Fondi Ue: ecco come in Italia si bruciano i soldi del Pnrr, nelle mani della criminalità organizzata

Le mani della criminalità organizzata sui Fondi Ue: ecco come in Italia si bruciano i soldi del Pnrr.  La metà delle indagini relative alle frodi sui fondi Ue riguardano l'Italia (6 su 12 miliardi complessivi di danno stimato). E sulla maggior parte di queste c'è l'ombra della criminalità organizzata, attratta dal richiamo del flusso consistente di denaro. 4 mag 2024 - È quanto emerso il 29 e il 30 aprile a Bruxelles, nel corso dei due giorni di studio, approfondimento e confronto giuridico dedicati alla Procura europea, alle sue competenze e ai riflessi più significativi della sua azione giudiziaria. Un appuntamento che si è concluso con l'affermazione di un dato che non può lasciare indifferenti anche coloro che non sono professionisti del settore legale: l'Italia è al centro delle indagini Eppo.   Pur essendo stato pubblicato pochi giorni fa il Report 2023 - 2023 in numbers | European Public Prosecutor’s Office (europa.eu) - l'analisi dell'andamento delle

DISCARICA DI MAZZARRÀ S.A.: “QUALCUNO ACCUSA IL SINDACO DI FURNARI DI AVERE FATTO PERDERE POSTI DI LAVORO MA È FALSO”

Sulla diffida a demolire opera abusive nella discarica. Foti: “La responsabilità dovrebbe ricadere sui vertici della Società che dopo avere gestito enormi risorse sociali, hanno l’obbligo di garantire i posti di lavoro, mettendo in sicurezza l’invaso con i 27 milioni di euro già incassati per la bonifica”
Furnari (Me), 20/02/2015 - Abbiamo appreso dal sito del Comune di Mazzarrà S.A. che, con ordinanza n. 2 del 19 febbraio 2015, il responsabile dell’Area tecnica del Comune predetto, dopo un accesso nell’area sita in contrada Zuppà dove insiste la relativa discarica ed i relativi impianti di smaltimento rifiuti, ha accertato e verificato l’esistenza di alcuni edifici che risultano realizzati in violazione delle norme urbanistiche (ad eccezione dell’edificio A per i quale era stata rilasciata la concessione edilizia n.2 del 04 luglio 2008).

In particolari detti manufatti sono così descritti: corpo A: edificio adibito ad uffici; corpo B: Edificio adibito ad impianto di percolato; corpo C: zona di cogenerazione di recupero di biogas; corpo D: manufatto adibito a vasca di accumulo di percolato; corpo E: edificio per impianto di selezione R.S.U. e relativa biostabilizzazione e biodegestione; corpo F: edificio adibito a spogliatoi per personale dipendente; corpo G: edifici adibiti a magazzini e depositi attrezzi; corpo H: manufatti vari consistenti in tre piccole strutture ad una elevazione fuori terra.

Per tale ragione con la suddetta ordinanza, il competente Tecnico Comunale ha ingiunto alla TirrenoAmbiente SpA di demolire tutte le suddette opere abusive entro 90 giorni dalla notifica del provvedimento.
Questi fatti denotano ancora una volta come, al di là delle rappresentazioni teatrali e mediatiche cui per anni abbiamo assistito a danno della comunità furnarese, la TirrenoAmbiente spa continua a manifestarsi, in tutta la sua evidenza, come un coacervo di illegalità in un territorio già oltraggiato da interessi mafiosi e criminali.
Sono ormai trascorsi i tempi in cui la TirrenoAmbiente SpA veniva presentata come un modello da imitare ed invidiare, secondo gli interessati giudizi espressi sia da precedenti amministratori del Comune di Mazzarrà che della predetta società, non considerando quelli attuali.

Ciò proprio quando gli abitanti di Furnari, che sopportavano quotidianamente l’olezzo nauseabondo che proveniva dalla discarica, venivano ignorati o, peggio, sbeffeggiati da esponenti della società che gestisce l’invaso, dai sindaci di Mazzarrà S.A. e talvolta anche dalle istituzioni che restavano sorde alle reiterate e legittime proteste.

Adesso grazie al fatto che l‘attuale Amministrazione Comunale di Furnari -- dopo le gravi vicende elettorali che ne hanno condizionato anche il consenso popolare -- è stata presente in tutte le sedi, ivi comprese le conferenze di servizi, a tutela e difesa del suo territorio e della sua popolazione residente, il vaso di Pandora è stato aperto e da questo vaso emerge in modo evidente e drammatico quante illegalità, complicità, omissioni gli abitanti di Furnari hanno dovuto sopportare per quasi dodici anni.
Adesso qualcuno accusa strumentalmente il Sindaco di Furnari di avere fatto perdere posti di lavoro in discarica, quando invece questo falso assunto dovrebbe ricadere sui vertici della Società i quali, dopo avere gestito enormi risorse sociali, hanno l’obbligo di garantire i posti di lavoro, mettendo in sicurezza l’invaso con i 27 milioni di euro già incassati per la bonifica che detengono (o dovrebbero detenere) nella casse societarie, che si aggiungono ai 22 milioni di euro che dovrebbero ancora incassare per tale finalità.
Su tutto questo e su altro ancora il Comune di Furnari dirà la sua e, attraverso il suo Sindaco, tutelerà sempre gli interessi della cittadinanza nella prossima conferenza di servizi che sarà tenuta a Palermo, presso il Dipartimento dell’Assessorato Acque e Rifiuti il prossimo 25 febbraio.

Commenti