Soddisfazione da parte degli organizzatori locali e provinciali
Capo d'Orlando (Me), 21 lug 2013 – Bilancio positivo per la tappa orlandina della Festa della Cgil provinciale che si è svolta venerdì 19 e sabato 20 nell’area pedonale di Piazza Matteotti animandola con dibattiti, stand espositivi, informativi e gastronomici, e con spettacoli serali.
Il lavoro che non c’è e se c’è è precario, a rischio, troppo spesso irregolare e non sostenuto dalle politiche e dalle scelte delle istituzioni, è stato il tema centrale della Festa per la quale la Cgil aveva scelto uno slogan chiaro “Piazze del Lavoro”.
“Il nostro obiettivo quest’anno – ha spiegato il segretario generale della Cgil provinciale Lillo Oceano- era sottolineare due elementi: che la Festa è un’occasione per incontrarsi stare insieme e ragionare insieme, proprio come in una piazza, dei problemi e delle possibili soluzioni e farlo in diverse aree della provincia e non solo a Messina come nelle passate edizioni”.
Così come avvenuto nelle altre Piazze, prima Messina dal 4 al 6 di luglio, e poi Milazzo l’11 e il 12 di luglio, anche a Capo d’Orlando la Festa della Cgil si è confermata laboratorio di politico e di strategie per cercare soluzioni alla crisi e stabilire percorsi di rilancio del territorio e del lavoro, attraverso il confronto tra i tanti ospiti, imprenditori, esperti, dirigenti sindacali, rappresentanti istituzionali.
Di sviluppo, di lavoro e delle potenzialità troppo spesso non sfruttate e promosse si era parlato la prima sera nel corso del dibattito che ha messo a confronto l’assessore regionale alle Infrastrutture ed alla Mobilità, Nino Bartolotta; Patrizia Petrulli,Operatore Turistico Alberghiero; Marçel Pidalà, Urbanista;
il sindaco di Capo D’Orlando, Enzo Sindoni; Franco Spanò,Segretario Regionale Filt Cgil Trasporti Sicilia; Carlo Vinci,Promotore Turistico “Mare d'Amare”; Lillo Oceano, Segretario Provinciale Cgil Messina e Nino Pizzino, Coordinatore Cgil Camera del Lavoro di Capo d'Orlando.

Ancora di lavoro ma partendo dal primo articolo della costituzione che sancisce che l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro, si è discusso ieri, nella serata conclusiva della Festa, attraverso i racconti e gli interventi di Nino Pizzino, Coordinatore Cgil Camera del Lavoro di Capo d'Orlando; Cono Calipò, rappresentante cooperative del sociale; Eduardo Lipari,Forum Giovani Capo d'Orlando; Mariella Maggio,Deputato – Vice Presidente Commissione Lavoro A.R.S.; Nino Messina,Presidente Provinciale Confcommercio Messina; Giusy Scuria, Dipendente Precaria Enti Locali; Loredana Vitanza, Insegnante Scuola Primaria; Lillo Oceano, Segretario Generale Cgil Messina e Michele Pagliaro,Segretario Generale Cgil Sicilia.
Nette, durante i dibattiti di entrambe le serate, le critiche all’immobilismo delle istituzioni che non sostengono il lavoro, le imprese, le potenzialità dei territori e che troppo spesso non si confrontano con i problemi veri delle persone: i giovani che non trovano risposte e sono costretti ad emigrare, gli anziani per i quali mancano strumenti di sostegno nel welfare e nel sociale; i lavoratori che ogni giorno vedono a rischio il posto e la retribuzione.
La Festa si è anche animata attraverso gli stand, in particolare quello gastronomico che in collaborazione con il ristorante tipico di Capo d’Orlando “I Carusi” ha servito piatti della tradizione gastronomica locale, e anche con la musica, venerdì sera quella etno flok degli Allurakì e sabato sera il Concerto gospel offerto dall’amministrazione comunale di Capo D’Orlando che ha anche patrocinato l’intera Festa.
Forte soddisfazione è stata espressa da Nino Pizzino, responsabile della Cgil di Capo D’Orlando, per il successo dell’iniziativa che commenta, “La Festa è stata un’occasione importante per confrontarci e gettare le basi per il lavoro serio che devono svolgere la Cgil e tutti gli attori istituzionali e economici in questa fase in difesa del lavoro e per il rilancio delle attività e del territorio. Lavoreremo insieme incalzando le istituzioni per ottenere risposte alle domande emerse in questi giorni”.
Meglio una proroga di tre anni (nei quali ci saranno, riunioni, tavoli tecnici, scioperi e chiacchiere inutili), che sotto sotto sta bene a tutti (sindacati e lavoratori) - giustamente diremmo noi - che un "tutti a casa" il 1 gennaio 2014 (fino a tale data se ne sentiranno di inutili allarmismi da parte di chi sa già come andranno le cose). Si ringrazia la redazione.
RispondiElimina