Vendita AGI, Antoci: “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”

Vendita AGI, Antoci (Capolista M5S Collegio “Isole”): “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”. Nota Stampa di Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione “Isole” alle elezioni europee col MoVimento Cinque Stelle 4 mag 2024 - "Lascia sgomenti la decisione di ENI, azienda partecipata dello stato, di trattare la cessione dell'agenzia di stampa AGI con il parlamentare leghista Angelucci. Un'operazione "folle", come giustamente definita da Giuseppe Conte. Altrettanto allarmante è il fatto che la vendita si stia realizzando mediante una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell'operazione. Bisogna arginare condotte come queste applicando il "Media Freedom Act", legge europea per la libertà dei media tesa a proteggere i giornalisti e i media dell'UE da ingerenze politiche o economiche e ad evitare la concentrazione dei media sotto il controllo politico (come nel caso di Angeluc

SGARBI ALL'ARCIVESCOVO DI AGRIGENTO: «NON DICA FALSA TESTIMONIANZA. LE MAFIE SONO DUE»

Francesco Montenegro aveva invitato i giovani a gridare «Chi non salta mafioso è». «Talvolta - conclude Sgarbi - chi non salta è chi cerca verità scomode, piuttosto che finzioni comode. Ad Agrigento, peraltro, tra quelli che non saltano c'è anche Angelino Alfano, esponente della seconda mafia, che cerca facile consenso usando lo Stato contro persone oneste»


ROMA, 06/05/2014 - Vittorio Sgarbi risponde all'arcivescovo di Agrigento Francesco Montenegro che, nei giorni scorsi, a San Giovanni Gemini, ha invitato i giovani presenti a una manifestazione a gridare «chi non salta mafioso è». «Non deve indurre in tentazione - attacca Sgarbi - e non deve dire falsa testimonianza l'arcivescovo di Agrigento che ha esortato i giovani a combattere la mafia in termini demagogici e bugiardi, con la formula: "chi non salta mafioso è". Formula facile, ma così non si combatte la mafia, perché l'arcivescovo non può fingere di non sapere che chi combatte la mafia dove non c'è, consegue un millantato credito.
E da Sciascia a Buttafuoco - che l'arcivescovo, evidentemente, legge poco - sappiamo che le mafie sono due: la mafia e la mafia dell'antimafia.

Ad Agrigento, peraltro, tra quelli che non saltano - osserva Sgarbi - c'è anche Angelino Alfano, esponente della seconda mafia, che cerca facile consenso usando lo Stato contro persone oneste, come prova l'esperienza di Campobello di Mazara, dove il sindaco Ciro Caravà è stato prima arrestato e poi assolto perché il fatto di «mafia» non sussisteva. A cittadini come Caravà, vera vittima - ricorda Sgarbi - dovrebbe andare l'umana comprensione dell'arcivescovo, che deve stare, piuttosto, dalla parte degli uomini invece che della retorica. Non dovrebbe piacergli che qualcuno salti soltanto per compiacerlo e per paura di essere solo.
Talvolta - conclude Sgarbi - chi non salta è chi cerca verità scomode, piuttosto che finzioni comode»


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