Lavoro per i giovani in Sicilia, lunedì selezione a Messina

Lavoro per i giovani in Sicilia, lunedì selezione a Messina. Fondazione nazionale Consulenti per il Lavoro Comunicato stampa Lavoro per i giovani, in Sicilia il 42,7% dei posti resta vacante per mancanza di candidati idonei, soprattutto nei settori del turismo, dei servizi e dell’edilizia: lunedì arriverà a Messina il Truck dei consulenti del lavoro, con Sistemi formativi Confindustria, Sicindustria, Camera di commercio e Università. Gli studenti incontreranno gli esperti in orientamento e il mondo delle imprese. Palermo, 3 maggio 2024 – In Sicilia la rete dei consulenti del lavoro è alla ricerca di numerose figure professionali, fra cui impiegati commerciali nel settore spettacolo, ottici, medici ortopedici, medici fisiatri, esperti in paghe e contributi, addetti all’assistenza personale, collaboratrici familiari e responsabili di commesse, ma, in generale, secondo l’ultimo Bollettino Excelsior di Unioncamere e ministero del Lavoro, il 42,7% dei posti di lavoro offerti dalle impres

MILAZZO, CONSIDERAZIONI SUI LAVORI IN CORSO AL CASTELLO


CONSIDERAZIONI SUI LAVORI IN CORSO AL CASTELLO DI MILAZZO
di Massimo
Tricamo

19/8/2009 - Forse non tutti i milazzesi hanno compreso la portata storica degli interventi in corso alla città murata. I nostri concittadini che ci hanno preceduto nel lungo cammino dell’ultimo secolo e mezzo di storia, i nostri padri, i nostri nonni e bisnonni, non hanno mai avuto, al contrario di noi, l’opportunità di osservare quegli imponenti ponteggi che da qualche mese avvolgono beneficamente la maestosa cinta muraria cosiddetta “spagnola”, la quale dal Cinquecento protegge la città murata o cittadella fortificata, oggi impropriamente denominata “Castello”. Quanto non hanno potuto osservare i nostri concittadini vissuti prima di noi, a causa del disinteresse e dell’inerzia di coloro i quali in passato hanno amministrato la cosa pubblica, è oggi invece sotto gli occhi di tutti ed il merito di ciò va indubbiamente all’amministrazione comunale in carica ed a chi, cinque anni or sono, si è adoperato al fine di dirottare su Milazzo i fondi necessari a finanziare questi lavori.

Tuttavia, proprio perché gli interventi in corso al Castello rappresentano un evento di portata storica, ci saremmo aspettati qualcosa di più, in qualche caso molto di più. In primo luogo in
materia di pubblicità, sino ad oggi grande assente in questo maxi-cantiere, dove nulla trapela riguardo a materiali utilizzati e modalità d’intervento, dando quasi l’impressione di nascondere chissà cosa (e ciò ha il sapore del paradosso, se si considera che gran parte delle attività di cantiere si svolgono lungo il perimetro esterno del Castello).

Non ce la sentiamo poi di definire “restauro” - così come invece avremmo desiderato - i lavori affidati al Consorzio Stabile Aedars S.c. a.r.l., che sembrano assumere piuttosto le sembianze di una ben più limitata “manutenzione ordinaria”. Eppure il capitolato speciale prestazionale adottato a norma dell’art. 24 del D.P.R. 554/99 prevedeva chiaramente, con riferimento ad esempio alla cinta spagnola, interventi abbastanza consistenti, previsti anche in funzione antisismica, quali «fasciature e/o reticoli con materiali compositi, tirantature metalliche e vincoli puntuali per miglioramenti resistenza sismica ed eliminazione spinte all’imposta dei piani di appoggio». Non ci pare che interventi di questo tipo siano stati sinora eseguiti. Ci auguriamo di
essere presto smentiti.

