultura e non soltanto
l'intellettuale – ha detto nella sua introduzione p. Gianni Notari,
direttore del Pedro Arrupe -. Ogni persona ha un patrimonio
culturale che andrebbe ascoltato e valorizzato per essere messo a
servizio di una partecipazione più responsabile per la società. Il
cambiamento sociale deve passa anche da questo perché ci aiuta a
cogliere e a dare maggiore senso alle domande profonde delle
persone che possono essere generatrici di prospettive nuove”.
“Il mio mestiere è quello di provare ed ascoltare il Paese per poi
cercare di raccontarlo – ha affermato Giorgio De Rita,segretario
generale del Censis -. Il nostro Paese ha, in questo momento, una
crisi profonda dettata dalla incapacità di immaginare un futuro.
Questo dipende, in parte, dall'avere abbandonato, negli ultimi
anni, tutte quelle lotte di appartenenza, di senso di comunità e di
voglia di miglioramento delle condizioni economiche e sociali. Il
Paese ha, pertanto, necessità di rimettere in gioco la fantasia e
l'immaginazione. Una strada è quella di investire del tempo, delle
risorse e delle energie per capire che la cultura, la creatività, la
fantasia e l'immaginazione non sono semplicemente fattori
estetici ma sono un motore profondo del cambiamento sociale
ed economico.
La creatività
La creatività può appartenere a tutti ed il punto e
quello di accompagnarla per capire come può generare scenari
nuovi e cambiamenti possibili. Occorre ritornare ad avere la
capacità di desiderare perchè quello diventa il motore per sognare
e poi per trovare un modo per realizzare le cose. Parliamo di un
sogno che può essere riconducibile ad una concretezza. Abbiamo
bisogno di capire che il nostro è un Paese straordinario pieno di
belle risorse in termini di competenze, di giovani e di territorio. E'
un Paese straordinario che deve ritrovare la consapevolezza di
capire dove può andare e cosa può essere”.
Tre strade
“Ci sono almeno tre strade che dobbiamo intraprendere - ha
sottolineato la giornalista Silvia Costa, esperta in politiche
culturali e già europarlamentare -. La prima è quella
dell'importante novità che si sta realizzando in molte scuole
italiane con i patti educativi di comunità. In particolare, di fronte
alle diseguaglianze sociali e alla povertà educativa, si cerca di
intervenire creando dei patti educativi tra scuola, ente locale e
terzo settore che supportino in vario modo i processi educativi e
cognitivi dei nostri giovani.
La seconda
La seconda è quella che, con la
modifica nel 2016 del codice degli appalti, consente la
sussidiarietà orizzontale per un nuovo protagonismo delle
comunità e dei soggetti sociali. Questo significa che oggi ci sono
tre tipi di partenariati che si possono configurare: quello classico
istituzionale, quello sociale e quello speciale che riguarda
soprattutto i soggetti del terzo settore che vengono chiamati nella
programmazione e nella progettazione.
La terza
La terza strada può essere
il racconto dell'esperienza di Europa InCanto che promuove
progetti artistici e iniziative culturali, volte ad avvicinare ed
appassionare un nuovo pubblico alla musica e all'opera lirica. Due
musicisti hanno inventato dei moduli di educazione all'opera lirica
per bambini (da 3 ai 15 anni) coinvolgendo anche le famiglie. In
Italia sono stati già coinvolti 25mila bambini e l'esperienza sta
diventando europea”.
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