
Roma, 24/12/2012 – Il sen. Mario Monti non è né un moralista, né un immorale, ovviamente. E’ dell’idea che “per contare nell’Unione europea non serve battere i pugni sul tavolo”. Ritiene che “la crescita non nasce dal debito pubblico ma da finanze pubbliche sane, a tutti i livelli; che la crescita si può costruire solo su finanze pubbliche sane”, affinchè l’Italia “non debba avere bisogno di essere salvata tutti gli anni”.
L’ex presidente del Consiglio sen. Mario Monti lo ha detto ieri nella conferenza tenuta nella sala polifunzionale, e poi intervistato da Lucia Annunziata nella sua trasmissione 'In 1/2h', lo ripete nella sua agenda, assieme a varie altre cose importanti.
Riguardo ai costi della politica il prof. Monti è “convinto che si possa e si debba fare molto di più” e rimane altresì dell'idea “che il più grande risparmio sui costi della politica non è quello che riguarda comportamenti irriguardosi o i festini, ma le decisioni non prese o quelle prese senza tenere conto della lunga distanza”.
Eliminare gli sprechi, spendere meglio, investire in riforme, sono tra le priorità che Monti illustra e prescrive nella sua agenda.
Il prof. Monti - però - si direbbe non sia dell’idea che certi costi della politica rientrino tra gli sprechi, giacché “comportamenti irriguardosi e festini” della politica e dei politici rientrano tra i reati, prima che tra gli sprechi. Mentre potrebbero rientrare tra gli sprechi le Regioni, le Province, i Comuni, la burocrazia istituzionale, etc, nella forma e nel modello che conosciamo e che la cronaca ci presenta ogni giorno, nella realtà corrotta e biasimevole che ci racconta.
Si direbbe perciò che tra le riforme prioritarie (o normali) debbano prevedersi pure queste, che certamente toccano profondamente e strutturalmente i partiti politici, considerato che essi si strutturano attraverso la capillarizzazione del voto e dei portatori di voti. Del resto il prof. Monti ha dovuto ammettere che “sui costi della politica abbiamo portato a casa, nella casa degli italiani, molto meno di quanto avremmo voluto, ma ciò è da addebitarsi ai fortissimi arroccamenti da parte dei partiti in materia di province, per esempio. Sono convinto che si possa e si debba fare molto di più”. Perciò vorremmo dire al prof. Monti
“scurdammoce ‘o passato’ ma facciamolo adesso.
Non si direbbe però che l’agenda Monti si esprima esattamente in tali termini. Ecco che assegnare agli altri, agli italiani (“nella casa degli italiani…”) il compito di fare le riforme solo pagando tasse non è convincente.
“Meno casta, meno costi”. Ottima esortazione, nell'agenda Monti. Siamo d’accordo che i cittadini debbano essere meno condiscendenti verso la cattiva politica, ma anche Lei, signor presidente, avrebbe potuto esserlo. E lei sa, perché ha avuto modo di constatarlo, che gli italiani hanno pagato IMU & C. con grande sacrificio ma con grandissima speranza: la speranza di cambiamenti tangibili che in buona parte non ci sono stati.
La (ri)legittimazione delle Province sotto la maschera della riqualificazione ha le sembianze del tradimento. E noi, caro Presidente Monti, abbiamo ben compreso le sue difficoltà, per quell’arroccamento dei partiti cui Lei ha fatto riferimento nella Sua conferenza di ieri. Ma come si potrà permettere - allora - che si continui a citare W.Churchill: "ogni popolo ha il governo che si merita"?
Perciò va bene, sarebbe buona cosa che gli italiani tornassimo ad ingravidare le donne, almeno le nostre, per non essere spreconi come Onan, che non volendo avere figli dalla moglie "disperdeva il seme", praticando il coito interrotto (Genesi 38,6-10). Nella speranza che, come già noi, anche i nostri figli non debbano dipendere da Churchill per i Governanti e dalla Merkel per per il mutuo della casa.
d.m.c.
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