Rai Cultura dedica al 'ragioniere' Giorgio La Pira il documentario che racconta la vita di un uomo centrale nella politica del secondo dopoguerra. Giorgio La Pira nacque a Pozzallo il 9 gennaio 1904 , politico italiano, fu sindaco di Firenze, terziario domenicano e francescano. Nel 1921 conseguì a Messina il diploma di ragioniere, nel 1922 anche la maturità classica. Le testimonianze di Ettore Bernabei, Ugo De Siervo, ex Presidente della Corte Costituzionale e suo allievo, Matteo Primicerio, Presidente della Fondazione La Pira Firenze, Giulio Andreotti, Amintore Fanfani, Vittorio Citterich
28/10/2014 - Italiani, la trasmissione di Rai Cultura dedicata ai grandi personaggi che hanno dato lustro alla vita politica, sociale e culturale del Paese condotta da Paolo Mieli, in onda da martedì 28 ottobre alle 21.30 su Rai Storia, si apre con una puntata dedicata a Giorgio La Pira. Attraverso immagini inedite delle Teche Rai e fotografie provenienti dalla Fondazione Giorgio La Pira, il documentario racconta la vita di un uomo centrale nella politica del secondo dopoguerra. Testimonianze di Ettore Bernabei, Ugo De Siervo, ex Presidente della Corte Costituzionale e suo allievo, Matteo Primicerio, Presidente della Fondazione La Pira Firenze, Giulio Andreotti, Amintore Fanfani, Vittorio Citterich.
Giorgio La Pira nacque a Pozzallo il 9 gennaio 1904 , politico italiano, fu sindaco di Firenze, terziario domenicano e francescano, appartenente all'Istituto Secolare dei Missionari della Regalità, servo di Dio per la Chiesa cattolica. Nel 1921 conseguì a Messina il diploma di ragioniere, nel 1922 anche la maturità classica con la preparazione del professore di italiano Federico Rampolla del Tindaro, che lo indirizza a proseguire gli studi in giurisprudenza.
La casa di Giorgio La Pira a Messina.
Il giovane La Pira è affascinato da Gabriele D'Annunzio e Tommaso Marinetti, dal loro ideale di cambiamento[1], legge molto e si avvicina ad altre esperienze, condividendole con il suo gruppo di giovani amici di cui fanno parte anche Salvatore Quasimodo e Salvatore Pugliatti, futuro rettore dell'Università di Messina.
La Pira era rimasto fortemente colpito dall'ascolto di un coro di suore[2], intuì una dimensione ulteriore, ma occorre attendere la Pasqua del 1924 affinché l'intuizione diventi conversione. Data segnata in calce sul suo Digesto, strumento di lavoro quotidiano per un docente di diritto romano.
La costituente[modifica | modifica wikitesto]
Nel 1946 viene eletto all'Assemblea costituente ed è parte integrante del nucleo centrale del "dossettismo": nello stesso anno insieme a Giuseppe Dossetti e ad altri, fonda l'associazione Civitas Humana; fa parte della cosiddetta "comunità del porcellino", collabora alla rivista "Cronache Sociali". Il gruppetto di sodali è formato da Giuseppe Dossetti, Amintore Fanfani, La Pira, Giuseppe Lazzati.
La Pira svolge un'opera apprezzata nell'ambito della "Commissione dei 75", specialmente nella redazione dei Principi Fondamentali. L'attuale Art. 2 della Costituzione viene modellato attorno alla sua proposta iniziale. L'Articolo 2 della Costituzione Italiana, recita: «La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale».
La sua Relazione alla Sottocommissione I accostò la centralità dell'individuo secondo la tradizione cristiana alla religione di Stato di stampo hegeliano realizzata dal fascismo in Italia. A causa di tale esperienza storica trovava necessaria una specifica menzione dei diritti umani nella Costituzione italiana, per la prima volta nella storia dell'Occidente.
(Note biografiche interamente tratte da Wikipedia)
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