E Dio disse a Mosè, dopo avergli dato le tavole dei comandamenti: “Va', scendi, perché il tuo popolo che hai fato uscire dalla terra d'Egitto si è pervertito". Pubblica lettera appello al nostro carissimo, nonché simpaticissimo, pastore Arcivescovo Francesco Montenegro (Arcidiocesi di Agrigento)
Favara 26/03/2013 (Settimana Santa) - Caro fratello Francesco, rispettosamente mi permetto di rilevare alla tua saggia attenzione e valutazione, che il tuo fedele popolo favarese (me compreso) si è fortemente “distratto”.
Ultimamente infatti, ha perseguito con accanimento, un obiettivo che, se pur nobile, è sempre un motivo “ pagano” che dovrebbe avere, sempre e comunque, una posizione secondaria rispetto al nostro simbolo cattolico-cristiano e cioè la Santa Croce, emblema della sacra immolazione del cristo a riscatto delle colpe dell'umanità.
Infatti, da un po di mesi, gran parte del popolo favarese, con prevalente determinazione da parte di alcuni amministratori e del mondo politico-imprenditoriale in generale, si affanna instancabilmente per rifare il “mezzo busto” del grande benefattore e scienziato Barone Antonio Mendola, (morto nel 1908); busto, che recentemente, è stato trafugato dal suo piedistallo da parte di ignoti.
Personalmente ne condivido in pieno l'azione del ripristino, ma al contempo, non ne ho potuto evitarne l'indignazione sulla totale, e sottolineo totale, indifferenza che tutt'ora impera verso il ripristino della bellissima croce cristiana che da circa 30 anni, è pietosamente spezzata in vetta al magnifico prospetto in stile “lombardo-rinascimentale” sulla nostra stupenda chiesa madre.
Su questo accanimento, relativo alla disponibilità di interventi per il ripristino del “mezzo-busto-mendola” da parte di molti virtuosi personaggi del comparto politico e della categoria imprenditoriale favarese, disponibilissimi a sostenerne i costi, su questo accanimento, come dicevo, non ho potuto evitarne l'accostamento col comportamento che il popolo ebreo, ha avuto durante la fuga dall'Egitto. Come è noto, gli ebrei, approfittando di una breve assenza del loro liberatore Mosè, impegnato a ricevere le “Sacre Tavole” da Dio; si diedero da fare con accanimento per costruire un idolo d'oro dalle sembianze di un vitello.
CARO DON FRANCESCO,
se lo ritiene opportuno, richiama con tono il tuo popolo, “scaglia “ su noi tutti, come fece Mosè, il rimprovero per la “trentennale distrazione” che popolo e clero ha mostrato su questa croce spezzata.
Con l'auspicio, che il ripristino possa essere di indulgente benevolenza divina per il nostro “martoriato” paese. Ti bacio rispettosamente e devotamente le tue consacrate mani.
Diego (Dino) Varisano
Via Italia 53 Favara (Ag)
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