Aeroitalia e Aerolinee Siciliane: salta l'accordo per costi raddoppiati e licenza mancante

Salta l’accordo tra Aeroitalia e Aerolinee Siciliane. Accordo tra Aeroitalia e Aerolinee Siciliane risolto per costi raddoppiati e licenza mancante  Catania, 24 aprile 2024 – Accordo tra Aeroitalia e Aerolinee Siciliane risolto per costi raddoppiati e licenza mancante. In data odierna è stato risolto l’accordo preliminare tra Aeroitalia e AerolineeSiciliane. Il Presidente Dott. Giacomo Guasone comunica che il MOU tra Aeroitalia e Aerolinee Siciliane si è concluso negativamente.   “A tutt’oggi, - dichiara il dr.Guasone, - la società Air Connect, oggetto dell’accordo, non è stata risanata e le richieste economiche per l’acquisizione della stessa sono state raddoppiate. L’aumento della richiesta insieme alla mancata riattivazione della licenza di volo e la conseguente perdita della stagione rendono impossibile l’investimento."

LUMIA (PD), INTERROGAZIONE PER CHIEDE AL GOVERNO DI MANTENERE QUOTE STM

Roma, 11 dicembre 2013 - Il senatore del Pd Giuseppe Lumia ha presentato un'interrogazione al Senato in cui chiede al Ministro dello sviluppo economico se "ritenga utile convocare le parti sociali al fine di approfondire e valutare i vari aspetti relativi alla vendita delle quote azionarie STM di proprietà dello Stato; se ritenga opportuno, sul piano occupazionale, mantenere le quote azionarie STM di proprietà dello Stato ed anzi puntare con decisione su un settore definito
dall'Europa volano fondamentale per la ripresa economica; se ritenga necessario istituire un tavolo di cooperazione con la Regione Sicilia, gli enti locali e i soggetti coinvolti per investire nel settore della microelettronica a partire dalla cosiddetta "Etna Valley", affinché essa diventi un distretto produttivo trainante dell'economia italiana".

"La decisione presa poche settimane fa dal Governo - spiega Lumia nel documento - di vendere le quote azionarie STM di proprietà dello Stato italiano introduce un elemento di forte incertezza e preoccupazione. Una scelta che sottopone i nostri stabilimenti al rischio di disinvestimento e di delocalizzazione, se si considera che lo Stato francese non solo non intende vendere le proprie quote ma, al contrario, ha intenzione di investire 2 miliardi di dollari per il sito di Crolles".


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