Scorie nucleari: anche a Trapani il NO assoluto al deposito nazionale di rifiuti radioattivi

Manifestazione NO deposito scorie. Ciminnisi (M5S): "Auspichiamo presa di posizione di maggioranza e Governo di centrodestra".  La deputata ARS Cinqustelle Cristina Ciminnisi presente, unitamente alla coordinatrice Territoriale del M5S Francesca Trapani, alla manifestazione contro le scorie nucleari avvenuta a Trapani. Trapani, 2 maggio 2024  – "Come abbiamo già fatto a Segesta, anche a Trapani, oggi abbiamo manifestato il nostro NO assoluto al deposito nazionale di rifiuti radioattivi nei nostri territori. Come MoVimento 5 Stelle Sicilia, lavoreremo perché l’ARS approvi la mozione affinché Trapani e Calatafimi non diventino la pattumiera d’Italia. Ci preoccupa il fatto che non abbiamo ancora ascoltato un NO altrettanto deciso da parte della maggioranza di centrodestra, né da parte del Governo Regionale. Al contrario, sembrano giungere da autorevoli rappresentanti del territorio preoccupanti voci di 'disponibilità a valutare' le 'opportunità economiche'.

FEMMINICIDIO, AUTONOMIA SCOLASTICA E RETORICA: PIÙ ALTO SI VA PEGGIO È

Palermo, 09/11/2013 - L’antichità classica e cristiana ha consegnato ai posteri un messaggio inequivocabile sulla conflittualità uomo-donna, dal punto di vista genetico, culturale, sociale, religioso. L’Europa dal medioevo ai nostri giorni ha perpetuato questo rito. La gelosia maschile fa strage di Francesca da Rimini (Dante, Inferno, canto V°,100-108) uccisa dal marito Gianciotto insieme all’amante Paolo: “Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende, prese costui de la bella persona che mi fu tolta; e ’l modo ancor m’offende.
Amor, ch’a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m’abbandona” e fa strage anche di Desdemona, uccisa dal marito Otello (Shakespeare) nel letto nuziale. La Sicilia si fa conoscere alla fine del 1500 per la tragica vicenda della baronessa di Carini: nel 1563 donna Laura Lanza di Trabia baronessa di Carini, moglie di don Vincenzo La Grua - Talamanca, venne uccisa dal padre per motivi di onore insieme al presunto amante. La concezione della donna come possesso dell’ambiente maschile predominante riduce all’infelicità Lisabetta da Messina (siciliani nel Decamerone di Boccaccio), che vive a Messina, e si innamora di un giovane pisano, Lorenzo, che i fratelli uccidono per gelosia. La ragazza, ritrovata la testa del suo amato, la nasconderà in una pianta di basilico, compagna del suo pianto.

Ma più alto si va peggio è. Lucrezia era figlia del , Vannozza Cattanei. All’età di undici anni, era stata promessa in moglie già due volte: in entrambi i casi suo padre sciolse i fidanzamenti. La società rinascimentale riscopre i valori umani, dopo il buio medievale, e promuove una società ricca e colta, ma i beni di una famiglia si trasmettono ancora seguendo la linea maschile. Vogliamo ricordare Lucia, protagonista dei Promessi Sposi, donna del seicento, e la sua fuga, il suo dolore, la paura, il voto di rinunziare al suo amore, per la sovrastante e crudele persecuzione di un signorotto spagnolo, Don Rodrigo?

