Cateno De Luca dimesso tra le polemiche incandescenti, oggi la conferenza stampa a Messina

Cateno De Luca,  leader del movimento "Sud chiama Nord" e federatore della lista "Libertà", terrà una conferenza stampa oggi, giovedì 9 maggio, alle ore 16:00, presso il salone bandiere del Palazzo Zanca, in occasione delle sue dimissioni dal Policlinico. Sarà il primo incontro con la stampa dopo il ricovero dello scorso 29 aprile. L'evento sarà riservato esclusivamente alla stampa e si svolgerà a porte chiuse, per motivi precauzionali legati allo stato di salute di Cateno De Luca. Cannistrà (M5S): “Cateno De Luca vuole gestire Messina per interposta persona? Basile decida sempre per il bene della città”.  “Bene ha fatto il sindaco Basile a dribblare la provocazione del suo leader, alla città non serve un sindaco a comando”, aggiunge Cristina Cannistrà   Messina, 8 maggio  - “Più che una ‘chiamata alle armi’, quella di Cateno De Luca sembra un' indebita intromissione nella vita amministrativa del Comune di Messina. L'eterno candidato, dopo aver abbandona

TELEGIORNALI: SE TONI DI VOCE ‘ARRAGGIATI’ E AGGRESSIVI SFIDANO LO SPETTATORE PAGANTE

Telegiornali: dovere ‘gestire’ toni vocali sgradevoli e la dizione romanesca è davvero pesante. Senza considerare i contenuti certe voci sembrano davvero ‘arraggiate’ (arrabbiate e aggressive), come se la colpa dell’accaduto fosse nostra. Seppure in guerra invochiamo maggiore rispetto per le orecchie e la testa di chi ascolta il telegiornale
27/09/2011 - Il telegiornale finisce che siamo… sfiniti, anche per il trambusto che scatena l'urgente ricerca del telecomando. Senza volere generalizzare, dovere ‘gestire’ 3 volte al giorno almeno (ai pasti) toni vocali insopportabili o sgradevoli e dizione forzosamente romanesca è davvero un’impresa.
Ciò senza considerare i contenuti e altri fattori legati alla forma e non solo: il discorso si allargherebbe e diverrebbe ‘politico’.

Non si vuole dileggiare la bella parlata romana o tornare alla bella dizione di un tempo, né alla bella calligrafia, ma certe voci dei telegiornali (femminili in particolare) sembrano ‘arraggiate’ (arrabbiate e aggressive), come se la colpa dell’accaduto impetuosamente descritto fosse nostra. Ci sono 'toni vocali d’ordinanza' che seppure in guerra ammetterebbero maggiore rispetto dei fatti, per chi ascolta e per gli stessi esiti descritti, spesso tragici e/o funerei.

Il tono della voce, il modo di porgere, l’interpretazione, il rispetto dell’ascoltatore, etc., non fanno forse parte del mestiere? Non sono le prerogative, la professionalità e l’abilità che l’attore ha il dovere di profondere nelle sue performances?

Perché il 'giornalista-lettore' (sia tv che radio), talora, non sente il dovere e il piacere di porgersi allo spettatore con professionalità e compostezza interpretativa? Non è forse intrattenimento pure quello, come lo è ogni evento legato all’immagine in movimento, al suono organizzato, al mondo dell’informazione e della conoscenza?

Perché (se non lo è) non è prevista una ‘scelta interpretativa' (oltrechè una formazione) che confermi a ciascun telegiornale un ‘taglio artistico', come avviene per quello redazionale e politico? Lo spettatore è forse solo un utente al quale 'rendere conto', come spesso si sente nel linguaggio giornalistico? Ma 'rendere conto' vuol dire solo "io ti dico la notizia, tu mi ascolti e stai zitto"? O 'rendere conto' è una attitudine che coinvolge le emozioni, il rispetto, il gusto, etc?

Non intendiamo rifarci a tg d’oltralpi ma rimanere in Italia, dove abbiamo modo di apprezzare ogni giorno giornalisti e ‘prodotti giornalistici e informativi’ di elevata qualità e prestigio, ma pure guerresche e ‘arraggiate sortite' che sfiancano il ‘nemico’ (il telespettatore) e lo inducono a catapultarsi sul telecomando per ‘smorzare’ l’arraggiatura o sintonizzarsi sul tg di Montenervino di Sotto, pur di sottrarsi a simili 'trattamenti'.

Del resto, te ti pagano per scatenarti su di me, povero spettatore, 'e io pago’!

Artemio Li Causi
Bardonecchia

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