
31/08/2012 - L'ex direttore del Tg4 Emilio Fede ha fondato il suo movimento politico 'Vogliamo vivere', con il quale sembra voglia candidarsi alle prossime elezioni come lista di appoggio al Pdl. Lo rende noto l'Espresso in edicola oggi con un articolo dal titolo "Ci mancava il partito di Fede", di Enrico Arosio e Paolo Fantauzzi. Secondo i due giornalisti Fede con questo movimento vorrebbe puntare al voto dei pensionati arrabbiati con il governo Monti.
Fede conferma a "l'Espresso": «Fondo un movimento di opinione perché ho ascoltato tanta gente che mi incoraggia. Il Pdl rischia di diventare uno spartito stonato». «Mi muovo da solo, e ci metto soldi miei. Berlusconi non ne sa niente.
"Emilio Fede - si legge su L'Espresso - così entra in politica. Con un suo partito. O, come dice lui, «un movimento di opinione». Si chiamerà "Vogliamo Vivere". A luglio ha depositato il marchio a Como, per non dar nell'occhio. Ma "l'Espresso" se n'è accorto. L'idea è maturata a inizio estate, la lunga estate seguita al suo coinvolgimento nel processo Ruby, accusato di favoreggiamento della prostituzione con Lele Mora e Nicole Minetti."
Una lista di appoggio al centrodestra. "E mi rivolgo specialmente all'elettorato femminile, mica può andare tutto dalla Santanchè, no? (...) Lui è convinto: la legislatura finirà in lieve anticipo. Fede ha come manager di campagna un leader del tifo organizzato del Milan. Se i riscontri saranno buoni, dice, si candiderà «al Nord e in Sicilia», le sue due patrie. Alla Camera."
"Sono sempre stato un ribelle: quando fuggivo di casa da ragazzo, quando sono andato in Africa con la mia famiglia. È stata una forma di ribellione anche dimettermi dalla RAI per ragioni politiche, perché non ero lottizzato. E poi ricominciare daccapo...".
Il giornalista Emilio Fede racconta così la sua vita, o una parte di essa. E prosegue:
"È stata ribellione anche l'essermi sposato, perché i genitori di mia moglie - giustamente -
non volevano che io la sposassi. Anche l'aver deciso di scrivere libri è una forma di ribellione, una sfida."
Emilio Fede è nato a Barcellona P.G., in provincia di Messina, nel 1931. Dopo la guerra in Etiopia si trasferisce con la famiglia per alcuni anni nella capitale Addis Abeba. Nel 1942,
con la madre e i fratelli, è costretto a fuggire, mentre il padre viene fatto prigioniero.
Rientra in Sicilia e, al ritorno del padre, si trasferisce a Roma. Qui termina gli studi e inizia giovanissimo la carriera di giornalista come cronista de "Il Momento-Mattino". Si trasferisce a Torino alla "Gazzetta del Popolo" e dopo alcuni anni viene promosso inviato speciale. Nel 1954 entra in RAI, prima come conduttore a contratto (Il circolo dei castori) diventando poi, dal 1961, giornalista fisso del Tg, dove si occupa di cronaca varia. È uno degli uomini di punta del settimanale Rai TV7, per cui realizza numerose inchieste tra cui quella famosa sulla bistecca gonfiata dagli estrogeni. Per otto anni è inviato speciale in Africa.
Al rientro in Italia ricopre dapprima la carica di caporedattore e poi di vicedirettore. Dal 1976 al 1981 conduce il Tg1, del quale diviene direttore pro tempore dall'aprile '81 all'agosto '83. Nel 1983 conduce una trasmissione di intrattenimento, Test.
Si dimette dalla RAI nel 1987, passando a Rete A, di cui ha diretto il notiziario. Approdando in Fininvest, è nominato nel 1989 direttore della struttura informativa Videonews e di seguito ha creato, condotto e diretto Studio Aperto, il telegiornale di Italia 1. Da quel primo Tg nasce l'informazione delle tre reti Fininvest.
Commenti
Posta un commento
NEBRODI E DINTORNI © Le cose e i fatti visti dai Nebrodi, oltre i Nebrodi. Blog, testata giornalistica registrata al tribunale il 12/3/1992.
La redazione si riserva il diritto di rivedere o bloccare completamente i commenti sul blog. I commenti pubblicati non riflettono le opinioni della testata ma solo le opinioni di chi ha scritto il commento.