Emergono al contrario con chiarezza - sempre con riferimento alla cinta spagnola - diversi interventi, indubbiamente positivi ma di portata ben più limitata, che stanno radicalmente trasformando in meglio l’immagine estetica di cortine murarie e bastioni: ci riferiamo
all’opera di diserbamento, alla tamponatura di ampi squarci presenti lungo le mura, alla ricostruzione della cordonatura delle caditoie della cortina cinquecentesca ed all’orlo superiore della stessa cortina, il tutto eseguito utilizzando, in perfetta conformità al suddetto capitolato speciale prestazionale, «elementi laterizi e lapidei di materiali simili a quelli che costituiscono le murature» secondo modalità tali da rendere gli interventi realizzati «comunque riconoscibili nella loro caratterizzazione materica e databili».
Certamente positiva è poi la copertura costruita sul portico interno del bastione delle Isole utilizzando, anche in questo caso conformemente al capitolato, «coppi e canali siciliani». Positivo anche lo svuotamento dell’enorme massa di terra che ostruiva quasi totalmente uno dei quattro vani interni dello stesso bastione delle Isole: è stato così recuperato un vasto ambiente dotato di un ampio arco, il quale consente di accedere in un ulteriore vano colmo di terra, che si spera
venga rimossa al più presto, restituendo in tal modo ai milazzesi un altro ambiente suggestivo, dove sarà possibile ammirare una cannoniera e la seconda porta di accesso alla galleria di contromina del bastione.

Tornando alle note stonate, non ci ha fatto piacere constatare, dopo lo smontaggio dei ponteggi armati all’interno del bastione di S. Maria, che quasi nulla era cambiato rispetto al periodo antecedente l’inizio dei lavori: se si eccettuano il passaggio dei cavi elettrici e qualche altra lieve sottigliezza, all’interno del bastione di S. Maria non è cambiato assolutamente nulla, un intervento lontano anni luce rispetto a quello eseguito all’esterno dello stesso bastione, dove, tra l’altro, è stato finalmente ripristinato l’ampio squarcio presente nelle murature dell’orecchione sud, accanto al quale, precisamente sotto la cannoniera, non è stata però prelevata la terra (si badi bene non roccia, ma terra) che nasconde non pochi metri di muratura, la quale dunque non è stata oggetto di alcun tipo di manutenzione.

Non ci ha fatto neanche piacere sentire dal responsabile unico del procedimento ing. Clemente, presente anche il sindaco, di essere venuto a conoscenza, così come gli altri addetti ai lavori, del pian terreno del sopraccitato bastione di S. Maria - pian terreno dove si evince grazie ad apposite condutture ancora esistenti (i cosiddetti «catusi») l’esistenza di un sottostante cunicolo di contromina attualmente murato - soltanto grazie ad una segnalazione inviata, unitamente al relativo corredo fotografico, dallo scrivente a lavori già iniziati, segno evidente di come sia stata alquanto approssimativa la fase di studio degli antichi manufatti propedeutica alla progettazione esecutiva. Fa dunque sorridere, sulla base di quanto appena riferito, la seguente prescrizione contenuta nel capitolato di cui sopra: «vista la notevole quantità di varchi e di camminamenti sotterranei presenti, è consigliato l’utilizzo di sistemi investigativi quali la termografia
all’infrarosso, che consente di individuare varchi o passaggi murati, e le indagini magneto-termiche, che permettono di localizzare elementi metallici eventualmente inglobati nelle murature».

Certamente sarebbe stato opportuno affidare la direzione dei lavori di un intervento così importante a chi da decenni si occupa di restauro dei beni culturali: senza andare lontano ci si sarebbe potuti rivolgere a professionisti di provata ed indubbia competenza quali l’arch. Lucio
Trizzino o l’arch. Salvatore Arturo Alberti, che conoscono abbastanza bene la fortezza milazzese.

Prima di concludere queste brevi considerazioni riguardanti la cinta spagnola, riteniamo opportuno elencare alcuni suggerimenti, quali la creazione di un bel prato all’inglese lungo il versante esterno della stessa cinta, l’installazione di un moderno ed efficace impianto
illuminotecnico che valorizzi le cortine ed i bastioni e di un impianto di videosorveglianza che funga da deterrente nei confronti dei soliti imbecilli che hanno imbrattato in passato alcune porzioni murarie dello stesso Castello (in tal senso lo scrivente ha già inoltrato richiesta
scritta al sindaco Italiano, accolta, spiace riferirlo, con molta freddezza e con non poca ironia). Che si provveda inoltre a rimuovere i detriti ancora presenti all’interno delle cannoniere murate del
bastione delle Isole e quelli abbandonati lungo gli spazi antistanti la porzione meridionale della cinta, dove si trovano ancora rifiuti di ogni genere (persino vecchi motocicli) già presenti prima del montaggio dei ponteggi.

