
28/05/2010 - “Diciamolo chiaro, la politica dà lavoro a troppa gente in Italia ed è l’unico settore che non conosce crisi né cassa integrazione". Lo ha detto il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, incassando l'applauso dalla platea dell'assemblea, la stessa che ha accolto freddamente la proposta di Emma ministro, avanzata dal premier Berlusconi.
"L'inefficienza - ha aggiunto la Marcegaglia - è figlia di logiche lontane dalla produttività e nasce da troppi interessi partitici, troppe rendite da salvaguardare".
”Tuttavia – ha proseguito Emma Marcegaglia dinnanzi alla platea nella quale sedevano Berlusconi, Fini e Schifani – noi diamo sostegno alla linea di rigore del Governo. Sono misure giuste che vanno rafforzate in Parlamento, ma ci vogliono ora le riforme strutturali”. Così il presidente di Confindustria ha cercato di spacciare per una manovra condivisa da Confindustria quella che invece sembra sgradita a loro stessi e comunque un atto di incredibile aggressione dei ceti più deboli e dei lavoratori, a partire dal pubblico impiego per finire agli automobilisti e ai pensionati.
La prova del nove della precisa volontà di non toccare la politica è nelle stesse parole della Marcegaglia: “Diciamolo chiaro, la politica dà lavoro a troppa gente in Italia ed è l’unico settore che non conosce crisi”. Ma la stessa Marcegaglia non può che ‘testimoniare’ direttamente e indirettamnente che la manovra non scontenterebbe i ‘pesci grossi’ a nessun livello.
Le stese Province ‘minacciate’ sarebbero quelle piccole: piccolo non è bello, insomma. Le Province con più di 220 mila abitanti, infatti, non verrebbero toccate, come reclamato da Giuseppe Castiglione, presidente dell’UPI, l’unione delle province italiane. A riprova che chi tocca la politica ‘muore’.
Che la ‘manovra’ avrebbe il consenso del 60% degli italiani, poi, sembrerebbe una enormità, a meno che questo popolo non sia diventato masochista.
Sono le stesse ragioni per le quali il premier (‘senza potere’, come si è definito ieri, rispolverando Mussolini) non è in grado (o non ha voglia) di alzare il dito contro gli enti inutili in generale. Gli stessi ai quali l’Unione Europea assegna valanghe di denaro per attività ludiche e convegnistiche, per progetti evitabilissimi e operazioni delle quali spesso si fa fatica bestiale a capirne l’utilità e il motivo.
Denaro che, sommato a quello che non viene più trasferito ai Comuni e alle Regioni da parte dello Stato, viene meno alla gente ovvero al finanziamento dei servizi.
Pertanto, mentre si svolgono inutili convegni e sagre d’ogni genere, mentre si studia il sesso degli angeli e si finanziano (es. con la 488) opifici illegali, capannoni industriali fantasma, parchi eolici in mano al malaffare, etc., la gente si affanna attorno alle bollette per cercare di arrivare a fine mese. In Italia come in Grecia.
L’Unione Europea batte cassa e i pensionati pagano. Assieme a tutti i 'piccoli': cittadini, lavoratori, gente semplice, gente onesta insomma!
Che vi è da commentare? Che avete colto perfettamente nel segno della questione, cosicché non non si può non condividere quanto avete scritto nero su bianco. Mi sottoscrivo con voi.
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