
17/08/2011 – Tagliare i costi della politica o tagliare i costi della corruzione è la stessa cosa? Tagliare i costi della politica o tagliare i costi della burocrazia è l’identica cosa? Che lo sia o meno appare chiaro come non si abbia alcuna intenzione di adoperare la scure per tagliare rami secchi del sistema e fichi infruttuosi e parassitari: nessuna intenzione. Perché la stessa attuale proposta, di eliminare qualche Provincia Regionale e un ridicolo numero di Comuni (i più piccoli) è, per l’appunto, ridicola e sbagliata.
Ridicola perché fa ridere, sbagliata perché semmai sono proprio i piccoli comuni ad avere bisogno di maggiori attenzioni sul piano organizzativo e dell’integrazione. Tutti gli altri dovrebbero funzionare secondo un modello aritmetico e universalmente applicabile (da un eventuale sindaco), sulla base di parametri entro i quali mantenersi. La pletora degli 'eletti' potrebbe andare bene, semmai, per le sole città capoluogo.
Se è ipotizzabile che proprio nella reticolare strutturazione del sistema della politica si annidi la corruzione e la malaburocrazia, è togliendo il giocattolo che si mette fine allo scempio delle opere inutili, di quelle mai ultimate e dimenticate, degli appalti, delle licenze edilizie e di quelle commerciali, degli affidamenti, etc.
Riteniamo - però - che queste cose le sappiano bene tutti i rappresentanti della politica nazionale.
Il ministro Maurizio Sacconi lo ha detto chiaro in una intervista a Monica Maggioni, a Tv7: “Ciò che andrebbe fatto lo sappiamo bene. Quello che non sappiamo è come farci rieleggere dopo averle fatte le cose che andrebbero fatte”.
Ecco che solo una intesa tra tutti i partiti consentirebbe di interrompere per sempre, in maniera epocale, il sistema corrotto e pachidermico, i cui costi sono ingentissimi e il rendimento sociale fallimentare: il mantenimento della rete della politica di paese, di borgata, di famiglia, etc., serve solo ai partiti politici e al reclutamento dei voti.
Ancora, lo ha detto bene Pierferdinando Casini: “L’Europa ci ha commissariati. Ma ad essere commissariato è stato il sistema politico italiano, comprese le opposizioni”. Come dire “passiamoci la mano sulla coscienza e prendiamo atto che se non si fanno cambiamenti importanti non si va da nessuna parte”.
Eppure, quella che si invoca da parte della politica è unicamente la riforma elettorale, vale a dire una normativa interna alla politica e utile a loro, alla casta, molto più che al paese (pur riconoscendo che quella va cambiata).
Tassare i cosiddetti ‘capitali scudati’ è una buona idea. Ma molto più utile sarebbe agire sui capitali ‘scurdati’, vale a dire ‘dimenticati’, quelli che giacciono in varie forme sul territorio nazionale come cattedrali nel deserto, che sarebbero per la nazione un capitale rilevante e forse una miniera.
Ma la politica ha solo intenzione di salvare se stessa a spese dei soliti noti e comunque dei poveri cristi, come sempre.
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