Volgiamo adesso l’attenzione alla cinta muraria quattrocentesca, la cosiddetta cinta aragonese, a favore della quale il capitolato di cui sopra prevede, tra l’altro, i seguenti interventi: diserbamento, pulitura di tutti gli ambienti e dei camminamenti, messa in sicurezza,
recupero agibilità, in particolare svuotamento con vaglio di tipo archeologico dei materiali dei vani terrapienati». Ebbene, alla data in cui scriviamo (15 agosto 2009) quasi nulla di tutto ciò è possibile riscontrare all’interno dei cinque torrioni tondi, da quello mediano, il più integro, rimasto così come era prima dell’inizio dei lavori, agli altri, in particolare i due rivolti verso meridione, dove i locali delle cannoniere disposte in casamatta non hanno ancora subito le
necessarie opere di pulitura degli ambienti e dei camminamenti previste dal suddetto capitolato, così come nulla è stato fatto in materia di messa in sicurezza, recupero dell’agibilità e svuotamento con vaglio archeologico.

Ci auguriamo che gli interventi previsti all’interno di tali torrioni tondi vengano eseguiti al più presto, ma soprattutto quel che ci auguriamo è che vengano eseguiti meglio di quanto sinora è stato fatto lungo il versante esterno della stessa cinta aragonese, dove il suddetto capitolato prevedeva una prescrizione che indubbiamente non è stata applicata integralmente: «la cinta muraria aragonese presenta ampie aree intonacate; l’intonaco deve essere salvaguardato e
integrato, utilizzando materiali simili a quelli usati in origine, individuati tramite analisi chimico-fisiche di laboratorio su campioni prelevati in loco». Non ci pare che l’intonaco esterno sia stato
integrato, così come non sono state nemmeno reintegrate le porzioni mancanti della cordonatura decorativa in pietra da taglio e degli stipiti delle diverse cannoniere, anch’essi in pietra da taglio: ci sembra piuttosto che dopo l’innalzamento dei ponteggi si sia avuta troppo fretta a smontarli, trascurando ampie porzioni di muratura lungo le quali il diserbamento pare sia stato l’unico e solo intervento eseguito. Pertanto, chiunque pensa che quanto sinora eseguito lungo le murature esterne della cinta spagnola sia stato effettuato anche lungo quelle della più antica cinta aragonese resterà profondamente deluso.

Abbastanza soddisfacenti, invece, i lavori sin qui eseguiti allo scopo di far riemergere i perimetri murari dei numerosi fabbricati pubblici e privati che un tempo sorgevano all’interno della città
murata, anche se, inspiegabilmente, non verranno riportati alla luce i resti del più importante edificio pubblico, la sede municipale, posta dirimpetto all’antico Duomo.

Preferiamo sorvolare sulla contestata ricostruzione del monastero
delle benedettine: purtroppo l’errore è stato commesso all’origine,
ossia quando è stato richiesto e poi assegnato un finanziamento
esageratamente elevato per il suo recupero. Adesso che la frittata è
fatta rimane da sperare che venga consegnato ai milazzesi un bene
immobile completo di tutti quegli accessori e servizi che ne possano
consentire l’utilizzo per mostre permanenti o per altre iniziative
culturali. A tal proposito conviene ricordare che il capitolato
speciale prestazionale prevede, tra l’altro, il rifacimento delle
pavimentazioni, la costruzione di infissi interni ed esterni in legno,
la predisposizione di impianti specialistici illuminotecnici normali,
espositivi, di sicurezza e quella di impianti generali distributivi
elettrico, telefonico, idrico e smaltimento acque e ancora la dotazione
di impianto antincendio e di climatizzazione, in breve un edificio
completo di tutti i comfort.

Prendiamo atto con soddisfazione che stanno procedendo i previsti
lavori aventi ad oggetto il «recupero dei locali antistanti il Mastio
per caffetteria, servizi ristorativi, bookshop, informazioni», mentre
con amarezza dobbiamo constatare che lungo la porzione meridionale
della cortina muraria cinquecentesca, in prossimità del secentesco
rivellino cosiddetto «della fonderia», in data 10 agosto 2009, dunque
dopo appena un mese e mezzo dallo smontaggio dei ponteggi innalzati
lungo quel tratto di muraglione, sono riapparsi i primi cespugli di
erba spontanea, segno evidente che nulla di serio è stato fatto per
evitare di vanificare il diserbamento sinora eseguito. Infine una
segnalazione: chiunque volesse ripercorrere i lavori sin qui eseguiti
nella città murata potrà farlo guardando in internet le oltre
centoventi fotografie scattate da chi scrive e selezionate da Google
Earth; basterà digitare la dicitura «Milazzo ME» nel sito www.panoramio.
com.

Commenti