Fondi Ue: ecco come in Italia si bruciano i soldi del Pnrr, nelle mani della criminalità organizzata

Le mani della criminalità organizzata sui Fondi Ue: ecco come in Italia si bruciano i soldi del Pnrr.  La metà delle indagini relative alle frodi sui fondi Ue riguardano l'Italia (6 su 12 miliardi complessivi di danno stimato). E sulla maggior parte di queste c'è l'ombra della criminalità organizzata, attratta dal richiamo del flusso consistente di denaro. 4 mag 2024 - È quanto emerso il 29 e il 30 aprile a Bruxelles, nel corso dei due giorni di studio, approfondimento e confronto giuridico dedicati alla Procura europea, alle sue competenze e ai riflessi più significativi della sua azione giudiziaria. Un appuntamento che si è concluso con l'affermazione di un dato che non può lasciare indifferenti anche coloro che non sono professionisti del settore legale: l'Italia è al centro delle indagini Eppo.   Pur essendo stato pubblicato pochi giorni fa il Report 2023 - 2023 in numbers | European Public Prosecutor’s Office (europa.eu) - l'analisi dell'andamento delle

CROCETTA:"BASTA GOSSIP, ADESSO CHE LA VERITÀ È VENUTA FUORI"

Sicilia. Crocetta:"basta gossip, adesso è il momento di agire. Chi vuole deviare il dibattito su pettegolezzi inesistenti, non mi avrà sodale compagno. Voglio parlare solo della Sicilia e dei problemi del popolo siciliano"
Palermo, 25 lug. "Adesso che la verità è venuta fuori, basta con i gossip - i siciliani non ne possono più - parliamo delle cose concrete da fare, partendo dalle cose fatte, dalle difficoltà che abbiamo e dalle cose necessarie per dare slancio all'economia siciliana e aiutare i poveri. Continuare a discutere di nulla, sarebbe il peggiore delitto nei confronti del popolo siciliano. Nei prossimi giorni, dopo averne parlato con le forze di coalizione, illustrerò i punti in una sorta di manifesto democratico e riformista, un piano di azioni concrete basate sostanzialmente su tre elementi:

Le riforme da fare in Sicilia, inclusa la programmazione europea; il rapporto con lo Stato e l'Europa; la necessitá di quel riconoscimento degli articoli 36 e 37 dello Statuto, in materia di entrate fiscali, che dal 1946 in poi lo Stato non ha mai riconosciuto e che potrebbe far divenire l'Isola una delle regioni più ricche d'Europa.
Chi vuole deviare il dibattito su pettegolezzi inesistenti, non mi avrà sodale compagno.
Voglio parlare solo della Sicilia e dei problemi del popolo siciliano, perché è venuto il momento di agire e non delle inutili chiacchiere". Lo dice in una nota il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta".

“Ci sarebbe da morire di risate se non fosse una vicenda tragica e persino golpista”, così in in un lungo comunicato del 22 luglio si era espresso il presidente della Regione Siciliana, con riferimento alle notizie di stampa che sono state diffuse nei giorni scorsi e che avevano portato lo stesso Crocetta a preannunciare la possibilità di un’autosospensione. “Non ho commesso reati – ha scritto ancora Crocetta nello stesso comunicato - non sono influenzabile da alcuno, ho denunciato miliardi di malaffare, ho destituito dirigenti inquisiti per corruzione, ne ho persino denunciati diversi, ho abbassato gli stipendi dei dirigenti riportandoli al minimo in Italia e poi il resto verrà spiegato in Assemblea”.

La vita di un uomo ha un senso se la si lega all’onore e alla propria libertà. Alla libertà ci ho
rinunciato da tempo, da quando ero sindaco di Gela costretto a vivere come un detenuto dentro la
casa con vetri anti kalashnikov larghi quattro dita e da dove la luce entra attraverso polverose sbarre,
ma al mio onore non posso rinunciare. Sono felice che le procure siciliane abbiano smentito
seccamente quelle false accuse, ripristinando la verità.
Dopo lo sconforto, ho capito che il mio silenzio e le mi eventuali dimissioni venivano interpretate
come segno di ammissione di colpa.

Ho deciso di riprendermi il diritto alla parola per contribuire alla ricerca della verità e mi sono
messo al lavoro, poiché questo è il ruolo di un uomo delle istituzioni, che non si può fare abbattere
neppure dinanzi alle infamie più terribili e agli attacchi più violenti e strumentali, mi sono rifiutato di
offrire le carni in pasto a famelici e rapaci carnefici.
Sono certo che tutto questo passerà alla storia come una storia infame, la vicenda di poteri occulti
che minacciano la democrazia e di una parte della politica che non riesce a difendere gli uomini delle
istituzioni anche laddove essi non siano responsabili dei fatti per i quali li si accusa.



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