Casteldaccia: la morte di 5 operai lascia sgomenti, ennesimo incidente sul lavoro grave e inaccettabile

Incidente sul lavoro a Casteldaccia: cinque lavoratori perdono la vita e un sesto è in gravi condizioni. La Cisal indice per domani, martedì 7 maggio, uno sciopero generale di 4 ore nel settore privato, a partire dall’inizio del turno di lavoro, "mentre dalle 9 terremo un sit-in di fronte alla Prefettura di Palermo”.   Palermo, 6 maggio 2024 – "L'incidente sul lavoro che a Casteldaccia, in provincia di Palermo, ha portato alla morte di cinque operai e al ferimento di un sesto, ci lascia sgomenti. Esprimiamo cordoglio e vicinanza alle famiglie dei lavoratori coinvolti e chiediamo che si accertino al più presto le cause di questo ennesimo incidente sul lavoro, grave e inaccettabile. La sicurezza sul lavoro è un'emergenza nazionale e come tale va affrontata a ogni livello, coinvolgendo sindacati, imprese e istituzioni". Lo dicono Giuseppe Badagliacca e Daniele Ciulla di Federerenergia Cisal in merito all'incidente sul lavoro avvenuto a Castaldaccia, nel Palermit

”IL COMPLESSO DI PENELOPE – LE DONNE E IL POTERE IN ITALIA”, LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI LAURA CIMA A PALERMO

Palermo, 16/10/2014 – Il Coordinamento L'Altra Europa Con Tsipras - Palermo ha il piacere di invitarvi il 17 ottobre, alle 17.00 alla presentazione del libro di
Laura Cima “”Il Complesso di Penelope – Le donne e il potere in Italia”, presso la Fonderia Oretea, piazza Fonderia. Una riflessione comune sul rapporto tra le donne e la politica in Italia, dal dopoguerra fino ad oggi.

Moderatrice:
Lidia Tilotta

Relatrici/Relatore
Daniela Tomasino
Valentina Morici
Guido Noto La Diega

Nella storia individuale e collettiva, come nel mito per Penelope, può essere necessario fare e disfare la propria tela, tessere e ritessere continuamente, per giungere alla comprensione dei problemi e, soprattutto, immaginare una realtà diversa. Oggi la crisi economica mondiale sembra rimettere in discussione, ovunque, strutture di potere e paradigmi consolidati. Modelli di pensiero e di azione che hanno contribuito a perpetuare l’esclusione o a segnare la marginalità della presenza femminile nei luoghi decisionali.

Come poter evitare allora il declino politico ed economico dell’Italia? Come riavvicinare le giovani generazioni e, in particolare, le giovani donne italiane alla partecipazione civile? Come recuperare al dibattito attuale la lezione altissima di “madri costituenti” di diverso orientamento come Nilde Iotti e Angela Cingolani e di parlamentari come Tina Anselmi e Marisa Rodano? Un nuovo protagonismo femminile, diffuso e trasversale, capace di valorizzare reti e relazioni nella società, di stringere nuove alleanze e rompere vecchi tabù, può essere una risposta all’altezza della sfida.

In queste pagine, Laura Cima, donna impegnata nei movimenti e nelle istituzioni, deputata al Parlamento con i Verdi, protagonista delle lotte femministe e dell’ambientalismo politico nel nostro Paese dagli anni Settanta ad oggi, ripercorre con sguardo critico e appassionato una lunga storia di lotte per l’emancipazione, intrecciando abbozzo di autobiografia generazionale e accorato pamphlet, lucida analisi dei meccanismi della politica e riflessione più ampia sulle possibili vie d’uscita.

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Laura Cima:
Sono nata a Torino dove mi sono laureata in Lettere e Filosofia, specializzazione sociologica con una tesi sui ruoli e la divisione del lavoro tra i sessi nella storia. Ho frequentato i primi anni a Trento partecipando al movimento degli studenti e al femminismo. La mia prima figlia è nata in quegli anni.

Prima di potermi iscrivere all’università, ho dovuto lavorare per dieci anni nella ditta di mio padre, ho fatto l’indossatrice e ho accompagnato viaggi. Poi sono diventata insegnante di informatica nei corsi di Formazione Professionale.

L’occupazione per una settimana del Sant’Anna, la più grande clinica di maternità europea, da parte del movimento delle donne e l’autogestione dei consultori, iniziative che mi hanno vista in prima linea, sono state esperienze insostituibili che hanno cambiato la politica sanitaria.

L’elaborazione del nuovo diritto di famiglia a partire dall’affermazione del divorzio è stata possibile grazie al cambiamento profondo di potere e di ruolo della donna, maturato nei piccoli gruppi di autocoscienza e di pratica dell’inconscio. Lì ho trovato la forza personale e collettiva di cambiare la mia vita e il mondo.

Nel ’76 sono stata una delle organizzatrici della prima manifestazione di sole donne a Roma per rivendicare la libertà di aborto. In quel giorno iniziò il mio rapporto con donne e uomini di “Lotta Continua”, che crebbe fino al Congresso di Rimini, una delle esperienze più coinvolgenti della mia vita politica, dove, grazie ad una alleanza forte con gli operai, noi donne vincemmo, mettendo in discussione la centralità operaia e riportando i corpi e le nostre vite al centro della politica.

Iniziavano gli anni di piombo che uccisero troppo presto le idee pacifiche di cambiamento. L’inizio degli anni ottanta mi vide partecipare convintamente al movimento antinucleare e fondare il partito dei Verdi Sole che ride. Nell’84 era nato il mio secondo figlio che manifestò a pochi mesi difficoltà respiratorie dovute all’inquinamento dell’aria. Anche per questo mi impegnai convintamente nella politica ecologista.

Iniziai la mia esperienza istituzionale tre anni dopo, quando fui eletta deputata nella circoscrizione Torino-Novara-Vercelli nella X Legislatura, in una lista in cui donne e uomini erano pari. Vicepresidente e poi Presidente del Gruppo Parlamentare Verde a maggioranza femminile, con un direttivo di sole donne, partecipai alla Commissione Permanente Lavoro Pubblico e Privato e a quella Politiche Comunitarie. Partecipai con entusiasmo anche al rafforzamento dei Verdi a livello europeo.

Il fascino della nuova proposta politica era tale che anche componenti radicali, guidate da Rutelli, e demoproletarie, guidate da Ronchi, avevano dato vita a una formazione concorrente: i Verdi arcobaleno che poi si unificarono sotto il simbolo del Sole che ride.

Nominata la prima volta nella Commissione per la Parità tra uomo e donna presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri all’inizio degli anni ’90 fui successivamente riconfermata con l’incarico di responsabile del Gruppo Istituzioni e Riforme, e in quanto tale collaborai con l’allora Ministro della Funzione Pubblica Bassanini alla riforma.

Dal 1993 sono stata Consigliere e Assessore al Comune di Moncalieri, con delega all’Ambiente, alla qualità della vita e ai tempi della città e, per due anni, con incarico di Vice-Sindaco.

Eletta nel Consiglio Nazionale e nella Segreteria Regionale della Lega per le Autonomie Locali sono stata nominata nella Consulta delle elette del Piemonte con incarico specifico di coordinamento del lavoro rispetto alle donne amministratrici.

Eletta deputata per la seconda volta a Torino Nord nel Collegio 5 come candidata dell’Ulivo alle elezioni politiche del maggio 2001 (XIV Legislatura), ho fatto parte della Commissione Esteri nell’Ufficio di Presidenza.

Nel 2001 sono stata nominata Consigliera di parità della provincia di Torino e riconfermata come ultimo atto del governo Berlusconi.



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