Vittima di violenze: ok al distacco presso altra sede di lavoro

Vittima di violenze: ok al distacco presso altra sede di lavoro.  Una dipendente dell’Ufficio del processo presso il tribunale di Catania ha chiesto e ottenuto la proroga del distacco presso un’altra sede lavorativa, a tutela della sua incolumità. 8 mag 2024 - Dopo essere stata assunta a tempo determinato, la dipendente è stata vittima di violenze, regolarmente denunciate, che l’hanno costretta a chiedere il distacco dalla propria sede lavorativa perché non si sentiva più al sicuro. Il Tribunale di Catania le aveva però concesso il distacco fino a settembre 2024. Nel frattempo, la donna aveva denunciato altri reati contro la sua persona e il ritornare nella sede assegnatagli avrebbe messo a serio repentaglio la sua incolumità. Per tale ragione si è rivolta allo studio legale Leone-Fell & C. per ottenere la necessaria tutela. “Vista la gravità della situazione, abbiamo inoltrato un’istanza al ministero di Giustizia – spiegano i legali Francesco Leone, Simona Fell e Davide Marceca ch

CROCETTA: “SOLIDARIETÀ AL PM DI MATTEO, IL SISTEMA MAFIOSO, COME RITENEVA FALCONE, SARÀ CERTAMENTE SCONFITTO IN SICILIA”

Palermo, 13 nov. 2013 - “La drammatica notizia resa nota oggi, secondo cui il procuratore Di Matteo è nel mirino della mafia per effetto di a una condanna a morte pronunciata da Toto' Riina, fa emergere la centralità di una lotta alla mafia che oggi come ieri, deve caratterizzare l'impegno delle istituzioni e della società in Sicilia”. Lo dice il Presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta. “Troppo spesso e troppo facilmente si è liquidata la mafia come sconfitta e troppo spesso come estinta.
La battaglia che oggi si pone di fronte a noi, deve tenere conto degli interessi vasti su cui si è articolato il sistema mafioso nella nostra regione, ma anche della possibilità che più si disarticola quel sistema, più si alza il livello dello scontro. Occorre una nuova straordinaria mobilitazione della società siciliana, che aiuti a sconfiggere e snidare la mafia in tutti i settori, dal pizzo, al traffico delle sostanze stupefacenti, al malaffare nella pubblica amministrazione”.

Il Presidente della Regione Rosario Crocetta, ringrazia Di Matteo e tutti i magistrati siciliani che ogni giorno, nell'eroismo del quotidiano, combattono per la nostra libertà. “Liberarsi dalla mafia – continua il presidente - è l'obiettivo prioritario che tutti noi dobbiamo mettere nella nostra agenda di lavoro per favorire lo sviluppo economico, sociale e civile della Sicilia. La mafia nega la libertà politica, economica, uccide la dignità delle persone. La nostra rivoluzione non può che avere al primo posto proprio la lotta contro la mafia e il malaffare, ovunque esse si annidino. Le vicende di questi mesi e di questi anni, fanno emergere come gli attacchi della mafia siano il tentativo di impedire proprio quel processo di rinnovamento profondo della nostra Isola, che sta avvenendo grazie proprio al lavoro dei magistrati, delle forze dell'ordine, della società e di parte delle Istituzioni siciliane. Siamo con Di Matteo e con tutti coloro che si battono contro quel sistema mafioso che, - conclude Crocetta - come riteneva Falcone, sarà certamente sconfitto nella nostra Isola”.

"Solidarietà e vicinanza a Nino Di Matteo, ai magistrati e agli uomini delle forze dell'ordine impegnati nel processo sulla trattativa Stato-mafia". Lo dice il senatore Giuseppe Lumia, componente della Commissione parlamentare antimafia, commentando la notizia delle minacce rivolte dal boss Totò Riina nel carcere milanese di Opera nei confronti del pm Nino Di Matteo. "È chiaro - aggiunge - che Cosa nostra ed il sistema politico delle collusioni hanno ancora oggi paura del processo e dei possibili sviluppi investigativi".

"Attenzione - conclude l'esponente antimafia del Pd -, Riina non è un normale boss, detenuto in regime di 41 bis, vecchio e isolato. Penso proprio che non sia così. Cosa nostra nonostante i colpi subìti è viva e con in testa Riina e Matteo Messina Denaro c'è da aspettarsi di tutto, anche azioni violente verso i rappresentanti dello Stato".

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