Scorie nucleari: anche a Trapani il NO assoluto al deposito nazionale di rifiuti radioattivi

Manifestazione NO deposito scorie. Ciminnisi (M5S): "Auspichiamo presa di posizione di maggioranza e Governo di centrodestra".  La deputata ARS Cinqustelle Cristina Ciminnisi presente, unitamente alla coordinatrice Territoriale del M5S Francesca Trapani, alla manifestazione contro le scorie nucleari avvenuta a Trapani. Trapani, 2 maggio 2024  – "Come abbiamo già fatto a Segesta, anche a Trapani, oggi abbiamo manifestato il nostro NO assoluto al deposito nazionale di rifiuti radioattivi nei nostri territori. Come MoVimento 5 Stelle Sicilia, lavoreremo perché l’ARS approvi la mozione affinché Trapani e Calatafimi non diventino la pattumiera d’Italia. Ci preoccupa il fatto che non abbiamo ancora ascoltato un NO altrettanto deciso da parte della maggioranza di centrodestra, né da parte del Governo Regionale. Al contrario, sembrano giungere da autorevoli rappresentanti del territorio preoccupanti voci di 'disponibilità a valutare' le 'opportunità economiche'.

SCUOLA, LA RIVOLUZIONE NEL MODO DI ‘FARLA’ COINVOLGENDO ALTRI 100 ISTITUTI

Il progetto “book in progress” dell’ITIS Majorana di Brindisi sta rivoluzionando il modo di fare scuola coinvolgendo più di altri cento istituti costituitisi in rete
09/11/2013 - Un esperimento didattico iniziato circa quattro anni fa dall’ITIS Ettore Majorana di Brindisi sta nel tempo trasformandosi in una vera rivoluzione per il coinvolgimento allo stato attuale di più di cento istituti che hanno di fatto costituito una rete.
Il Dirigente scolastico del Majorana, Salvatore Giuliano, nel 2009 ha proposto ai suoi docenti di scrivere i libri di alcune discipline tenendo in considerazione la preparazione iniziale dei loro alunni e i loro diversi tempi d’apprendimento.
Il progetto, chiamato “book in progress”, oltre che essere un metodo didattico innovativo vuole essere anche un modo per abbattere il costo dei libri di testo che molte famiglie non possono permettersi. È un metodo che certamente non incontra il favore delle case editrici che dopo la seconda guerra mondiale, superato il periodo del libro unico controllato dalla autorità fasciste, hanno trovato nei libri scolastici l’occasione per realizzare grandi profitti.

Intervistato da Riccardo Luna di Repubblica (3 aprile 2013) che gli chiede “Gli editori ti considerano alla stregua di un pericolo pubblico. Ammettendo che non lo facciano per difendere i loro interessi economici, come rispondi alla accusa di aver fatto perdere autorevolezza al testo scolastico?”, il preside Giuliano risponde: “La garanzia del libro scolastico non è mai stato l’editore ma il docente. Anche quando proviene da un editore prestigioso, l’autorevolezza del libro per gli studenti passa sempre dal loro professore. In realtà book in progress non è un prodotto ma una idea, un nuovo modo di vedere la didattica“.

Gli editori non possono essere contenti: in passato hanno difeso la loro posizione privilegiata denunciando alle autorità scolastiche qualsiasi tentativo di derogare a quanto imposto. Certamente non possiamo disconoscere che il libro scolastico rimane sempre un riferimento ed uno strumento culturale importante, tenuto conto che la maggior parte dei testi sono frutto del lavoro di seri studiosi e ricercatori. Negli ultimi anni si è cercato anche di combattere la tendenza a produrre testi ipertrofici: oltre che a tutelare la salute degli alunni che non devono più portare a scuola pesanti tomi, il progetto book in progress introduce quindi un nuovo modo di far didattica. ”Abbiamo cambiato il modo di fare scuola” dice Giuliano a Corrado Giustiniani, che l’intervista per L’Espresso di questa settimana, e continua: “Nei secoli è cambiato tutto, l’unica cosa che è rimasta immutata è la struttura della classe, una cattedra da una parte e i banchi dall’altra. Questo non è più possibile.

Occorre metter l’alunno al centro del processo d’apprendimento”. La normativa sinora vigente, che viene adesso modificata dal D.L. 104/2013 già approvato dal Parlamento, ha imposto ai collegi dei docenti l’adozione dei libri di testo con un enorme spreco di risorse che è stato sempre sotto gli occhi di tutti. Per aggirare tale onerosa imposizione anche chi scrive negli anni ’70 ha creato per i propri alunni l’antologia con i brani da studiare stampata col ciclostile e qualche volta col limografo utilizzato in classe dagli stessi alunni. La dispensa che veniva prodotta, per non incorrere nelle ire degli editori e dei librai, veniva presentata come integrazione al libro di testo che comunque doveva essere adottato, anche se poi non veniva acquistato dagli alunni.

Ma si è trattato di episodi isolati, anche perché il predisporre tali strumenti alternativi al libro di testo necessita di lavoro che non tutti i docenti sono disposti a fare. La novità di quanto è avvenuto all’Istituto Majorana di Brindisi sta innanzitutto nel fatto che l’iniziativa è diventata contagiosa e che i docenti hanno lavorato gratuitamente (legittimamente potrebbero attingere al fondo d’istituto per un progetto didattico, nel rispetto del principio che chi lavora di più debba avere un maggiore riconoscimento). L’ultima novità sta nel fatto che con i soldi risparmiati per l’acquisto dei libri, le famiglie dell’ITIS di Brindisi hanno acquistato per i loro figli dei tablet da usare come strumenti didattici. Il primo coordinamento nazionale della rete avrà luogo a Brindisi dal 5 al 7 novembre. Un po’ d’aria nuova nella scuola non guasta.

Giovan Battista Puglisi
Direttore Editoriale della “Letterina” ASASI

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