
Pedalino (RG), 31/10/2014 - Giuseppina e Paolo Iacono per difendere la propria abitazione dallo sfratto giudiziario hanno preferito farsi murare in casa con calce e mattoni, facendo ostruire l’ingresso. La casa oggetto dello sfratto si trova a Pedalino (RG) in via Arno 42, al piano terra. L’ufficiale giudiziario - tuttavia - ha potuto entrare in casa dalla finestra trattandosi di un gesto simbolico per attirare l’attenzione dell'opinione pubblica e dei media sul drammatico problema del pignoramento giudiziario. Giuseppina e Paolo Iacono per evitare lo sfratto hanno preferito farsi murare vivi in casa. L’ufficiale giudiziario tornato ieri per l'esecuzione dello sfratto, ha trovato la porta di ingresso all'abitazione murata con una parete di mattoni rossi. Finita all'asta giudiziaria, l'abitazione dei coniugi Iacono è stata acquistata per 30mila euro in Tribunale, ma ora l'aggiudicataria ha manifestato la disponibilità ad un incontro con i legali delle rispettive parti per trovare un accordo che permetta ai coniugi Iacono di riacquistare la propria abitazione per la stessa cifra pagata per l'aggiudicazione.
Ieri i due coniugi Iacono si erano fatti murare dentro la propria casa legati alle bombole del gas, allo scopo di impedire l'esecuzione dello sfratto da parte dell'ufficiale giudiziario che avrebbe dovuto consegnare l’immobile all'aggiudicataria, una donna di Comiso che l’ha acquistata per 30 mila euro: un quinto del valore commerciale dell’appartamento. Giuseppina e Paolo Iacono ieri sera hanno deciso di difendere la loro casa e hanno chiamato un muratore che con calce e mattoni ha eretto un muro nel vano dell’ingresso. L’ufficiale giudiziario era comunque arrivato nella casa di via Arno 42 a Pedalino (RG), per assegnare la casa dei coniugi Iacono alla nuova proprietaria. L’appartamento si trova al piano terra, e per l’ufficiale giudiziario non è stato difficile entrare dalla finestra, a dimostrazione del fatto che quello messo in atto dalla coppia è un gesto simbolico per attirare l’attenzione sul drammatico problema delle aste giudiziarie. “


I coniugi Iacono rimarranno nella loro abitazione, almeno per il momento. La trattativa fra l'ufficiale giudiziario, la nuova acquirente dell'immobile e i coniugi Iacono è finita: la proprietaria che si è aggiudicata la casa per trentamila euro ha dato la disponibilità a un incontro in settimana con i legali delle rispettive parti per trovare un compromesso: probabilmente verrà data la possibilità ai coniugi di ricomprare la casa allo stesso prezzo per cui la donna se l'è aggiudicata.

Commentando la protesta, in atto a Pedalino (RG), in via Arno, 42, che sta vedendo il "popolo dei Forconi", il Movimento di difesa degli agricoltori e centinaia di cittadini impedire l'esecuzione di uno sfratto ai danni di una famiglia di piccoli imprenditori del ragusano, che a causa della crisi, ha subito la vendita all'asta, per un valore irrisorio, della propria, unica abitazione e sta per essere espropriata anche del fondo agricolo sul quale esercita la propria attività, il Vicepresidente nazionale di Avviso Pubblico, avv. Piero Gurrieri, estensore della legge sull'impignorabilità della casa e dei beni strumentali all'impresa approvata alcuni giorni fa dall'Ars, anche quale coordinatore della Conferenza dei Sindaci all'uopo costituitasi nel 2013, ha voluto esprimere "vicinanza" alla famiglia Iacono, e, al contempo, lanciare un ulteriore appello: "Con il suo voto unanime, l'Ars ha chiesto al Parlamento, ai cui presidenti la legge è stata trasmessa, di mettere subito mano ad una riforma di un sistema dominato dall'opacità, al cui interno è certa la presenza e l'influenza di gruppi criminali e di clan mafiosi.

Come amministratori, riteniamo non più tollerabile che a decine di migliaia di piccoli imprenditori, che in tutta Italia hanno sempre assolto responsabilmente i propri impegni nei confronti del sistema bancario, e che ad un certo punto non siano più riusciti a farlo a causa di una crisi da essi subita ma non certo da essi creata, siano sottratte per pochi spiccioli le case, le campagne, le officine, e con esse la propria stessa dignità, una parte della propria storia e della propria vita. Tutto questo nulla ha a che fare con i principi della nostra Costituzione. Il Parlamento ha il dovere di intervenire: ogni giorno di ritardo consegna decine di famiglie e imprese alla marginalità e all'esclusione sociale, a condizioni inumane rispetto alle quali i Sindaci, lasciati allo sbaraglio, possono solo constatare la propria impotenza.

Lo faccia subito, trasformando in legge dello Stato la proposta, realistica, condivisa da tutti i gruppi parlamentari della Sicilia. Quanto al Governo Renzi, sospenda con decreto per almeno un anno i procedimenti esecutivi pendenti nei Tribunali della Repubblica, quando riguardino l'unica casa o i beni necessari all'impresa".
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