Disabilità, l’INPS diviene titolare unico del processo di accertamento

Riforma della disabilità: l’Istituto avvia la seconda fase della sperimentazione dal 30  settembre. Estensione delle nuove modalità di accertamento della disabilità in ulteriori  province, nonché nella Regione autonoma Valle d’Aosta e nella Provincia autonoma di Trento  Roma, 12 settembre 2025 - L’INPS annuncia che, a partire dal 30 settembre 2025, è prevista la seconda fase della sperimentazione della Riforma della Disabilità, prevista dal decreto legislativo n.62/2024, con l’attivazione del nuovo sistema di accertamento della condizione disabilità in ulteriori territori. Dopo il positivo avvio, il 1° gennaio 2025, della prima fase sperimentale, la nuova fase interesserà altre undici province: Alessandria, Genova, Isernia, Lecce, Macerata, Matera, Palermo, Teramo e Vicenza, nonché la Regione autonoma Valle d’Aosta e la Provincia autonoma di Trento. Una delle principali novità introdotte riguarda la nuova modalità di avvio del procedimento di accertamento della disabilità...

IDEOLOGIA LGBT: SOLIDARIETÀ A VINCENZO RAO, ATTIVISTA LGBT PALERMITANO, CONDANNATO PER DIFFAMAZIONE

Arcigay Palermo manifesta la propria solidarietà a Vincenzo Rao, attivista del movimento LGBT palermitano, condannato con sentenza dal Tribunale, confermata dalla Corte di Appello di Caltanissetta giorno 17 marzo, per diffamazione
Palermo, 19/03/2015 – All’origine di un esito processuale tanto inatteso, un comunicato stampa dell’associazione omosessuale palermitana “Articolo 3”, risalente al Luglio 2007, in cui si commentava la decisione del PM Cartosio di impugnare la sentenza d’assoluzione in primo grado di quell’insegnante palermitana che, qualche tempo prima, aveva “punito” un suo alunno, protagonista di atti di bullismo omofobico nei confronti di un suo compagno, facendogli scrivere per cento volte “sono un deficiente”.
Nel 2011, la stessa insegnante sarebbe stata condannata in secondo grado ad un mese di reclusione per “abuso di mezzi di correzione”, ma probabilmente mai Vincenzo Rao avrebbe potuto immaginare che quell'atto di critica nei confronti di quell'impugnazione, si sarebbe trasformato in un vero incubo giudiziario.

Nel 2009, infatti, il PM s’imbatte nella lettura di una serie di interventi giornalistici e commenti sul web riguardanti la vicenda del 2007: tra questi, l’articolo firmato da Articolo 3 che il magistrato giudica diffamatorio nei suoi confronti.
La condanna nei confronti di Vincenzo, che in primo grado era stata di quattro mesi di carcere, è stata ridotta a circa mille euro dalla corte di Appello di Caltanissetta, più spese legali e risarcimento danni. A prescindere dalla sanzione inflitta nei due gradi di giudizio, emergerebbe un dato preoccupante dalla conferma della sentenza di primo grado: cioè che un atto giudiziario non potrà essere commentato e criticato, anche con toni sferzanti e pungenti.

Come associazione non possiamo che difendere con forza la libertà di parola, di opinione e il diritto di critica. Come d'altronde si leggeva nello stesso comunicato, non si contestava affatto il diritto di Appello alla sentenza di assoluzione di primo grado dell’insegnante palermitana, ma esclusivamente i toni utilizzati e certe considerazioni come quella secondo la quale dare del “frocio” ad un compagno di scuola o definirne la madre con termini assimilabili alla prostituzione non sarebbero da ritenersi atteggiamenti di bullismo, ma al più non “commendevoli” espressioni confidenziali in voga tra compagni di scuola.
Restiamo in attesa di leggere le motivazioni della sentenza di appello.
Chiediamo inoltre alla comunità LGBTI cittadina di impegnarsi al fianco di Vincenzo e di sostenere le iniziative che organizzeremo per la promozione e la difesa della libertà di opinione e per il sostegno per le spese legali.
Ciò che è successo a Vincenzo potrebbe succedere – è già successo – a ciascuno di noi.

Commenti