Vendita AGI, Antoci: “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”

Vendita AGI, Antoci (Capolista M5S Collegio “Isole”): “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”. Nota Stampa di Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione “Isole” alle elezioni europee col MoVimento Cinque Stelle 4 mag 2024 - "Lascia sgomenti la decisione di ENI, azienda partecipata dello stato, di trattare la cessione dell'agenzia di stampa AGI con il parlamentare leghista Angelucci. Un'operazione "folle", come giustamente definita da Giuseppe Conte. Altrettanto allarmante è il fatto che la vendita si stia realizzando mediante una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell'operazione. Bisogna arginare condotte come queste applicando il "Media Freedom Act", legge europea per la libertà dei media tesa a proteggere i giornalisti e i media dell'UE da ingerenze politiche o economiche e ad evitare la concentrazione dei media sotto il controllo politico (come nel caso di Angeluc

IMMIGRATI E DISABILI IN CLASSE, UNA QUESTIONE MAI AFFRONTATA

La presenza in classe di figli di immigrati che non conoscono la lingua italiana e non possiedono competenze simili a quelle dei compagni di classe, o di ragazzi disabili con gravi problemi di autismo, ha stimolato in questi giorni un interessante dibattito tra genitori e addetti ai lavori
04/10/2013 - Il Gruppo di Firenze per la scuola del merito e della responsabilità segnala che i genitori di sei bambini di una prima elementare hanno fatto cambiare scuola ai loro figli perché avevano in classe un compagno autistico.

 Le motivazioni: preoccupazione per le ripercussioni sulla didattica, precedente convivenza problematica con l’alunno nella scuola dell’infanzia, mancanza del sostegno. Non viene data la parola ai genitori per spiegare la loro decisione, né si informa la pubblica opinione su cosa effettivamente succedeva in classe, per capire se i loro timori siano stati eccessivi o meno.

Un’ondata di indignazione ha percorso il paese che legge e ascolta la radio. Il ministro Carrozza ha dichiarato che “certi comportamenti danneggiano gli italiani e la scuola tutta”, mentre su Radio 3 Tutta la città ne parla mandava in onda un vero e proprio processo mediatico (senza avvocato difensore) a quei genitori incapaci di comprendere che “un disabile è una risorsa”. E si prepara per domenica prossima addirittura una manifestazione davanti alla scuola. C’è infatti chi proclama a ogni piè sospinto il dialogo con l’altro e col diverso, ma non può neppure ipotizzare di riconoscerlo in alcuni genitori preoccupati, forse a torto o forse no.

Sull’integrazione degli stranieri Andrea Ichino ed altri due ricercatori commentano i risultati di uno studio condotto insieme sui test Invalsi nelle elementari, da cui risulta che, a livello della seconda classe, la presenza di un ragazzo immigrato abbassa la percentuale di risposte corrette delle classe, mentre questa influenza negativa sparisce in quinta. La scuola italiana cioè “riesce a integrare gli stranieri, ma in tempi relativamente lunghi, che devono assolutamente essere accorciati”.

Il Gruppo di Firenze ipotizza che in Italia il tema dell’integrazione sia diventato il terreno di uno scontro tra fazioni di opposta ideologia; e la logica del politicamente corretto, che domina nelle nostre istituzioni scolastiche, finisce per produrre soluzioni ipocrite e contraddittorie.

La ricerca ha messo in luce che spesso i ragazzi stranieri sono inseriti in classi in cui gli allievi italiani vengono da famiglie meno abbienti. Sembra di capire che le tesi favorevoli all’integrazione senza limiti siano sostenute soprattutto da chi in aula non entra da tempo, a cominciare dalla Ministra Carrozza, che ha ben capito come esprimere un giudizio fuori dal coro, voglia dire oggi diventare il bersaglio mediatico proprio di chi, con teorie pedagogiche poco collegate alla realtà, ha portato la scuola statale all’attuale condizione di trentunesima nelle graduatorie OCSE sui livelli di apprendimento, per non parlare dei livelli di dispersione e di bassa scolarizzazione. Nell’anno scolastico appena concluso ho seguito con attenzione il percorso di Cris, un ragazzo con ritardo mentale iscritto al primo anno della scuola superiore.

Cris non è riuscito a imparare a leggere e scrivere correttamente, esplodeva spesso in atteggiamenti violenti creando problemi di sicurezza in classe, ha reso necessarie infinite convocazioni di consigli di classe per esaminare aspetti didattici e di disciplina, scappava spesso nei corridoi e anche fuori dell’istituto creando angoscia nei docenti e riducendo il ruolo del docente di sostegno a mero inseguitore, si è innamorato della sua compagna di banco e l’ha tormentata tutto l’anno con le sue nascenti pulsioni erotiche senza freni inibitori. Non sono riuscito a spiegare al genitore della ragazza perseguitata perché non potevo garantirle il diritto alla studio. I compagni di classe sono stati molto solidali con Cris: l’hanno protetto, l’hanno assistito, ma la classe ha avuto bassi livelli di apprendimento e la compagna vittima del suo innamoramento è stata bocciata. In sostanza la Società si è semplicemente sbarazzata di un problema parcheggiando Cris nella scuola e guai a dire che l’inserimento del disabile va valutato alla luce della sua condizione particolare, perché spesso è necessaria una struttura specializzata con personale altamente professionale, che oggi le scuole non possiedono.

Roberto Tripodi
Presidente regionale ASASI

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