Vendita AGI, Antoci: “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”

Vendita AGI, Antoci (Capolista M5S Collegio “Isole”): “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”. Nota Stampa di Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione “Isole” alle elezioni europee col MoVimento Cinque Stelle 4 mag 2024 - "Lascia sgomenti la decisione di ENI, azienda partecipata dello stato, di trattare la cessione dell'agenzia di stampa AGI con il parlamentare leghista Angelucci. Un'operazione "folle", come giustamente definita da Giuseppe Conte. Altrettanto allarmante è il fatto che la vendita si stia realizzando mediante una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell'operazione. Bisogna arginare condotte come queste applicando il "Media Freedom Act", legge europea per la libertà dei media tesa a proteggere i giornalisti e i media dell'UE da ingerenze politiche o economiche e ad evitare la concentrazione dei media sotto il controllo politico (come nel caso di Angeluc

SE D’ALIA OSTEGGIASSE I BLOG PER FAVORIRE L’EDITORIA

28/05/2010 – “Facebook è un sito indegno, perché consente l'esistenza di gruppi che inneggiano a Raffaele Cutolo, a Salvatore Riina e agli stupratori. Se il gestore del sito non si fa carico di cancellare questi soggetti dal sito, è giusto che tutto Facebook venga oscurato”. E' quanto ha dichiarato al sito de "L'espresso" il senatore Gianpiero D'Alia (Udc), in merito all'emendamento 50 bis, introdotto nel decreto Sicurezza (e approvato al Senato), che consente al ministero degli Interni
di procedere all'oscuramento di siti Internet che siano sottoposti a indagine giudiziaria per contenuti che contemplino l'istigazione a delinquere a l'apologia di reato.

Tutto ciò, pure a nostro avviso, non farebbe una grinza. Perché no? Perché Facebook, ad esempio, ha potuto permettersi di fare fuori ‘profili’ assolutamente legittimi e lineari per la semplice dimenticanza della password? Perché, al contrario, ha permesso il proliferare di profili inneggianti a mafiosi, blasfemi e criminali? In nome della democrazia? Dubitiamo, molto!

“Secondo il mio emendamento - ha spiegato D'Alia - in presenza di questi contenuti il ministero diffiderà il gestore, e questi avrà due possibilità: o ottemperare e quindi cancellare questi contenuti oppure non ottemperare. Se non ottempera diventa complice di chi inneggia a Provenzano e Riina e quindi è giusto che venga oscurato”.

”Lo stesso deve valere per i video su YouTube, per eventuali scambi di insulti e minacce tra utenti nei forum e anche per i commenti ai blog”.

Ciò che dal cosiddetto emendamento D’Alia potrebbe scaturire - piuttosto - è una diversa e indiscriminata messa in mora dei blog (non certo di Facebook o YouTube), nel contesto dell’intera normativa in itinere al Parlamento, ad esclusivo vantaggio delle testate ‘tradizionali’ (cioè potenti), a tutela dei grandi editori.

Se ciò dovesse trovare rappresentazione e conferma, allora il sen. D’Alia si sarebbe reso responsabile di un’azione gravissima, alla quale neppure Berlusconi sarebbe arrivato.

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