Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

«ASCOLTERÓ LA TUA STORIA» DI MORAGO

02/11/2012 - Fra le opere pittoriche prodotte in questo periodo dal famoso maestro Agostino Morandin, in arte Morago, ve n’è un’inedita e molto particolare dal titolo «Ascolterò la tua storia» realizzata a seguito del suo soggiorno a Messina lo scorso settembre, dove venerdì 21 alla libreria Feltrinelli Point aveva ricevuto il Premio «Messenion», un riconoscimento al suo eccezionale talento. Nato da un’idea ripresa su tela nel 2006, il dipinto è raffigurato su uno dei fogli musicali, dalle dimensioni di 31 x 47 cm, preparati ed esposti all’«Herbert Von Karajan Centre», fondazione di Vienna nel 1998. La carta da musica, frutto di un’ispirazione al cubismo sintetico, è l’emblema della vita in ciascun essere animato, il quale può coesistere con la realtà circostante in maniera armonica o in antitesi.
Il simbolismo è oltremodo accentuato dall’egemonico dominio dei colori, stesi con la tecnica ad olio ed a pastello nonché espressi in ampie campiture spazianti per tutto il foglio, sulle linee, un omaggio alla pittura informale gestuale, tipica della realtà statunitense degli anni Cinquanta, dalla quale lo stesso Morago ha tratto esperienza per la creazione dei suoi lavori. Il quadro in questione è caratterizzato da una parte inferiore in cui è raffigurata una croce colorata di rosso sul quale è stato poi cosparso un consistente strato di nero con pennellate rapide e vigorose a chiaro rivestimento allegorico dove la croce intrisa da quella miscellanea di tinte assume per il pittore veneto il chiaro significato cristiano di abbraccio fraterno pieno di amore, di energia positiva, ma anche pieno di dolore, mero riferimento alla realtà attuale in cui il materialismo trionfante ha allontanato l’umanità dai suoi valori fondanti.

La parte superiore dell’opera, caratterizzata da linee marcate costruenti forme geometriche irregolari, presenta altre colorazioni di riempimento: poco sopra la croce, infatti, posto a sinistra, un azzurro impuro evoca concettualmente la Vergine Maria, chiara espressione di serenità, rappresentando un esortare tutti gli uomini alla pace ed al dialogo costruttivo. Il medesimo tono è ulteriormente accentuato nella parte opposta da un quadrato quasi perfetto, emblema dell’universo creato e stabile, cui si accosta una vasta stesura di giallo, nell’immaginario buddhista segno di saggezza. Al vertice è infine collocato in posizione decentrata verso destra un’ellisse, anch’esso di colore azzurro e nero, emergente su un orizzonte multicolore.

È questo un elemento separatore fra il contesto terreno e quello iperuranico, dominato dalla perfezione, che soltanto pochi sanno conquistare. Tutto il pathos di Morago s’incentra sul suo slancio verso quell’ideale di pacata esistenza lasciandosi alle spalle la misera e conflittuale condizione antropica sempre protesa all’affannosa ricerca del benessere materiale e disposta per questo anche ad alienarsi: non a caso la parte sottostante dell’opera dai toni cupi rappresenta la triste realtà del vissuto, mentre nella parte superiore vi è uno schiarire cromatico ad indicare un’incessante catarsi, presupposto necessario alla beatitudine eterna.

«Ascolterò la tua storia» può definirsi un quadro dall’intento didattico – allegorico, nel quale affiora il travaglio interiore dell’artista, il cui intento è proiettarsi verso un mondo migliore e, nel fare ciò, invita l’osservatore e l’ascoltatore a cogliere uno spunto di riflessione e ad astrarsi dal pessimismo imperante per approdare insieme a lui in una dimensione contrassegnata dalla felicità eterna.

Foti Rodrigo

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