Centri antiviolenza, Case rifugio: in Sicilia e nelle Isole l'88,6% hanno un ente promotore privato

L’Istat e il Dipartimento per le Pari Opportunità rendono disponibile, tramite uno specifico sistema  informativo, un quadro integrato e tempestivamente aggiornato di informazioni ufficiali sulla  violenza contro le donne in Italia 2 . L’obiettivo è fornire dati e indicatori statistici di qualità che  offrano una visione di insieme su questo fenomeno attraverso l’integrazione di dati provenienti da  varie fonti (Istat, DPO, Ministeri, Regioni, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Centri antiviolenza,  Case rifugio e altri servizi come il numero di pubblica utilità Anti Violenza e Stalking. 14/04/2025 -  Nel 2023 sono state 7.731 le persone accolte nelle strutture residenziali specializzate (Case rifugio) e non specializzate (Presidi residenziali assistenziali e socio-sanitari) per motivi legati alla violenza di genere.  Sono 3.574 le donne vittime di violenza, di cui 3.054 ospiti di Case rifugio e 520 di presidi residenziali.  Sono 4.157 i minori ospiti de...

PRECARI IN PROTESTA A MESSINA: DAL 1 GENNAIO 5000 A RISCHIO E QMOTORS CHIUDE

Messina, 29 ottobre ’14 – Tremila precari contrattualizzati a 18 e a 24 ore settimanali a tempo determinato, 1800 lavoratori ASU addetti ad Attività Socialmente Utili con sussidio di disoccupazione mensile di 540 euro senza contributi previdenziali ed assistenziali di cui un migliaio in servizio nei Comuni e nelle Asp, 800 dipendenti da cooperative e parrocchie utilizzati in vari Enti in forza di convenzioni. Sono solo alcuni dei numeri che le Organizzazioni sindacali hanno presentato questa mattina al Prefetto di Messina a margine della manifestazione che si è tenuta sotto il Palazzo del Governo per rimettere al centro del dibattito politico la problematica della stabilizzazione dei lavoratori precari delle amministrazioni pubbliche siciliane.

I sindacati hanno denunciato come tutti gli sforzi messi in campo per risolvere una questione sociale ormai più che ventennale rischiano di infrangersi sugli scogli dell’inerzia politica a tutti i livelli di governo, dimostrando una totale incapacità a gestire gli esiti di quel confronto. Secondo Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl sul banco degli imputati c’è l’inerzia della Regione che non ha istituito “una cabina di regia che governasse i processi insieme agli attori interessati” e molti amministratori locali che " si sono girati dall’altra parte negli anni passati in cui percorsi legislativi più favorevoli avrebbero consentito la stabilizzazione di questi lavoratori con molte meno difficoltà e vincoli rispetto a quelli oggi vigenti.”

“Il prossimo 31 dicembre – sottolinea Calogero Emanuele, segretario generale della Cisl Fp di Messina – scadranno i contratti a tempo determinato e se non vengono adottate le delibere di approvazione dei piani triennali delle assunzioni, dal 1 gennaio resteranno a casa circa 5000 persone solo in provincia di Messina. Con i piani approvati, invece, si metteranno in sicurezza sino al 2016. La Regione – afferma ancora Emanuele - deve assicurare il finanziamento delle risorse sino al riassorbimento totale grazie al turn over e ai pensionamenti che si verificheranno nel tempo. Chiediamo alla Regione di vigilare sulla puntuale applicazione della legge e agli Assessorati al Lavoro e alla Funzione Pubblica di assumere posizioni univoche e concertate”.
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29 ottobre ’14 – Quaranta lavoratori in mobilità tra meccanici e venditori. Scattano i licenziamenti alla Qmotors, azienda che ha riunito sotto un unico marchio tutte le storiche concessionarie Fiat di Messina e provincia. La comunicazione ai sindacati è arrivata nei giorni scorsi con una nota della stessa società che annunciava l’apertura della procedura di mobilità per tutti gli addetti.
“Un colpo improvviso per le speranze e le aspettative dei lavoratori – affermano Nino Alibrandi e Alessio Gennaio, rispettivamente segretari provinciali di Fim Cisl e Fisascat Cisl – lo scorso anno quando Fiat impose la creazione di un unico concessionario per tutta la provincia era stata prospettata ai sindacati e ai lavoratori come un’opportunità di rilancio e garanzia per il futuro”.
All’incontro per l’esame congiunto le Organizzazioni sindacali Fim Cisl, Fisascat Cisl e Uilm Uil hanno rigettato i licenziamenti dei lavoratori rinviando la vertenza all’Ufficio Provinciale del Lavoro.

Fim Cisl, Fisascat Cisl e Uilm Uil - nelle more della convocazione all’Upl – hanno chiesto un incontro urgente al Prefetto di Messina per sensibilizzarlo sulla vicenda e chiedere un suo intervento con i vertici di Fiat per garantire la continuità occupazionale di tutti e 40 i dipendenti con il nuovo o i nuovi futuri licenziatari del marchio Fiat in provincia di Messina.
“Evidentemente qualcosa non ha funzionato nelle strategie aziendali – afferma Pasqualino Rizzo della Uilm Uil - I problemi della società però ricadono sui lavoratori che difenderemo per garantire la continuità occupazionale”.
“Di fatto – concludono Alibrandi e Gennaro – assistiamo alla chiusura di altre aziende storiche della provincia di Messina come Siracusano Auto, Cundari, Gemelli e Prisauto. Adesso la priorità è quella di garantire la continuità reddituale ai lavoratori”.



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