Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

ERIC JOZSEF A CUNTA.15 INTERNATIONAL: JESUISCHARLIE, PER NON ARRETRARE MAI

Palermo, 23 marzo 2015 - «Sono contento che l'organizzazione abbia titolato quest'incontro “Jesuischarlie” senza quei timori e quelle paure per eventuali ritorsioni che ho purtroppo riscontrato in altre occasioni in cui sono stato invitato a commentare i fatti di Parigi. E' un importante segnale di non arretramento e di coraggio innanzi a forme terroristiche e di imbavagliatura della libertà di espressione. Non conta se siamo a Gela o Roma: è essenziale che quest'atteggiamento positivo prevalga ovunque». E' quanto afferma esordendo nel suo intervento in lingua italiana, il giornalista francese Eric Jozsef, ospite della seconda conferenza di Cunta.15 International, tenutasi al “Tropico Med” di Gela sabato scorso, curata dall'associazione “daterreinmezzoalmare” presieduta da Salvatore Morreale, sotto la direzione artistica di Emanuele Tuccio.

«Il settimanale satirico “Charlie Hedbo” – ha chiarito il corrispondente in Italia per il quotidiano “Liberation” - ha incarnato sin dalla sua nascita il contropotere e non certamente una battaglia ideologica contro l'islamismo o qualsivoglia religione. A conferma, un recente studio ha evidenziato come negli ultimi 10 anni solo il 7% delle prime pagine di “Charlie Hedbo” ha riguardato la religione. Quindi, nessuna crociata messa in atto contro l'islamismo o altre forme religiose. Trattasi – ha proseguito Jozsef – di un giornale sicuramente libertario, per alcuni aspetti anche un po' anarchico, nato negli anni 70, nell'era immediatamente post '68, con unico fine quello di mascherare il “Re nudo”, ma avendo nel mirino non questo o quel potere, bensì tutti i poteri. Nel 1973 nasceva anche “Liberation” il cui legame con “Charlie Hedbo” si è espresso sovente con diversi collaboratori che hanno lavorato, contestualmente, per entrambe le testate, compreso Io. Del resto, anche “Liberation” nasce come un giornale di controinformazione, per poi istituzionalizzarsi negli anni a seguire con tanto di accreditamento a stampa ufficiale francese».

Sui limiti alla satira ed alla libertà di espressione, Jozsef ha sottolineato che è giusto porsi dei dubbi in merito, come è già avvenuto in passato ma in riferimento ai fanatismi religioso-terroristici stile “Jihad” la questione non attiene invero ai confini che hai eventualmente travalicato: «basta cioè già fare satira sull'islam per diventare un obiettivo». Inoltre, nel rapporto tra libertà di satira e censura, il reporter transalpino, già presidente dell'associazione stampa estera, collaboratore di diverse testate estere, direttore responsabile del magazine on line Eutopia ed autore di due libri sul fenomeno berlusconiano in Italia, denota «una reazione alla satira tutto sommato comune in Europa e certamente diversa da quanto avviene in Usa».

Sfogliando l'immancabile taccuino che lo accompagna in ogni occasione, Jozsef ha poi elencato tutta una serie di elementi ed eventi che rivelano una sorta di ritorno del vecchio antisemitismo, cioè il «tornare ad affacciarsi non raramente di vecchi luoghi comuni e pregiudizi antisemiti». In Francia si è aperto anche un dibattito sul se usare o meno la parola «islamico-a» afferendola al terrorismo, alla politica ed allo Stato, evitando di alimentare il propagarsi di una «islamofobia». Insomma, specie dopo l'attentato a “Charlie Hedbo” in Francia si è assistito ad una decisa accelerazione nella «radicalizzazione delle paure, sia relativamente alla comunità ebraica che a quella musulmana ed a guadagnarci è stata l'estrema destra di Marine Le Pen, primo partito in Francia, molto più abile del padre nel giocare su queste fobie».

Ma non solo: «in larga parte d'Europa ed anche in Inghilterra che è fuori dall'eurozona – sottolinea Jozsef -, si registra un avanzamento di un'estrema destra nostalgica di un passato che mai ritornerà. La crisi economico-sociale che attraversiamo ha solo rafforzato una crisi più profonda che è alla base, che ha visto saltare tutti i modelli preesistenti alla “caduta del muro di Berlino”. Dopo quell'evento di portata storica eccezionale, tutto si è rimesso in discussione, è crollato il sistema dei valori di società che erano cristallizzate sullo sfondo della guerra fredda. Con la fine delle ideologie e lo sviluppo tecnologico imperniato sull'individualismo, l'uomo si è ripiegato su se stesso in un contesto di rapido progresso: nel mondo globalizzato e globalizzante – conclude Jozsef – manca l'idea, il progetto fondamentale di e nelle società, col rischio di derive dietro l'angolo».
La rassegna “Cunta”, diventata “International” nella sua quinta edizione (2015), proseguirà con le sue “narrazioni della contemporaneità”, perlustrando nel suo terzo appuntamento in programma, sabato 11 aprile nei locali del Tropico Med presso il lungomare “Federico II di Svevia” a Gela, l'arte provocatoria di un altro ospite straniero, la turca Sukran Moral, che relazionerà su “Il corpo come medium artistico”.


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