Assegno Unico Universale: 5.986.678 i nuclei famigliari che hanno ricevuto l’assegno nel 2025, per un totale di 9.468.053 figli

ASSEGNO UNICO UNIVERSALE: nei primi due mesi del 2025 erogati 3,3 miliardi euro, con riferimento a 9,5 milioni di figli e 6 milioni di nuclei familiari Roma, 16 aprile 2025 - Nei primi due mesi del 2025 sono stati erogati alle famiglie assegni per 3,3 miliardi di euro, che si aggiungono ai 19,8 miliardi del 2024, ai 18,2 miliardi del 2023 e ai 13,2 miliardi di erogazioni di competenza del 2022. Sono i dati contenuti nell’aggiornamento dell’Osservatorio Statistico sull’Assegno Unico Universale (AUU) pubblicato oggi con riferimento al periodo marzo 2022 – febbraio 2025, che contiene al suo interno anche i dati relativi all’AUU destinato ai nuclei percettori di Reddito di Cittadinanza (RdC) fino a dicembre 2023.  Sono 5.986.678 i nuclei famigliari che hanno ricevuto l’assegno nel 2025, per un totale di 9.468.053 figli: l’importo medio per figlio a febbraio 2025, comprensivo delle maggiorazioni applicabili si attesta su 175 €, e va da circa 58 € per chi non presenta ISEE o ...

GIOIOSA MAREA: ‘ECCE HOMO’, GRANDE SUCCESSO AL TEATRO F. BORÀ (BREVETTATO?)

Gioiosa Marea (Me), 12/04/2014 – Pure a Gioiosa Marea si conclude con la Resurrezione la brutta avventura di Gesù Nazareth, Re dei Giudei, crocifisso sul Golgota al pari dei ladroni (di brevetti?). La messinscena della passione di Cristo, curata dall’Arci di Gioiosa Marea per la regia di Pippo Princiotta, chiude la prima delle due serate al teatro F. Borà col tutto esaurito ed una nutrita dose di applausi, convinti e pienamente meritati.
La biennale rappresentazione dell’Ecce Homo ha rinnovato la passione di Gesù Nazareno, Re dei Giudei, affiggendo al culmine della croce il ‘marchio industriale’ "Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum", che dovrebbe appartenere alle autorità ebraiche a Pilato o a Caifa, sempre che per insipienza, nel corso della notte, qualcuno non abbia provveduto a brevettarlo, appropriandosene (con due ladroni accanto sulla croce non si sa mai).

L'Ultima cena in compagnia degli apostoli, l’arresto di Gesù nell'orto del Getsemani, il tradimento incredulo e poi la dilaniazione interiore di Giuda Iscariota, trovano nella rappresentazione della compagnia teatrale di Gioiosa Marea una toccante ed apprezzabile trasposizione, con bravura recitativa e soluzioni scenografiche e tecniche davvero degne di un professionismo che qua può dirsi che manca solo conoscendo le cose. Perché l’accuratezza dei costumi e delle scene, la compostezza recitativa e la profondità delle interpretazioni e ‘normalmente’ di livello non dilettantistico.
Così Giuda Iscariota, interpretato da un insospettabile Massimo Spinella, vuota il suo cuore ormai inutile e perso nell’afflizione, che Spinella recita con umana dilaniazione dell’anima, raggirato e inutilmente pagato per tradire il mondo, per tradire se stesso e l’umanità alla quale Giuda consegnava la grandezza di Cristo, come da copione. Uno struggimento che non ha limiti e indica attraverso il bravo Massimo Spinella il livello qualitativo raggiunto a Gioiosa Marea dai giovani e dagli appassionati che, avvicinatisi al teatro ormai da tempo, hanno saputo rendere solide e pregevoli preparazione e arte recitativa e interpretativa.

 Cristo conferma con Mauro Mangano una piena comprensione delle vicende e del sacro personaggio, riuscendo a fare scorrere la narrazione in maniera credibile e vera, per quel contenuto educativo che il teatro è giusto e opportuno che assuma. Si toccano con mano (e con cuore) tutti gli elementi di scena e sacri che un arredo scenografico semplice ma puntuale e convincente ha disposto per questa biennale rappresentazione.

Numeroso e ben guidato il ‘personale recitante’, da Pietro a Pilato, gli interpreti alle ‘dipendenze’ di Cristo (e di Pippo Princiotta) danno di se stessi tutta la bravura e la passione possedute e alla storia quanta più credibilità possibile, giacché non è credibile che nell’essere umano possa coagularsi tanta bestialità, tanta cattiveria, tanta lordura. Non è possibile che i chiodi, fatti per inchiodare, possano essere destinati a trafiggere il cuore del mondo, l’anima dell’esistenza, la bellezza del creato e della materna concezione.
Così un pubblico attento e numeroso ha circondato la Madonna (Maria Lamonica) nel suo strazio, mentre un bravo e sicuro di sé Marcello Siligato dirigeva il ‘macello sociale’, l’esecuzione della condanna confermata da Pilato per lesa maestà, un "re dei Giudei" cui dare la morte tramite crocifissione, un fuscello dinanzi alla grandezza di Roma. E pensare che Gerusalemme avrebbe potuto essere la seconda Roma…
Daniela Spinella è la narratrice che racconta e conduce il pubblico attraverso la parola di Cristo, guarigioni, esortazioni, baci veri e presunti e poi il supplizio. E’ brava la Spinella, dimostra di avere assimililato il linguaggio del teatro e lo restituisce con eleganza, pathos e disinvoltura scenica.

Ci vorrebbe qua il lungo elenco degli attori (tutti bravissimi), dei costumisti, delle maestranze e dei collaboratori tutti, a cominciare dai rappresentanti dell’Arci di Gioiosa Marea e di coloro che in diverso ruolo hanno reso possibile questa sacra rappresentazione, che sarà ripetuta ancora stasera al teatro F. Borà di Gioiosa Marea, per tornare ‘su questi schermi’ in prossimità della Pasqua 2016.

A tale lungo elenco di persone e maestranze diciamo bravi e proponiamo un abbraccio di fraternità e Resurrezione. Sempre che la Resurrezione, a Gioiosa Marea, non sia stata brevettata nottetempo, a proprio nome, dal locale Ufficio Brevetti.

m.m.
____

Commenti