1° Maggio: «Festa del Lavoro», la filastrocca di Mimmo Mòllica

1° Maggio Festa del lavoro. La «Filastrocca del Lavoro» di Mimmo Mòllica racconta in versi e strofe questa importante ricorrenza. E noi la proponiamo a grandi e piccini per celebrare la «Festa del Lavoro e dei Lavoratori».  «Filastrocca del lavoro» di Mimmo Mòllica   Caro babbo che cos’è il lavoro? dei bambini domandano in coro a un papà stanco e pure affannato, dal lavoro appena tornato. Ed il babbo risponde a fatica «serve a vivere, è una regola antica». Ed aggiunge: «… ed inoltre, sapete il lavoro è passione, è volontà e decoro». «E che cosa vuol dire decoro?», ribatterono subito loro. «È nell’opera di un falegname, è Van Gogh, è in un vaso di rame». «È Geppetto e il suo pezzo di legno, è Pinocchio, è Collodi e il suo ingegno, è donare qualcosa di noi senza credersi dei supereroi». «È costruire un gran bel grattacielo, è Gesù quando spiega il Vangelo, compiacersi di quello che fai, è dolersene se non ce l’hai!». Però un tipo iniziò a blaterare: «È pagare la gente per non lavorare, s

BROLO: SCOPERTI GLI AUTORI "DELL'AGGUATO" AGLI AMMINISTRATORI, IN GALERA I PANETTIERI

Al Capone: “Crede che quei banchieri siano in prigione? Nossignore. Sono fra i cittadini più stimati della Florida. Sono feccia, almeno quanto i politici disonesti! Creda, io ne so qualcosa..."
 ”Brolo (Me), 22/02/2014 – Con la pubblicazione dei dati ‘Istant’ sulle somme a vario titolo pagate ad amministratori e associazioni sportive brolesi, ha ufficialmente preso il via la campagna elettorale per il rinnovo del sindaco e dell’amministrazione comunale di Brolo, dopo le dimissioni di massa causate dall’ormai famosa vicenda dei ‘mutui fantasma’.
Mutui fantasma, come gli ectoplasmi che col favore del buio hanno lasciato i “riepiloghi retributivi” nella cassetta della posta di un'emittente locale per tornarsene, in santa pace, nelle fidate tenebre, rifacendo i conteggi:

“Quattru cu quattru signuri fannu ottu, / p’annari a 10 nni mancanu dui, / e cinqu e tridici fannu diciottu, / e quattordici, trentadui; / p’annari a 60 nni manca 28 / e pi’ centu, 40 e non cchiui. / Scusati signuri ca sugnu picciottu: / lu cuntu è fattu, facitilu vui”.

Conti, tutto sommato, non difficili da fare, roba da bambini se si considera che oggi, con questo benedetto euro, se a un cittadino comune un chilo di pane costa 1 euro, a un assessore comunale costerà 10 euro, a un sindaco 100 euro. Per non parlare di deputati regionali e nazionali, ai quali - com’è noto - un chilo di pane lo fanno pagare 1000 euro. Che ladri i panettieri!

In galera li panettieri / mò che s'erano arriccuti / tutti s'erano resoluti / a diventare cavalieri. / In galera li panettieri / mò ca s'erano ingranduti / si credevano già barone… / D'affama’ la popolazione / nun si devano pensieri. / Oh che spasso, oh che delizia / quanno venne la giustizia / ca diceva: "Mò che speri, d’avere oggi chello di ieri?


E’ il caro vita, signori, che ci vogliamo fare? E’ logico e normale - pertanto - che un’amministrazione debba versare sul conto di un sindaco migliaia di euro al mese, 20.000 euro al colpo ad una associazione sportiva. E’ normale! Sempre che le tabelle di pagamento lasciate nottetempo nella cassetta della posta dal fantasma di Brolo siano autentiche.

Se si potessero dare per buone, non rimarrebbe che mettersi nei panni di questi poveri sventurati del Comune, costretti a non pagare gli artigiani, i lavoratori, i piccoli fornitori, poiché i soldi, si sa, in famiglia non bastano mai. E dai a questo, dai a quello, non si arriva più neanche alla seconda settimana.  
I poveri non ci fanno caso, quelli sono abituati a non mangiare. Se tu dai da mangiare a un povero lo ammazzi, gli alteri il metabolismo, attenti alle sue tradizioni di famiglia. Se, invece, togli qualche decina di migliaia di euro a un ricco commetti un delitto contro l’umanità arricchita, contro un parvenu, gli dai un dolore, lo costringi a rubare. Capisci? "Nessun uomo è abbastanza ricco da poter riscattare il proprio passato", dice Oscar Wilde.

“La ricchezza somiglia all'acqua di mare: quanto più se ne beve, tanto più si ha sete”, sostiene Schopenhauer. E Bukowski: “Solo i poveri riescono ad afferrare il senso della vita, i ricchi possono solo tirare a indovinare”. Si, perché i ricchi non sempre sanno quanto costa un chilo di pane e possono solo tirare a indovinare.

Al Capone, illuminato criminale e storico gangster americano affermava: “Crede che quei banchieri siano in prigione? Nossignore. Sono fra i cittadini più stimati della Florida. Sono feccia, almeno quanto i politici disonesti! Creda, io ne so qualcosa. E’ da tempo che mangiano e si vestono con i miei soldi. Finché non sono entrato nel racket non sapevo quanti imbroglioni indossano abiti costosi e parlano con accento da signori.”
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Chi afferma che i ricchi che si dedicano alla politica ruberanno di meno proprio perché già benestanti è come se affermasse che i drogati consumeranno meno stupefacenti, proprio perché già drogati.

Carl William Brown

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