Capizzi, studente modello di 16 anni ucciso in piazza da un ventenne armato di pistola

Uno studente di 16 anni,  Giuseppe Di Dio, è stato ucciso sabato 1° novembre a Capizzi, piccolo comune dei Nebrodi in provincia di Messina, mentre un suo amico è rimasto ferito nella sparatoria. Fermate tre persone.  Giuseppe Di Dio frequentava la terza classe  dell'istituto alberghiero di Troina (Enna) e sarebbe stato attinto per errore dai colpi mortali esplosi da  Giacomo Frasconà Filaro , il 20.enne presunto assassino . 3 nov 2025 - Giuseppe Di Dio, 16 anni, e i suoi amici si trovavano  davanti a un bar di via Roma, a Capizzi, quando da un'automobile sarebbero scese tre persone, una delle quali avrebbe esploso i colpi di arma da fuoco che hanno attinto mortalmente il sedicenne, ferendo un altro giovane di 22 anni.  Si tratta di  Antonio Frasconà Filaro , 48 anni, e dei figli Mario, 18 anni, e Giacomo, 20 anni. Quest'ultimo, armato di pistola avrebbe fatto fuoco sulle persone presenti all'esterno del  bar di via Roma, a Capizzi, uccidendo ...

GIOIOSA MAREA: ‘ECCE HOMO’, GRANDE SUCCESSO AL TEATRO F. BORÀ (BREVETTATO?)

Gioiosa Marea (Me), 12/04/2014 – Pure a Gioiosa Marea si conclude con la Resurrezione la brutta avventura di Gesù Nazareth, Re dei Giudei, crocifisso sul Golgota al pari dei ladroni (di brevetti?). La messinscena della passione di Cristo, curata dall’Arci di Gioiosa Marea per la regia di Pippo Princiotta, chiude la prima delle due serate al teatro F. Borà col tutto esaurito ed una nutrita dose di applausi, convinti e pienamente meritati.
La biennale rappresentazione dell’Ecce Homo ha rinnovato la passione di Gesù Nazareno, Re dei Giudei, affiggendo al culmine della croce il ‘marchio industriale’ "Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum", che dovrebbe appartenere alle autorità ebraiche a Pilato o a Caifa, sempre che per insipienza, nel corso della notte, qualcuno non abbia provveduto a brevettarlo, appropriandosene (con due ladroni accanto sulla croce non si sa mai).

L'Ultima cena in compagnia degli apostoli, l’arresto di Gesù nell'orto del Getsemani, il tradimento incredulo e poi la dilaniazione interiore di Giuda Iscariota, trovano nella rappresentazione della compagnia teatrale di Gioiosa Marea una toccante ed apprezzabile trasposizione, con bravura recitativa e soluzioni scenografiche e tecniche davvero degne di un professionismo che qua può dirsi che manca solo conoscendo le cose. Perché l’accuratezza dei costumi e delle scene, la compostezza recitativa e la profondità delle interpretazioni e ‘normalmente’ di livello non dilettantistico.
Così Giuda Iscariota, interpretato da un insospettabile Massimo Spinella, vuota il suo cuore ormai inutile e perso nell’afflizione, che Spinella recita con umana dilaniazione dell’anima, raggirato e inutilmente pagato per tradire il mondo, per tradire se stesso e l’umanità alla quale Giuda consegnava la grandezza di Cristo, come da copione. Uno struggimento che non ha limiti e indica attraverso il bravo Massimo Spinella il livello qualitativo raggiunto a Gioiosa Marea dai giovani e dagli appassionati che, avvicinatisi al teatro ormai da tempo, hanno saputo rendere solide e pregevoli preparazione e arte recitativa e interpretativa.

 Cristo conferma con Mauro Mangano una piena comprensione delle vicende e del sacro personaggio, riuscendo a fare scorrere la narrazione in maniera credibile e vera, per quel contenuto educativo che il teatro è giusto e opportuno che assuma. Si toccano con mano (e con cuore) tutti gli elementi di scena e sacri che un arredo scenografico semplice ma puntuale e convincente ha disposto per questa biennale rappresentazione.

Numeroso e ben guidato il ‘personale recitante’, da Pietro a Pilato, gli interpreti alle ‘dipendenze’ di Cristo (e di Pippo Princiotta) danno di se stessi tutta la bravura e la passione possedute e alla storia quanta più credibilità possibile, giacché non è credibile che nell’essere umano possa coagularsi tanta bestialità, tanta cattiveria, tanta lordura. Non è possibile che i chiodi, fatti per inchiodare, possano essere destinati a trafiggere il cuore del mondo, l’anima dell’esistenza, la bellezza del creato e della materna concezione.
Così un pubblico attento e numeroso ha circondato la Madonna (Maria Lamonica) nel suo strazio, mentre un bravo e sicuro di sé Marcello Siligato dirigeva il ‘macello sociale’, l’esecuzione della condanna confermata da Pilato per lesa maestà, un "re dei Giudei" cui dare la morte tramite crocifissione, un fuscello dinanzi alla grandezza di Roma. E pensare che Gerusalemme avrebbe potuto essere la seconda Roma…
Daniela Spinella è la narratrice che racconta e conduce il pubblico attraverso la parola di Cristo, guarigioni, esortazioni, baci veri e presunti e poi il supplizio. E’ brava la Spinella, dimostra di avere assimililato il linguaggio del teatro e lo restituisce con eleganza, pathos e disinvoltura scenica.

Ci vorrebbe qua il lungo elenco degli attori (tutti bravissimi), dei costumisti, delle maestranze e dei collaboratori tutti, a cominciare dai rappresentanti dell’Arci di Gioiosa Marea e di coloro che in diverso ruolo hanno reso possibile questa sacra rappresentazione, che sarà ripetuta ancora stasera al teatro F. Borà di Gioiosa Marea, per tornare ‘su questi schermi’ in prossimità della Pasqua 2016.

A tale lungo elenco di persone e maestranze diciamo bravi e proponiamo un abbraccio di fraternità e Resurrezione. Sempre che la Resurrezione, a Gioiosa Marea, non sia stata brevettata nottetempo, a proprio nome, dal locale Ufficio Brevetti.

m.m.
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