
Brolo (Me), 05/03/2014 – E’ il classico gesto con cui si dichiara il proprio stato civile, in società, nella vita burocratica e nei concorsi. Il gesto, infatti, va fatto per legge sempre col dito medio alzato, a condizione che la mano sia quella alla quale la persona coniugata porta l’anello di nozze: la Santanchè, Bossi, Pelù e Berlusconi a destra, la statua di Cattelan, Marlon Brando, Steve McQueen a sinistra. C’è uno più d’un altro!
Le origini del gesto? "Gli Attici, Aristofane, Demostene, Giovenale, Winston Churchill, Isidoro di Siviglia… Quest’ultimo, Isidoro di Siviglia, coniò pure la frase coniugale: “Nuddu Siviglia si non si rassomiglia”.
Poi la Guerra dei cento anni, tra inglesi e francesi: gli arcieri usavano il medio per scoccare la freccia e per questo ad ogni arciere catturato dai francesi veniva amputato il dito medio. Non è perciò vero che il dito medio alzato si colleghi alla locuzione latina “
In medio stat virtus” (la virtù sta nel mezzo) e che il tutto sia nato a Brolo. L'espressione latina infatti risale ai filosofi medievali, anche se già Aristotele, Orazio e Ovidio avevano espresso concetti simili.
Il ‘vaffa’ è un’altra cosa. Luciana Littizzetto all’Ariston di Sanremo ci ha ammannito un sonorissimo «Vaffa» sfottendo le belle signore che dicono di tenersi in forma «non facendo niente, solo con uno stile di vita sano e qualche integratore».
Alberto Sordi riserva il gesto dell'ombrello ai lavoratori nel film ‘
I vitelloni’. Un gesto che entra nella storia del costume e non solo. Gesto dell’ombrello che avrebbe origini ad Enna, nella Sicilia degli anni '20, in un centro per sordomuti, quando l'analfabetismo era molto diffuso pure tra i muti (i muti, non i
mutui) che non conoscevano ancora il linguaggio dei segni e non potevano che esprimersi a gesti: nacque il gesto dell'ombrello. Così Alberto Sordi, Beppe Grillo, Maradona e il leghista Borghezio, entrano nella storia per quel gesto.
Tornando al gesto del dito medio e a Brolo, per fare un esempio concreto. Mettiamo che scompaia (che sia scomparso) del denaro pubblico in ingente quantità dalle casse comunali e che si cerchi di addossare la responsabilità di tutto a un ‘semplice ragioniere’… E’ ovvio che quello si ribelli, che cerchi di difendersi e cerchi pure, se possibile, di ristabilire la verità.
Insomma, se un ragioniere volesse dire che non ci sta ad assumere i panni della vittima sacrificale, che non ci sta a lasciare “
insinuare sospetti e far ricadere le colpe relative alla vicenda dei “Mutui fantasma” su un semplice “Ragioniere contabile” che, com’è noto, deve rendere esecutive le decisioni prese, approvate e firmate dalla giunta Comunale, con la presenza della Segretaria Comunale che controfirma. (Un semplice ragionire, ndr) non si può arrogare il diritto di prendere iniziative personali di tale portata all’insaputa dei suoi superiori e comunque non può, nell’ambito della gestione finanziaria di un Comune, accendere muti di simile portata a titolo personale. Si fa presente che non è ammissibile, non è accettabile e non è auspicabile che un uomo venga perseguitato e additato come colpevole sulla base di illazioni...”
“Se ci mettiamo ad
additare - avrebbe detto il rag. Arasi, secondo fonti non confermate - allora
additiamo pure noi, col dito medio!”.
In medio stat virtus?
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