Vendita AGI, Antoci: “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”

Vendita AGI, Antoci (Capolista M5S Collegio “Isole”): “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”. Nota Stampa di Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione “Isole” alle elezioni europee col MoVimento Cinque Stelle 4 mag 2024 - "Lascia sgomenti la decisione di ENI, azienda partecipata dello stato, di trattare la cessione dell'agenzia di stampa AGI con il parlamentare leghista Angelucci. Un'operazione "folle", come giustamente definita da Giuseppe Conte. Altrettanto allarmante è il fatto che la vendita si stia realizzando mediante una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell'operazione. Bisogna arginare condotte come queste applicando il "Media Freedom Act", legge europea per la libertà dei media tesa a proteggere i giornalisti e i media dell'UE da ingerenze politiche o economiche e ad evitare la concentrazione dei media sotto il controllo politico (come nel caso di Angeluc

'LIBERO' E IL 'RIFORMISTA': SEQUESTRO DA 20 MILIONI AL PATRON DELLE DUE TESTATE GIORNALISTICHE

Antonio Angelucci, deputato del Pdl abruzzese, è indagato dalla procura di Roma per contributi pubblici percepiti tra il 2006 e il 2007 da 'Editoriale Libero' e 'Edizioni Riformiste' che pubblicano i quotidiani Libero e il Riformista. Ipotizzati i reati di falso e truffa aggravata. La Gdf ha eseguito il sequestro preventivo di 20 milioni. Secondo quanto ricostruito dalla Guardia di Finanza, le due società hanno dichiarato di appartenere ad editori diversi per aggirare il divieto di richiedere contributi pubblici per più di una testata da parte dello stesso editore. Oltre ad Angelucci, sono indagati i rappresentanti legali delle sue società, Arnaldo Rossi e Roberto Crespi, con l'accusa di falso e truffa aggravata

Roma, 27 giugno 2013 - Antonio Angelucci, deputato del Pdl abruzzese, è indagato dalla procura di Roma per contributi pubblici percepiti tra il 2006 e il 2007 da 'Editoriale Libero' e 'Edizioni Riformiste' che pubblicano i quotidiani Libero e il Riformista. Ipotizzati i reati di falso e truffa aggravata. La Gdf ha eseguito il sequestro preventivo di 20 milioni. I Finanzieri del Nucleo Speciale per la Radiodiffusione e l'Editoria hanno sequestrato conti correnti e titoli, per un valore equivalente ai contributi pubblici illegalmente percepiti in un biennio da due imprese editrici di Roma e Milano, per note testate a tiratura nazionale. Sono questi i risultati di una complessa attività di indagine delle Fiamme Gialle, culminata in data odierna con l'esecuzione su Roma e Milano del decreto di sequestro preventivo per equivalente per oltre 20 milioni di euro, emesso dal G.I.P., su richiesta della Procura della Repubblica di Roma.

Oltre ad Angelucci, sono indagati i rappresentanti legali delle sue società, Arnaldo Rossi e Roberto Crespi, con l'accusa di falso e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. La Guardia di Finanza è intervenuta assieme all'Agcom, Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, che ha irrogato una sanzione amministrativa di oltre 100 mila euro alle due imprese editoriali.

E' stato accertato dai Finanzieri che due società editrici avevano aggirato, anche con false attestazioni, la normativa sull'editoria che vieta ad uno stesso soggetto di richiedere contributi pubblici per più di una testata. In questa vicenda, sulla base della segnalazione della Guardia di Finanza, è tempestivamente intervenuta anche l'A.G. Com., Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, irrogando una sanzione amministrativa superiore a 100 mila euro ad un noto imprenditore, dominus occulto delle due imprese editoriali.

Per gli aspetti penali, la Procura della Repubblica di Roma sta procedendo con le Fiamme Gialle nei confronti di 3 soggetti resisi responsabili, a vario titolo, di falso ideologico e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Il Dipartimento per l'Informazione e l'Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri, grazie al lavoro dei Finanzieri, ha così potuto redistribuire, a favore di altre imprese meritevoli, gli importi relativi ai contributi già richiesti per le annualità successive dalle imprese incriminate ma, fortunatamente, non ancora erogati.

Il sequestro preventivo per equivalente odierno rientra totalmente nella mission istituzionale della Guardia di Finanza a tutela della spesa pubblica ed è teso al completo recupero di 20 milioni di euro per contributi all' editoria illegalmente percepiti. Guarda il video

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