Non vi è dubbio che per ogni epoca che passa il divenire trova nuove forme di sottomissione della donna ai desideri e alla violenza dell’uomo. Per esempio sedurre donne invece che ucciderle. È quello che avviene in ambiente settecentesco. Don Giovanni, cavaliere, licenzioso quanto coraggioso, nel quale si è voluto vedere una proiezione di Mozart, pare che ne abbia conquistate nel girare il mondo in Italia 640, in Alemagna (Germania) 231, in Francia 100, in Turchia 91 e in Spagna 1003. Del tardo settecento, poi, abbiamo una testimonianza tratta da un romanzo di Patrick Suskind, Il profumo, ambientato nella Parigi pre-rivoluzionaria, che narra lo sfortunato destino di Jean-Baptiste Grenouille, dotato di due particolarità: la prima è quella di possedere un olfatto potentissimo, la seconda, la più inquietante, è quella di non emanare odore. Dopo un’infelice infanzia, rimasto orfano, nella cittadina di provincia di Grasse, assassino misterioso, comincia a decimare la popolazione femminile; le sue vittime hanno tutte due particolarità: sono le fanciulle più belle della città e vengono ritrovate nude e con i capelli tagliati. Grenouille non riesce a provare piacere di fronte all’amore che è riuscito a scatenare nelle persone e nelle donne in particolar modo, e prova per loro solo odio e ripugnanza.

La vita del protagonista è quella di un emarginato della società, un uomo privato di ogni sorta di comprensione, che cerca il piacere nell’unica cosa che sente realmente sua, l’olfatto. Grenouille non vuole gloria, non brama ricchezza materiale, vuole creare un profumo in grado di soggiogare chiunque lo odori. Come nel presente, anche nel passato, le donne pagano la sua follia. Il romanticismo ottocentesco ha in qualche modo, sintetizzato i modelli femminili in tre tipi: la donna sacrale, assimilata alla madre, pura, di una purezza che va vegliata dall’uomo, padre, marito, fidanzato, fratello. La moglie del principe di Salina nel Gattopardo di Tomasi da Lampedusa è ironicamente una di queste. Il marito ne ha sette figli, senza mai vederle l’ombelico. ”L’amore, l’amore - dice il Principe -, un anno di fiamme e fuoco e trent’anni di sofferenza”. Lei dolce, laboriosa, virtuosa, consolatrice, rivendicatrice e compensatrice del modello biblico (Eva) è l’onore del legittimo sposo.

Il secondo tipo è la donna corrotta, viziosa, causa di degradazione e perdizione dell’uomo, seduttrice per antonomasia, perfida e mangiatrice d’uomini (Marlene Dietrich in Angelo azzurro). Infine il terzo tipo è la donna redimibile, la Traviata di Giuseppe Verdi, che arriva a prostituirsi ma conserva in un angolo del cuore un sogno intatto e puro di amore. Centinaia e migliaia di donne fino a pochi decenni fa, ed ancor oggi, in molti centri minori della nostra isola e penisola, hanno subito un destino di sottomissione all’interno di una famiglia piccolo-borghese, generalmente seguace della religione cristiana e cattolica, che ha il compito di salvare il mondo. Una famiglia in cui le pulsioni e le passioni sono sacrificate ad un istinto generazionale, terapeutico, salvifico, apocalittico.

Ricordo, quand’ero bambino, due fratelli che avevano deciso il matrimonio dei rispettivi figli (maschio e femmina) per mantenere la roba inalterata. Il rifiuto della donna per un amore vero fu causa di odio tra le famiglie che avevano scomposto il patto d’onore e di interesse. Sorvolo sugli stupri e sui femminicidi subiti da moltissime donne per mano fascista, nazista e della mafia. L’equilibrio dell’asimmetria che corrisponde alla disuguaglianza geometrica della natura del rapporto tra uomo-donna, della coppia, della famiglia basata sulla gerarchia, è stata messa a rischio dalla rivoluzione femminile a partire dagli anni 60, presieduta da un nuovo modello di donna e di famiglia proveniente soprattutto dai popoli anglosassoni. Molto spesso è stata proprio la differenza e l’asimmetria tra l’uomo e la donna a costituire un senso e un contesto propizi alla relazione, mentre in una relazione simmetrica, due esseri umani stabiliscono tra loro un rapporto di tipo contrattuale all’interno del quale non riescono ad esprimere alcuna forma di solidarietà, ma ad esercitare soltanto relazioni competitive frammentarie, istintive, e schizofreniche.

