Appalti pubblici, Antoci dopo il caso Palermo: "La digitalizzazione degli appalti non diventi una nuova zona grigia del malaffare”

SANITÀ E APPALTI DIGITALI, L’UE CHIAMATA A CHIARIRE DOPO IL CASO PALERMO.  Antoci: “La tecnologia negli appalti pubblici deve rafforzare la trasparenza, non renderla aggirabile.  La digitalizzazione degli appalti   deve diventare garanzia di integrità, non una nuova zona grigia dove il malaffare si reinventa.”   Bruxelles, 11/04/2025 – Un’indagine condotta dalla Procura della Repubblica di Palermo ha svelato un inquietante meccanismo di manipolazione delle gare pubbliche gestite attraverso piattaforme digitali. In particolare, un funzionario dell’Arnas Civico, con la complicità di soggetti privati, avrebbe eluso i controlli del sistema telematico di gara, suggerendo modifiche tecniche a un’impresa per farle ottenere l’appalto, in violazione della normativa e dei principi di imparzialità e concorrenza. Di fronte a questo allarmante caso, l’europarlamentare Giuseppe Antoci ha presentato un’interrogazione alla Commissione Europea per chiedere quali misure intenda adotta...

SGARBI ALL'ARCIVESCOVO DI AGRIGENTO: «NON DICA FALSA TESTIMONIANZA. LE MAFIE SONO DUE»

Francesco Montenegro aveva invitato i giovani a gridare «Chi non salta mafioso è». «Talvolta - conclude Sgarbi - chi non salta è chi cerca verità scomode, piuttosto che finzioni comode. Ad Agrigento, peraltro, tra quelli che non saltano c'è anche Angelino Alfano, esponente della seconda mafia, che cerca facile consenso usando lo Stato contro persone oneste»


ROMA, 06/05/2014 - Vittorio Sgarbi risponde all'arcivescovo di Agrigento Francesco Montenegro che, nei giorni scorsi, a San Giovanni Gemini, ha invitato i giovani presenti a una manifestazione a gridare «chi non salta mafioso è». «Non deve indurre in tentazione - attacca Sgarbi - e non deve dire falsa testimonianza l'arcivescovo di Agrigento che ha esortato i giovani a combattere la mafia in termini demagogici e bugiardi, con la formula: "chi non salta mafioso è". Formula facile, ma così non si combatte la mafia, perché l'arcivescovo non può fingere di non sapere che chi combatte la mafia dove non c'è, consegue un millantato credito.
E da Sciascia a Buttafuoco - che l'arcivescovo, evidentemente, legge poco - sappiamo che le mafie sono due: la mafia e la mafia dell'antimafia.

Ad Agrigento, peraltro, tra quelli che non saltano - osserva Sgarbi - c'è anche Angelino Alfano, esponente della seconda mafia, che cerca facile consenso usando lo Stato contro persone oneste, come prova l'esperienza di Campobello di Mazara, dove il sindaco Ciro Caravà è stato prima arrestato e poi assolto perché il fatto di «mafia» non sussisteva. A cittadini come Caravà, vera vittima - ricorda Sgarbi - dovrebbe andare l'umana comprensione dell'arcivescovo, che deve stare, piuttosto, dalla parte degli uomini invece che della retorica. Non dovrebbe piacergli che qualcuno salti soltanto per compiacerlo e per paura di essere solo.
Talvolta - conclude Sgarbi - chi non salta è chi cerca verità scomode, piuttosto che finzioni comode»


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