Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

MAFIA PIU' FORTE DELLO STATO, CROLLA LA FIDUCIA DEI GIOVANI NELLE ISTITUZIONI

Crolla la fiducia dei giovani nello Stato per quasi il 92% degli intervistati: una posizione netta contro mafie, criminalità e corruzione. Solo il 30,13% dei ragazzi ritiene che la mafia possa essere definitivamente sconfitta da uno Stato visto come più debole della mafia (52.69% dei ragazzi). L’indagine, giunta al nono anno, sarà presentata al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che riceverà domani, martedì 28 aprile, una delegazione del Centro al Quirinale

Palermo, 27 apr 2015 - Una forte sfiducia verso le istituzioni e la politica (espressa da quasi il 92% degli intervistati) ma una posizione netta contro mafie, criminalità e corruzione anche se solo il 30,13% dei ragazzi ritiene che la mafia possa essere definitivamente sconfitta da uno Stato visto come più debole della mafia dal 52.69% dei ragazzi. Queste le principali indicazioni emerse dall’indagine sulla percezione mafiosa condotta tra oltre mille studenti partecipanti al Progetto Educativo Antimafia promosso dal Centro Pio La Torre di Palermo e che ha coinvolto circa diecimila studenti in tutta Italia. L’indagine, giunta al nono anno, sarà presentata al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che riceverà martedì 28 aprile una delegazione del Centro al Quirinale. I risultati sono interamente consultabili nel numero di ASud'Europa scaricabile all'indirizzo www.piolatorre.it.

I risultati del report

Secondo l’88.29% dei ragazzi i politici nazionali sono degni di “poca” o “per nulla” fiducia. Numeri leggermente più bassi per i politici locali, su cui il sentimento di sfiducia riguarda l’83.98% degli studenti. “Tre indicazioni politiche vengono dai ragazzi – commenta il Presidente del Centro La Torre, Vito Lo Monaco – La prima è che bisogna investire su scuole e formazione dei docenti per uscire dalla crisi più forti. La seconda indicazione è che una “buona politica” dovrebbe cogliere il ripetuto allarme che la percezione dei giovani manifesta per il ruolo assunto dalle mafie nella vita economica, sociale e politica di tutto il paese. Il terzo aspetto è che la crisi, al di là degli ottimismi auto consolatori, ha prodotto uno stato generale di povertà e di sfiducia che può essere colmato, oltre ogni sondaggio sugli orientamenti di voto, da una politica di investimenti concreti per la crescita; per la scuola, per il welfare; per il Mezzogiorno che sembra scomparso dalle priorità di governo”.
“Siamo di fronte a giovani – sottolinea il professor Antonio La Spina, docente di sociologia alla Luiss di Roma - che, possibilmente in parte anche in conseguenza delle esperienze di educazione antimafia in cui sono stati inseriti, nutrono un forte senso civico, ma sono al contempo assai guardinghi e poco inclini a fidarsi della gente”.

Mafia più forte dello Stato
Come nelle precedenti rilevazioni e quest'anno in misura più accentuata, si segnalano le risposte alla domanda sui chi tra lo Stato e la mafia sia più forte. Il 52,69% dei ragazzi risponde “la mafia” contro soltanto un 10,46% che risponde “lo Stato”. Inoltre per l’84.84% “le mafie sono forti perché utilizzano qualsiasi mezzo per raggiungere i loro scopi”; lo Stato non fa abbastanza per sconfiggere le mafie per il 71,11%; le mafie si infiltrano nello Stato per l’83,97% e addirittura lo Stato e la mafia coincidono per il 41,46%. Infine, alla domanda se il fenomeno mafioso potrà essere definitivamente sconfitto solo il 30,13% ha risposto sì, il 26,39% non so e il 43,47% no.

Mafia ed economia: l’occhio attento dei giovani
“Il collegamento tra mafia e politica – sottolinea nella sua analisi Adam Asmundo, docente di Economia alla facoltà di Scienze politiche di Palermo - è considerato forte dal 93% degli intervistati, mentre l’influenza della criminalità mafiosa nell’economia della regione appare di rilievo nel 75% dei casi. Alle attività illegali direttamente gestite dal crimine organizzato si sommano e si intrecciano nelle percezione e nelle opinioni degli intervistati ordinarie e diffuse attività legali, che si rivelano ormai più o meno intensamente inquinate dal crimine organizzato, dalla corruzione o da entrambi. Un’interpretazione molto attuale, e probabilmente molto corretta, che evidenzia e sottolinea per la società l’esposizione a un rischio non più di natura semplicemente malavitosa dai connotati culturali pericolosamente pervasivi. I ragazzi intervistati – continua Asmundo - possono rappresentare in questo senso una generazione nuova”.

“La dimensione della necessità di agire in modo collettivo per la costruzione di un futuro di diritti, innanzitutto quello al lavoro – sottolinea l’economista Franco Garufi - appare fortemente segnata dalla constatazione – non so fino a che punto consapevole- che si è incrinato il rapporto tra studio e possibilità di realizzare il proprio progetto di vita e che l'ascensore sociale si è bloccato. Uno spaccato, insomma, dei drammatici problemi che la società italiana si trova ad affrontare in un paese che non riesce a ripartire – per il sovrapporsi della crisi economica a quella politica ed istituzionale- e nel quale illegalità e corruzione paiono diffondersi, offrendo uno spettacolo che non può non pesare sulle coscienze di tutti; tanto più su quelle di ragazze e ragazzi che vivono la contraddizione lacerante tra i valori trasmessi dalla scuola e ciò che vedono accadere nella vita quotidiana”.

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