Fondi Ue: ecco come in Italia si bruciano i soldi del Pnrr, nelle mani della criminalità organizzata

Le mani della criminalità organizzata sui Fondi Ue: ecco come in Italia si bruciano i soldi del Pnrr.  La metà delle indagini relative alle frodi sui fondi Ue riguardano l'Italia (6 su 12 miliardi complessivi di danno stimato). E sulla maggior parte di queste c'è l'ombra della criminalità organizzata, attratta dal richiamo del flusso consistente di denaro. 4 mag 2024 - È quanto emerso il 29 e il 30 aprile a Bruxelles, nel corso dei due giorni di studio, approfondimento e confronto giuridico dedicati alla Procura europea, alle sue competenze e ai riflessi più significativi della sua azione giudiziaria. Un appuntamento che si è concluso con l'affermazione di un dato che non può lasciare indifferenti anche coloro che non sono professionisti del settore legale: l'Italia è al centro delle indagini Eppo.   Pur essendo stato pubblicato pochi giorni fa il Report 2023 - 2023 in numbers | European Public Prosecutor’s Office (europa.eu) - l'analisi dell'andamento delle

MIGRANTI: A MESSINA 886 PROFUGHI SALVATI NEL CANALE DI SICILIA

E' attraccata al molo “Colapesce” del porto di Messina la nave Etna della Marina Militare con a bordo 886 profughi extracomunitari salvati nel Canale di Sicilia. Attivato dalla Prefettura il sistema di prima accoglienza dei migranti. Una parte sistemati presso il plesso universitario “Primo Nebiolo” e presso l’ex caserma “Gasparro”, preventivamente svuotati al fine di garantire un ricambio delle persone ivi ospitate

Messina, 26 dicembre 2014 - Nella giornata odierna è attraccata al molo “Colapesce” del porto di Messina la nave Etna della Marina Militare con a bordo 886 profughi extracomunitari salvati nel Canale di Sicilia. E’ stato attivato, a cura della Prefettura, il consueto sistema di prima accoglienza dei migranti. Una parte dei migranti sbarcati è stata sistemata presso i centri siti presso il plesso universitario “Primo Nebiolo” e presso l’ex caserma “Gasparro”, preventivamente svuotati al fine di garantire un ricambio delle persone ivi ospitate.

A bordo della nave “Etna” vi erano anche circa trenta minori non accompagnati che sono stati fatti alloggiare presso il centro “Ahmed” che già ospita, come noto, in via temporanea altri 103 migranti minori d’età. Sono stati ricoverati presso i nosocomi cittadini alcune donne in stato di gravidanza ed un bambino, insieme alla madre, nato durante il tragitto fra il Canale di Sicilia e il porto di Messina.

Il rimanente numero di migranti, sotto la regia del Ministero dell’Interno, è stato trasferito in altre località della Sicilia, Siracusa ed Agrigento, in Calabria (Crotone), Basilicata (Potenza), Campania (Napoli), Lazio (Roma), Abruzzo (Pescara e Teramo), Marche (Ascoli Piceno), Umbria (Perugia), Toscana (Firenze), Emilia Romagna (Bologna), Veneto (Venezia e Padova), Alto Adige (Bolzano), Lombardia (Milano) e Piemonte (Torino).

L’attività di accoglienza è stata assicurata con il consueto contributo delle Forze dell’Ordine (Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia Costiera), nonché dei Vigili del Fuoco, dell’ASP 5 di Messina, dell’USMAF, della Croce Rossa, dell’Ente gestore dei centri d’accoglienza e dell’associazione “Misericordia”.

L’eccezionalità dell’evento, atteso il numero elevato di profughi sbarcati, avrebbe richiesto un supporto maggiore anche da parte del Comune di Messina e del Dipartimento Regionale di Protezione Civile, al fine di garantire una più ottimale e celere assistenza allo sbarco.
I predetti Enti, tuttavia, anche se allertati già nella serata di ieri, 25 dicembre, hanno ritenuto di non dover assicurare la piena collaborazione richiesta dalla Prefettura.

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