Centri antiviolenza, Case rifugio: in Sicilia e nelle Isole l'88,6% hanno un ente promotore privato

L’Istat e il Dipartimento per le Pari Opportunità rendono disponibile, tramite uno specifico sistema  informativo, un quadro integrato e tempestivamente aggiornato di informazioni ufficiali sulla  violenza contro le donne in Italia 2 . L’obiettivo è fornire dati e indicatori statistici di qualità che  offrano una visione di insieme su questo fenomeno attraverso l’integrazione di dati provenienti da  varie fonti (Istat, DPO, Ministeri, Regioni, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Centri antiviolenza,  Case rifugio e altri servizi come il numero di pubblica utilità Anti Violenza e Stalking. 14/04/2025 -  Nel 2023 sono state 7.731 le persone accolte nelle strutture residenziali specializzate (Case rifugio) e non specializzate (Presidi residenziali assistenziali e socio-sanitari) per motivi legati alla violenza di genere.  Sono 3.574 le donne vittime di violenza, di cui 3.054 ospiti di Case rifugio e 520 di presidi residenziali.  Sono 4.157 i minori ospiti de...

BACCEI CERTIFICA IL DISASTRO DELLA SICILIA

Palermo, 26/01/2015 - L’assessore al bilancio Baccei nella stesura del D.P.E.F. regionale certifica senza possibilità di dubbio, il fallimento dei governi regionali e dei suoi assessori al bilancio (con un’eccezione quella di Franco Piro che stava aggiustando i conti della regione ma lo fecero subito fuori) degli ultimi venti - trenta anni – a scriverlo Luca Lecardane coordinatore regionale dell’associazione Net Left Sodalizio impegnato a promuover l'unità della sinistra e il confronto tra le sue diverse sensibilità. Quello che scrive Baccei è devastante e sottolinea come la logica emergenziale con cui si sono affrontate le questioni senza un minimo di programmazione, , così come i tagli orizzontali alla spesa,hanno peggiorato il quadro economico con crolli dei consumi enormi persino per nutrirsi o curarsi, calo del PIL del 7,4% e cali della produzione in tutti i campi, dall’agricoltura al settore servizi. Il tutto, e lo dice l’assessore mandato da Roma, ingigantito dalla sottrazione di risorse che il governo centrale sta applicando alla Sicilia che, come scritto da noi negli ultimi mesi, ammontano a circa a tre miliardi di euro, con la gentile collaborazione del Presidente Crocetta.

Non si vede nemmeno luce in fondo al tunnel, anzi le prospettive sono ancora più fosche e i dati sulla disoccupazione e sulla povertà, superiori del triplo rispetto a quelli nazionali, già di per sé disastrosi, corrono il rischio di aumentare.

Trenta anni di malgoverno a cui Partito Democratico, Forza, Italia, UDC, Nuovo Centro Destra, Articolo 4, Democratici riformisti hanno contribuito col gentile aiuto di una grossa fetta di siciliani che, spinti dalla necessità e dalla voglia di cercare le vie più facili,hanno creduto alle promesse elettorali più mirabolanti, senza analizzare fattibilità e sostenibilità dei programmi e, ovviamente, con l’aiuto della mafia come dimostrano le condanne per mafia degli ultimi due ex presidenti di regione, mafia che ha voluto mantenere nel sottosviluppo la Sicilia spesso col beneplacito della politica e, con un aiuto decisivo del governo nazionale di Renzi, ma anche dei precedenti, che hanno usato la Sicilia solo come bancomat elettorale. Crocetta , Baccei, l’assessore Vancheri indicata da Confindustria e tutti gli altri di preciso cosa stanno facendo per cambiare rotta?

Se non hanno idee in proposito facciano un favore ai siciliani se ne vadano a casa. Ci chiediamo:ma i parlamentari nazionali siciliani dove sono? oppure dobbiamo andare a chi l’ha visto? Facciamo appello – conclude Lecardane -alla parte sana di questa Sicilia, ai cosiddetti civatiani, a SEL, la Rete socialista socialismo europeo ai sindacati dei lavoratori e dei datori di lavoro dell’agricoltura, degli artigiani, dei commercianti, alle tante associazioni e movimenti territoriali come Alcamo bene Comune o Cambiamo Messina dal basso, Officine Siciliane (a cui chiediamo davvero pensate che vi dovreste occupare solo del vostro territorio?) e alle associazioni degli universitari e degli studenti medi, di mettere da parte i propri particolarismi e di essere generosi verso la Sicilia e di unirci e vederci prima possibile per iniziare un percorso virtuoso senza capi ma un percorso collettivo che crei un serio progetto politico, questo è il compito che come Net Left a livello regionale e nazionale ci siamo dati, unire per cambiare le cose

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