Appalti pubblici, Antoci dopo il caso Palermo: "La digitalizzazione degli appalti non diventi una nuova zona grigia del malaffare”

SANITÀ E APPALTI DIGITALI, L’UE CHIAMATA A CHIARIRE DOPO IL CASO PALERMO.  Antoci: “La tecnologia negli appalti pubblici deve rafforzare la trasparenza, non renderla aggirabile.  La digitalizzazione degli appalti   deve diventare garanzia di integrità, non una nuova zona grigia dove il malaffare si reinventa.”   Bruxelles, 11/04/2025 – Un’indagine condotta dalla Procura della Repubblica di Palermo ha svelato un inquietante meccanismo di manipolazione delle gare pubbliche gestite attraverso piattaforme digitali. In particolare, un funzionario dell’Arnas Civico, con la complicità di soggetti privati, avrebbe eluso i controlli del sistema telematico di gara, suggerendo modifiche tecniche a un’impresa per farle ottenere l’appalto, in violazione della normativa e dei principi di imparzialità e concorrenza. Di fronte a questo allarmante caso, l’europarlamentare Giuseppe Antoci ha presentato un’interrogazione alla Commissione Europea per chiedere quali misure intenda adotta...

L’INSTABILITÀ DI FIANCO DEL VULCANO ETNA SVELATA IN UNO STUDIO

Roma, 09 maggio 2012 - Un nuovo studio basato su dati magnetotellurici e geologico – strutturali, svela la struttura profonda del substrato del vulcano Etna. E’ questo uno dei principali risultati ottenuti da un gruppo di ricercatori afferenti a vari Enti: l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Marco Neri), le Università di Bari (Agata Siniscalchi, Simona Tripaldi, Domenico Schiavone) e Roma Tre (Joel Ruch) e l’Istituto di Metodologie per l’Analisi Ambientale del CNR (Marianna Balasco e Gerardo Romano).
I risultati scientifici sono stati appena pubblicati sulla prestigiosa rivista internazionale Journal of Geophysical Research , in un articolo dal titolo: “Flank instability structure of Mt. Etna inferred by a magnetotelluric survey”.

I ricercatori ricostruiscono la struttura del substrato etneo utilizzando una gran mole di dati magnetotellurici e geoelettrici, confrontandoli contemporaneamente con i dati geologici, geomorfologici e strutturali osservabili in superficie. Osservano, così, lo spessore di Crosta coinvolta nelle deformazioni lente (circa 3-4 km) che coinvolgono il fianco sud-orientale del vulcano e le faglie che lo delimitano sia lateralmente che in profondità. Mostrano lo sprofondamento della Crosta (fino ad oltre 10 km di profondità) lungo il margine ionico etneo, in corrispondenza dell’importante sistema di faglie sismogenetiche noto con il nome di “Scarpata di Malta”. Individuano la circolazione di fluidi lungo i principali piani di faglia, che probabilmente facilitano il loro movimento. Stabiliscono, infine, la profondità e la geometria del Rift di Nord-Est, un’ importante struttura vulcano-tettonica che caratterizza in settore nord-orientale dell’Etna.

Questo lavoro, in parte finanziato dal Dipartimento Nazionale di Protezione Civile (progetto “FLANK”), sintetizza alcuni anni di lavoro durante i quali il team di ricercatori ha lavorato con approccio tipicamente multidisciplinare, come si conviene quando si affrontano tematiche tanto complesse ed articolate, condividendo molteplici esperienze professionali.

Commenti