Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

CARONIA: LA FRANA VA AVANTI E INGHIOTTE CASE, STRADE E AUTOMOBILI

(ULTIMORA, 08/03/2010) CARONIA E SAN FRATELLO, DUE CHIODI TENGONO FERME LE FRANE
CARONIA: LE IMMAGINI DELLA FRANA
Caronia (Messina), 05/03/2010 – Il fatto è che il deposito di contrada Lineri di Caronia, in provincia di Messina, dove una frana da 3 giorni minaccia intere contrade, non è un capannone, come si potrebbe pensare, ma un imponente fabbricato abitato da famiglie, mentre il piano terreno è interamente adibito a deposito
di materiale per l’edilizia.

Proprio sotto le fondamenta del palazzo (foto sotto) la frana continua a cedere, aprendo crepe e divaricando il terreno, scardinando le scale esterne in cemento e lasciando bene intravedere le viscere nude del terreno circostante. Poco più sotto un’officina meccanica è scivolata a valle con tutta la strada asfaltata, comprese un paio di piante di ulivo, rimaste piantate nel terreno slittato in basso per quasi 50 metri.
Lo scenario è davvero apocalittico e se a qualcuno dovessero venire in mente gli arcinoti strani fenomeni di Caronia, mai spiegati e tutt’ora oggetto di illazioni e monitoraggi, ebbene non ne parli con i geologi, né con gli ingegneri e né con l’ing. Merendino, dirigente dei Vigili del Fuoco che stazionano in permanenza coi loro numerosi mezzi, proprio nello spazio di strada antistante il deposito di cui sopra, con la statua di San Pio da Pietrelcina ad un passo dal camper.
Ciò che è certo è che tanto l’ing. Merendino, quanto il dott. Michele Orifici (foto sopra), geologo del nucleo di monitoraggio dei Nebrodi, quanto i responsabili della Protezione Civile, di cose esoteriche non intendono parlare e piuttosto si dichiarano preoccupati per le previsioni meteorologiche, che non lasciano presagire niente di buono: è emergenza meteo!
Le piogge annunciate ed il maltempo in arrivo, infatti, non possono fare altro che lasciare scivolare ancora più in giù il terreno vagante su bolle d’acqua che vanno a formare autentiche pozze e danno l’idea della composizione attuale del terreno in quella zona: terra, fango, poche radici ed acqua, tanta acqua.
Ecco, di questi argomenti è possibile parlare con l’ing. Giuseppe Merendino, coordinatore del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Palermo (foto sotto), col dott. Orifici e con la moltitudine di responsabili e volontari della Protezione Civile, impegnatissimi su più fronti a mettere in atto modalità di monitoraggio, come piantare chiodi sull’asfalto misurandone rigorosamente la distanza iniziale, per potere riscontare nelle ore seguenti eventuali ulteriori scivolamenti del terreno. Una maniera semplice, se non empirica, ma certamente attendibile e di immediata 'lettura'.La task force all’opera è ‘forte’ dell’esperienza maturata nei giorni scorsi a San Fratello, ma giusto il gruppo dei geologi dei Nebrodi non s’erano sbagliati affatto quando a fine settembre 2009, a Sinagra, sempre sui Nebrodi della provincia di Messina, aveva dato luogo ad un importante incontro proprio sul rischio idrogeologico nelle aree del messinese, che da Scaletta Zanclea si estendono o fino a Sant’Angelo di Brolo, Tortorici, San Fratello, Caronia e Tusa.
Lo scenario che si presenta agli occhi del ‘visitatore’ ha dell’incredibile. E’ come se con un ‘gioco’ scenografico avessero spostato più in là di una cinquantina di metri una strada e qualche casa, come se alcuni fabbricati fossero stati inclinati su un fianco fino ad affondarne una parte nel terreno; come se automobili fossero state depositate dall’alto in appezzamenti di terra dove un strada per arrivarci non c’è mai stata e il terreno è di aspetto lunare, con le viscere crepate, frammentate ed aperte.

In queste contrade la vita da tre giorni scorre cigolando nell’angoscia e perfino al bar del centro il titolare ha voluto offrirci il caffè: come dire che il mancato guadagno per un caffè sarebbe la minore perdita. Cosa può perdere di più un paese che rischia di non ritrovarsi; una famiglia che rimanga da un giorno all’altro senza la propria casa, inghiottita dai flutti di fango che ricordano le sabbie mobili e il Vietnam? E quale 'migliore' occasione per questa gente abitualmente generosa di manifestarsi generosa pure quando gira storta e la livella non è a piombo?Sono più o meno 120 le persone che hanno dovuto abbandonare le loro abitazioni in quella zona ed ora vivono in albergo, ospiti della Regione Siciliana, mentre la frana è sempre in movimento e si vede a vista d’occhio. Lungo le curve della provinciale che da Caronia paese conduce a Lineri e Ricchiò, le due contrade maggiormente interessate dallo smottamento, continui gruppi di persone stanno aggrappati alle reti di recinzione e al filo spinato con lo sguardo millimetrato sempre pronto a registrare le differenze da ieri ad oggi, tra il prima e il dopo.

La frana si estende per circa 800 metri di fronte su un'area di 50 ettari. Case semi inghiottite, altre spezzate in due, altre lesionate. La scuola media di Lineri dovrà essere demolita e forse ricostruita meglio, se le 32 famiglie costrette a lasciare le loro case, circa 120 residenti, torneranno a viverci coi propri figli.
La depressione proveniente dalla Penisola iberica che sta determinando una nuova fase di maltempo sull’Italia, è già arrivata, con forte vento e mare in tumulto. Il movimento del terreno potrebbe andare avanti ed aggravare una situazione già grave.

Commenti

  1. TUTTO QUESTO E' DAVVERO STRAZIANTE, DISARMANTE ....
    SONO UNA CARONESE CHE SI E' DOVUTA TRASFERIRE ALTROVE PER LAVORO...MA NON PASSA UN GIORNO IN CUI NON PENSI AL SUO PAESE...
    VI PREGO TENETECI SEMPRE INFORMATI PERCHE' I PRINCIPALI TG NON LO FANNO, NON LO RITENGONO OPPORTUNO O NECESSARIO (MA NON CI FANNO MANCARE NOTIZIE INUTILI SULLA POLITICA!!!!)

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  2. chi troppo vuole nulla stringe,,

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