1° Maggio: «Festa del Lavoro», la filastrocca di Mimmo Mòllica

1° Maggio Festa del lavoro. La «Filastrocca del Lavoro» di Mimmo Mòllica racconta in versi e strofe questa importante ricorrenza. E noi la proponiamo a grandi e piccini per celebrare la «Festa del Lavoro e dei Lavoratori».  «Filastrocca del lavoro» di Mimmo Mòllica   Caro babbo che cos’è il lavoro? dei bambini domandano in coro a un papà stanco e pure affannato, dal lavoro appena tornato. Ed il babbo risponde a fatica «serve a vivere, è una regola antica». Ed aggiunge: «… ed inoltre, sapete il lavoro è passione, è volontà e decoro». «E che cosa vuol dire decoro?», ribatterono subito loro. «È nell’opera di un falegname, è Van Gogh, è in un vaso di rame». «È Geppetto e il suo pezzo di legno, è Pinocchio, è Collodi e il suo ingegno, è donare qualcosa di noi senza credersi dei supereroi». «È costruire un gran bel grattacielo, è Gesù quando spiega il Vangelo, compiacersi di quello che fai, è dolersene se non ce l’hai!». Però un tipo iniziò a blaterare: «È pagare la gente per non lavorare, s

DI MATTEO ATTACCA NAPOLITANO: "I PM PASSACARTE DEL CAPO", MA DI RIFORMA DELLA GIUSTIZIA MANCO A PARLARNE

Palermo, 19/07/2014 - "Non si può assistere in silenzio al tentativo di trasformare il Pm in un burocrate sottoposto alla volontà del proprio capo, di quei dirigenti nominati da un Csm che rischia di essere condizionato dalle pretese correntizie e da indicazioni del suo Presidente". Il pm 'della trattativa Stato-mafia', Nino Di Matteo, così si è espresso intervenendo alla cerimonia di commemorazione della strage di via D'Amelio. Di Matteo, attaccando il Presidente della Repubblica ha poi aggiunto: "Oggi un esponente politico definitivamente condannato per gravi reati discute con il premier di riformare la Costituzione alla quale Borsellino aveva giurato fedeltà".

Nino Di Matteo tuona contro il presidente della Repubblica, accusandolo di condizionare il Csm, e contro lo stesso Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, colpevole di fare le riforme con Silvio Berlusconi, un politico condannato definitivamente. Fabrizio Cicchitto (Ncd) ha definito Di Matteo "un mediocre imitatore di Ingroia". Di Matteo, con riferimento al Capo dello Stato ha detto: "Non si può assistere in silenzio all’ormai evidente tentativo di trasformare il pm in un semplice burocrate inesorabilmente sottoposto alla volontà, quando non anche all’arbitrio, del proprio capo; di quei dirigenti degli uffici sempre più spesso nominati da un Csm che rischia di essere schiacciato e condizionato nelle sue scelte di autogoverno dalle pretese correntizie e politiche e da indicazioni sempre più stringenti del suo Presidente".

E a Renzi: "Oggi un esponente politico, dopo essere stato definitivamente condannato per gravi reati, discute con il Presidente del Consiglio in carica di riformare la legge elettorale e quella Costituzione alla quale Paolo Borsellino aveva giurato quella fedeltà che ha osservato fino all’ultimo suo respiro".

''La riforma della giustizia e' a un punto importante. Abbiamo concluso in queste ore la definizione del pacchetto che riguarda la giustizia civile, le misure contro la criminalita' economica e organizzata, quella parte della riforma che piu' incidera' sulla ripresa economica''. Lo ha detto il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, interpellato al suo arrivo a un convegno a Varese sulla riforma della giustizia.
''Nelle prossime settimane - ha quindi spiegato il ministro - raccoglieremo le osservazioni su questa parte e contemporaneamente metteremo online gli altri punti che sono sta indicati nella conferenza stampa con il presidente del consiglio''.

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione del 22° anniversario del barbaro attentato di via d'Amelio, ha inviato a Manfredi Borsellino un messaggio nel quale rende "commosso e partecipe omaggio alla memoria del giudice Paolo Borsellino e degli agenti della sua scorta Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Cosina, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina, che egualmente persero la vita".
"Paolo Borsellino - ha scritto il Capo dello Stato - univa all'eccezionale competenza professionale ed al coraggioso impegno con cui combatteva la mafia la profonda convinzione che il contrasto alle organizzazioni criminali non si esaurisce nell'opera di repressione, ma deve generare un radicale cambiamento culturale al fine di affermare il primato del diritto contro ogni forma di violenza e di sopraffazione. E' pertanto indispensabile non dimenticare che un'azione di contrasto sempre più intensa alla criminalità organizzata trae linfa vitale dallo sforzo di tutti nell'opporsi al compromesso, all'acquiescenza e all'indifferenza".

"Come ho ricordato in occasione dell'anniversario della strage di Capaci, alla speranza di una generale evoluzione nei comportamenti individuali e collettivi che conduca alla sconfitta della mafia deve accompagnarsi - ha proseguito il Presidente Napolitano - l'auspicio che i processi ancora in corso possano fare piena luce su quei tragici eventi, rispondendo così all'anelito di verità e giustizia che viene da chi è stato colpito nei suoi affetti più cari e che si estende all'intero Paese".

"Con questo spirito - ha concluso il Capo dello Stato - e nel commosso ricordo di sua madre, rinnovo a lei, alle sue sorelle, ai suoi famigliari e a quelli degli agenti di scorta i sentimenti di gratitudine e di solidarietà di tutti gli italiani".

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