Le affinità elettive e le strategie solidaristiche lasciano, in questo modo, senza scampo, il posto a relazioni interpersonali che si strutturano secondo criteri di utilità, in termini di produzione di profitti e di potere. Questo processo è devastante nei giovani perché l’effetto simmetrico cancella la percezione dei bisogni in funzione dell’età e della realtà effettiva. In un marciapiedi, vicino casa mia, di fronte ad una scuola media frequentata da famiglie economicamente miste, una dichiarazione amorosa pubblica di un ragazzino immaturo esalta l’amata con elogi e segni d’amore che preannunciano il bisogno assoluto di lei per il completamento di lui. Narciso non è più Narciso ed Eco, destinata a chiamarlo inutilmente, si è trasformata in Narcisa.

L’uomo centrifugo del passato è alla disperata ricerca della madre terra centripeta per eccellenza e se ne perde le tracce la parte limbica (cfr.Levi Montalcini) del suo cervello diventa una massa di neuroni aggressivi e violenti. La donna della società liquida nella quale viviamo afferma la sua volontà di potenza, instaurando soltanto rapporti univoci, e non educa più, non forma più, non contribuisce con il suo tessuto affettivo, emotivo, sensitivo di creatura nata dalla costola di Adamo a creare persone in grado di accettare anche la sconfitta, ma individui fragili e insicuri perfino delle proprie brame.

Sarebbe bene soffermarsi sull’importanza e l’efficacia del formarsi della coppia nel riconoscimento dell’alterità. Invece viviamo la modernità liquida come una forma apparente di benessere psicologico e politico ma in realtà essa ci rode dentro pezzi sempre più consistenti della materia e dello spirito della nostra personalità. La coppia tradizionale che superava le profonde difficoltà della sua formazione, inerenti all’instabilità esistenziale di due unità che aspirano alla dualità, attraverso il cemento rigido delle convenzioni e della gerarchia della società pre-moderna, è stata depauperata, a poco a poco, del suo spessore canonico. Il legame nodoso che la costituiva è stato sciolto come un nodo di Gordio dalla sostanza vischiosa e sciogliente della libertà, del lavoro, della competizione, del pluralismo, della democrazia, dell’eguaglianza dei generi, delle pari opportunità, in una società nella quale il progresso umano procede senza il controllo degli eccessi e scardina i modelli e i valori sacrificandoli ad un’incultura dell’identità indifferenziata.

Tra le tante utili asimmetrie che resistevano a tale scardinamento, quella della coppia permetteva una compresenza e reciprocità di ruoli e funzioni capace di guidare le società verso il futuro, proteggendo con un tenero e all’occorrenza severo calore i figli, protagonisti del mondo che verrà, garantendo per altri secoli l’affettività come filtro necessario per tenere più lontano l’homo homini (feminae) lupus.

Il rapporto tra uomo e donna vive una stagione difficile di transizione che esigerebbe una nuova educazione ai ruoli e alle funzioni della parità del genere, ma, in realtà, pare di capire che l’evasione dalle responsabilità sia la risposta più praticata soprattutto dal genere maschile sul quale grave, più che sull’altro genere, la difficoltà e il disagio di accettare mansioni e diminuzioni cui non è stato abituato dal secolare maschilismo della società occidentale. Certamente non c’è nulla da sperare da individui (uomini, ma sempre più soprattutto donne), agenzie, associazioni che acclamano battaglie e leggi contro il femminicidio e non mancano, ciascuno nel suo ruolo e nella sua funzione, come spesso appare, di alimentare sopraffazioni ed ingiustizie che smentiscono, seduta stante, l’eticità presunta delle loro azioni e delle loro parole.

Gaetano Bonaccorso

Commenti