Primo Maggio a Portella della Ginestra: “Il lavoro strumento di giustizia sociale e lotta alla mafia”

Primo Maggio a Portella della Ginestra, Antoci (M5S): “Il lavoro strumento di giustizia sociale e lotta alla mafia”,  Giuseppe Antoci, capolista del M5S nella circoscrizione “isole” alle elezioni europee, a margine del corteo in memoria della strage di Portella della Ginestra a cui a partecipato col Presidente Giuseppe Conte.  Portella   della   Ginestra : Di Paola (M5S): Governo Meloni smembra Stato Sociale.  Il coordinatore regionale Cinquestelle: “Nostre battaglie tutto l’anno per maggiori tutele per i cittadini”. PORTELLA DELLA GINESTRA, 1 mag 2024 -  “Oggi con Giuseppe Conte abbiamo ricordato la strage di Portella della Ginestra avvenuta l'1 Maggio 1947. Un’occasione importante per ribadire l’importanza del diritto al lavoro come strumento di giustizia sociale e di lotta alla mafia. Il sud continua ad avere il più alto tasso di disoccupazione in Italia; tasso ancora più elevato tra le donne. E proprio nel disagio si insinua la criminalità organizzata. C’è fame di lavoro, di di

COUNSELING FISICO-PSICOLOGICO E AUTONOMIA SCOLASTICA, SETTEMBRE 2016

20/04/2013 - Oggi grande festa all’Istituto Professionale per il salvataggio della scuola pubblica (I. P. S. A. S. P.) che è stato riconosciuto, pur essendo ubicato in un’isola irredimibile, la migliore scuola nel triennio 2013-2016, l’istituzione scolastica che, meglio delle altre, ha saputo obbedire al decreto del 2013 sulla valutazione delle scuole pubbliche, raggiungendo il massimo risultato.
Sono presenti in lacrime l’ex ministro del lavoro Fornero e in digitale l’ex ministro della pubblica istruzione Profumo, artefici, in quella lontana stagione, del lungimirante progetto, col silenziatore l’ex premier Monti. Gran festa degli studenti e del personale della scuola agli attuali ministri del lavoro e della pubblica istruzione, Pinocchio e il Grillo Parlante. Intervisteremo il dirigente scolastico Furbastro Di Tre Cotte che ha saputo trarre il massimo da questa brillante iniziativa del 2013.

Giornalista: Preside, entrando nella sua scuola stupisce innanzitutto la sistemazione degli ambienti. Sembra di essere nell’atrio come in una gran palestra.

Dirigente scolastico: Le prime due ore, fino alle 10.15, sono riservate agli esercizi fisici per tutti gli operatori della scuola. I ragazzi stazionano al punto ristoro dove alleviano i loro disturbi fisici e psicologici con cibi e bevande abbondanti. In questo modo, secondo gli psicologi, si liberano delle ansie prodotte dai pessimi rapporti familiari e dalle profonde ingiustizie sociali ed economiche, mentre i docenti e il personale amministrativo stazionano in questa palestra per irrobustire il loro corpo e le loro menti.
Giornalista: Ma un tempo il personale ammalato rimaneva a casa e chiedeva giorni di congedo con certificati medici.

Dirigente scolastico: Adesso non è più possibile. Il numero di patologie è talmente vasto e diffuso che è necessario,ogni mattina, prevedere una consistente riparazione dei disturbi. Dovrebbe vedere il lunedì, dopo il riposo, il traffico di patologie, come è superdimensionato. Vede quel gruppo guidato da un fisiatra? Camminano con le stampelle, perché soffrono di ernia discale cronica. E quell’altro gruppo guidato da un ortopedico? La loro postura è rovinata e bascullano continuamente. Anche quel gruppo di età più avanzata soffre di patologie cartilaginee. Non possono salire le scale e arrivare fino al terzo piano perché le ginocchia hanno le rotule a pezzi.

Giornalista: E i ragazzi recuperano la loro condizione esistenziale mangiando e bevendo?
Dirigente: Si, perché affogano nelle pizzette e nelle patatine fritte il loro anonimato, la loro ignoranza e il rifiuto del sapere. Sono vittime dell’illusione contemporanea della scuola per tutti, anche per quelli che preferirebbero vivere all’aria aperta e bivaccare tutta la vita.

Giornalista: A quali motivazioni si può attribuire questa fragilità contemporanea?
Dirigente scolastico: Dopo la riforma Fornero l’età media degli insegnanti e del restante personale della scuola, di circa 60 anni negli anni 80 e 90 è passata a circa 70 anni. Consideri, poi, che, secondo la definizione attuale della vecchiaia, sono tutti tardi adulti (fino ai 65) o giovani anziani (dai 65 in su) e svolgono una vita personale che include sforzi, impegni, attività sessuale, sport estremi che logorano il fisico più di una volta. Prima si mettevano in pensione e non creavano problemi alla società, adesso, essendo in servizio fino a tardissimo, devono essere messi in sesto prima di esercitare il loro lavoro.

