La "Giornata del ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace" che si festeggia ogni anno il 12 novembre, anniversario degli attentati di Nasiriyya: venne istituita nel 2009. Il conferimento della medaglia suscitò vive proteste da parte di congiunti dei militari italiani caduti in servizio a Nassiriya, non insigniti di una decorazione di pari prestigio
Roma, 12/11/2013 - Il Presidente della Commissione Difesa della Camera dei deputati, Elio Vito, in apertura dei lavori della Commissione ha commemorato il 10° anniversario della strage di Nassiriya, in cui persero la vita diciannove connazionali
"impegnati in Iraq in una missione internazionale fortemente incentrata sui valori della pace, della democrazia e della tutela dei diritti e delle libertà fondamentali contro la minaccia terroristica ed ogni forma di violazione della dignità della persona umana". Il Presidente Vito ha espresso il cordoglio e la vicinanza ai congiunti delle vittime, nonché "la testimonianza della profonda gratitudine da parte delle Istituzioni per l'alto prezzo pagato al servizio del Paese e della comunità internazionale".
"Rivolgo il mio deferente omaggio a tutti coloro che hanno perso la vita adempiendo con onore al proprio dovere, al servizio dell'Italia e della comunità internazionale". Lo ha scritto il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in un messaggio inviato, in occasione della celebrazione della Giornata dedicata al ricordo dei caduti, militari e civili, nelle missioni internazionali per la pace, al Ministro della Difesa, Mario Mauro.
"Rivolgo - ha continuato il Capo dello Stato - il mio deferente omaggio a tutti coloro che hanno perso la vita adempiendo con onore al proprio dovere, al servizio dell'Italia e della comunità internazionale. Nel 10° anniversario della strage di Nassirya, che oggi ricorre, un commosso pensiero va, in particolare, ai 19 italiani tragicamente caduti in quell'efferato, gravissimo attentato ed agli iracheni che con essi perirono, vittime di una stessa inaccettabile e vile barbarie. I militari ed i civili che, anche a rischio della vita, operano nelle aree di crisi, in tante travagliate regioni del mondo, sono l'espressione di un paese che crede nella necessità di uno sforzo comune per la sicurezza e la stabilità. Sono il simbolo di un impegno forte a tutela dei diritti fondamentali dell'uomo e per la cooperazione pacifica tra i popoli. I caduti che commemoriamo in questa giornata sono stati interpreti coraggiosi e sfortunati di questo grande impegno italiano. Dobbiamo esserne orgogliosi e tributare loro la nostra riconoscenza per quanto hanno dato".
"Con questi sentimenti - ha concluso il Presidente Napolitano - sono oggi affettuosamente vicino ai familiari di quegli uomini e di quelle donne e partecipo al loro dolore".
Il conferimento della medaglia, avvenuto durante la campagna elettorale per le elezioni politiche del 2006, suscitò vive proteste da parte di congiunti dei militari italiani caduti in servizio a Nassiriya, non insigniti di una decorazione di pari prestigio.
Tra questi, Maria Cimino, madre del caporalmaggiore scelto Emanuele Ferraro, dell'Esercito Italiano, la quale ha protestato verso il presidente della Repubblica Ciampi per la disparità di trattamento riservato a Fabrizio Quattrocchi e ai caduti di Nassiriya[15]. Analoga protesta è giunta dal figlio del brigadiere dei Carabinieri Domenico Intravaia, caduto nell'attentato di Nassiriya[16], e da Paola Cohen Gialli, vedova del maresciallo dei Carabinieri Enzo Fregosi, ucciso nell'attentato del 12 novembre 2003, la quale ha dichiarato:
« A noi non interessa il lato finanziario della vicenda perché non vogliamo la medaglia d'oro per ottenere il vitalizio, ma per avere un riconoscimento perenne a chi è morto mentre serviva il proprio Paese e contribuiva a far rinascere la democrazia in Iraq. Ai nostri carabinieri non è stato dato niente e a Quattrocchi la medaglia d'oro. È un'assurdità »
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