Primo Maggio a Portella della Ginestra: “Il lavoro strumento di giustizia sociale e lotta alla mafia”

Primo Maggio a Portella della Ginestra, Antoci (M5S): “Il lavoro strumento di giustizia sociale e lotta alla mafia”,  Giuseppe Antoci, capolista del M5S nella circoscrizione “isole” alle elezioni europee, a margine del corteo in memoria della strage di Portella della Ginestra a cui a partecipato col Presidente Giuseppe Conte.  Portella   della   Ginestra : Di Paola (M5S): Governo Meloni smembra Stato Sociale.  Il coordinatore regionale Cinquestelle: “Nostre battaglie tutto l’anno per maggiori tutele per i cittadini”. PORTELLA DELLA GINESTRA, 1 mag 2024 -  “Oggi con Giuseppe Conte abbiamo ricordato la strage di Portella della Ginestra avvenuta l'1 Maggio 1947. Un’occasione importante per ribadire l’importanza del diritto al lavoro come strumento di giustizia sociale e di lotta alla mafia. Il sud continua ad avere il più alto tasso di disoccupazione in Italia; tasso ancora più elevato tra le donne. E proprio nel disagio si insinua la criminalità organizzata. C’è fame di lavoro, di di

NIBALI IMMENSO CAMPIONE DEPURATO DALLE ERRE MOSCE DI PETULANTI COMMENTATORI

Se le Tre Cime di Lavaredo fossero state quattro le avrebbe 'nuotate' come solo uno “Squalo dello Stretto” sa fare, mentre commentatori autoreferenziali hanno negato al telespettatore l'enfasi del gesto atletico e dell'impresa. Nibali visto in questo Giro d'Italia riporta il ciclismo italiano a personaggi gloriosi e indimenticati. Sarebbe il caso di depurare la petulanza dei commentatori per riportare la cronaca sportiva agli onori della... cronaca

Messina, 26/05/2013 - Grande, infinito Vincenzo Nibali, trionfatore del Giro d'Italia 2013, molto più che vincitore. Un'impresa commentata in modo insapore da... commentatori petulanti, che non hanno saputo raccontare ieri (ma non solo) l'alto valore sportivo ed etico che l'impresa del campione siciliano ha espresso. Un grande messinese ha scalato da vero campione le Tre Cime di Lavaredo bianche di neve, imprimendo sul candido manto la scia rosa della sua incontenibile determinazione a lasciare un segno di grandezza nella storia del ciclismo e dello sport.

Nibali ha scelto l’impresa e la leggenda per vincere il 96.mo Giro d’Italia, nel silenzio ‘fragoroso’ delle sue ruote ruggenti d'amore per lo sport e della purezza del gesto atletico. Un’impresa da raccontare in piedi e col cappello in mano, un’impresa da trasmettere in bianco e nero. Da raccontare a chi vorrebbe ascoltare ancora esaltanti storie di ciclismo e di sport, da consegnare ai nipoti.

Se le Tre Cime di Lavaredo fossero state quattro, Vincenzo Nibali le avrebbe 'nuotate' ugualmente, come solo uno “Squalo dello Stretto” sa fare, incurante della pendenza e della neve che gli sferzava il viso ma che si scioglieva col caldo del suo rovente cuore siciliano di atleta, mentre commentatori autoreferenziali, interessati a fare sfoggio di particolari, gossip, brioches, date di nascita e di compleanno, hanno negato al telespettatore l'enfasi del gesto atletico e dell'impresa.

Nibali visto ieri e in questo giro riporta il ciclismo italiano ad anni e personaggi gloriosi e indimenticati. E sarebbe il caso di depurare la petulanza dei commentatori dalle erre mosce numerosamente associati, per riportare la cronaca sportiva agli onori della... cronaca. La cronaca che eleva lo spirito e, quando può, alla prima occasione fa sognare!

m.m.

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