Giornalista: E quando i docenti entrano in classe?
Dirigente scolastico: Vede quel gruppo assistito da una logopedista? Soffre di afasia. Per anni hanno preferito il silenzio asfittico al dialogo, o hanno sparlato alle spalle. Adesso entrano in classe e non riescono a parlare. Utilizziamo il linguaggio dei segni.

Giornalista: E gli amministrativi?.

Dirigente scolastico: Abbiamo i mediatori linguistici.

Giornalista: E quegli altri in fila in quella stanza?

Dirigente scolastico: Soffrono di balbuzie cronica. Sono soprattutto i docenti che rientrano nelle scuole dopo distacchi, comandi, dottorati di ricerca, permessi studio in tarda età, distacchi sindacali, aspettative annuali. Sono stati talmente distaccati dalle fatiche vere della scuola e della professione che sono stati invasi dal virus della balbuzie.

Giornalista: E quelli che fanno esercizi con le dita con le cuffie alle orecchie?

Dirigente scolastico: Sono tardi adulti e giovani anziani che hanno usato i cellulari per decenni. A forza di colpire i tasti si sono rovinate le mani e le vibrazioni di ricezione hanno provocato fenomeni acustici non indifferenti. Quando entrano in classe non sentono neppure la loro voce e passando per i corridoi li si sente gridare come se fossero dei tenori.

Giornalista: Mi incuriosiscono quei confessionali al posto delle cattedre in alcune classi. A che servono?
Dirigente scolastico: Servono per la privacy delle patologie psicologiche.

Giornalista: Quella fila di operatori scolastici nel confessionale 1 che cosa recupera?
Dirigente scolastico: La patologia del tuismo. Fanno esercizi di gerarchia, comunicazione a distanza, spersonalizzazione nel rapporto di lavoro. Si sono sentiti tutti fratelli e sorelle, amici e amiconi con grandi delusioni successive. Nel corso degli anni alcuni docenti hanno dato spago agli studenti con rapporti amicali perfino su Facebook, col risultato che, quando, qualche volta, gli hanno dato i pessimi voti che meritavano, sono stati considerati dei traditori.

Giornalista: Quell’altro gruppo del confessionale 2 mi sembra più vivace.
Dirigente scolastico: Litigano continuamente. Sono ex sindacalisti rientrati dal loro distacco o ex RSU mandati a casa dai loro interlocutori in quanto inadatti a svolgere il loro ruolo. Ma ci sono anche operatori che risentono fortemente delle lacerazioni familiari, conflitti coniugali, con i figli, con gli amici, con i dirigenti scolastici.

Giornalista: E infine il gruppo del confessionale 3?

Dirigente scolastico: Sono i più inguaiati, perché hanno rifiutato la formazione per decenni e adesso soffrono di disturbi della memoria. Entrano per la matematica e recitano poesie di Pascoli, insegnano inglese e cercano le capitali europee sul mappamondo, conducono gli studenti nei laboratori e pretendono che preghino, chiedono ai genitori le bollette per le utenze e gestiscono il protocollo come se avessero subito un colpo di frusta al volante.

Giornalista: Ma, lei dirigente, come fa a sopravvivere a questo inferno?
Dirigente scolastico: Con la preghiera e la cessione del quinto. Prego Dio che non succeda nulla di male e impegno il quinto dello stipendio per le tutte le forme assicurative necessarie contro i casi sventurati che dovessero nascere da questa immensa precarietà.
Giornalista: Come avere fatto a vincere il premio della migliore scuola italiana nel campo del salvataggio della scuola pubblica?
Dirigente scolastico: Siamo molto avanti, rispetto alle altre scuole, nel recupero. Su cento lavoratori in crisi, ne recuperiamo il 5% l’anno.

Giornalista: La scuola pubblica è diventata questo?
Dirigente scolastico: Il lavoro della scuola necessita di forza, entusiasmo, energia, fede. Costringendo i docenti e gli altri operatori della scuola a stare in classe fino a 70 anni, con la falsa motivazione che l’aspettativa di vita si è allungata non si tiene conto del fortissimo impatto con i giovani sempre più anarchici, indisciplinati, violenti, ignoranti che sono venuti fuori dal permissivismo della società attuale, con i loro genitori che, per la maggior parte, non hanno alcun rispetto e considerazione per la formazione e l’educazione dei loro figli, con la società che non considera la scuola un valore, con i politici che sanno fare soltanto distruzione e non istruzione.

Giornalista: E i politici lo sanno?
Dirigente scolastico: Lo chieda a quelli presenti, i ministri Pinocchio e Grillo Parlante.

Gaetano Bonaccorso
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