Primo Maggio a Portella della Ginestra: “Il lavoro strumento di giustizia sociale e lotta alla mafia”

Primo Maggio a Portella della Ginestra, Antoci (M5S): “Il lavoro strumento di giustizia sociale e lotta alla mafia”,  Giuseppe Antoci, capolista del M5S nella circoscrizione “isole” alle elezioni europee, a margine del corteo in memoria della strage di Portella della Ginestra a cui a partecipato col Presidente Giuseppe Conte.  Portella   della   Ginestra : Di Paola (M5S): Governo Meloni smembra Stato Sociale.  Il coordinatore regionale Cinquestelle: “Nostre battaglie tutto l’anno per maggiori tutele per i cittadini”. PORTELLA DELLA GINESTRA, 1 mag 2024 -  “Oggi con Giuseppe Conte abbiamo ricordato la strage di Portella della Ginestra avvenuta l'1 Maggio 1947. Un’occasione importante per ribadire l’importanza del diritto al lavoro come strumento di giustizia sociale e di lotta alla mafia. Il sud continua ad avere il più alto tasso di disoccupazione in Italia; tasso ancora più elevato tra le donne. E proprio nel disagio si insinua la criminalità organizzata. C’è fame di lavoro, di di

GRECIA REFERENDUM: "UN POPOLO ALLO STREMO RICONOSCE IL SUO AGUZZINO"

 05/07/2015 - Grecia, vince il «no» CON oltre il 61% dei voti popolari, il Sì rimane ancorato al 38% e Samaras si dimette. Il primo ministro greco Alexīs Tsipras a tarda sera, commentando il risultato referendario ha detto. «Ora chiediamo un accordo per uscire dall'austerity. Vogliamo un'Europa della solidarietà. I greci non hanno detto sì o no all'Europa, ma vogliamo un piano credibile e sostenibile con la Commissione Ue. I greci hanno fatto una scelta coraggiosa, che cambierà il dibattito in Europa».

Beppe Grillo da Atene ha twittato: "Come ti smonto tutti i luoghi comuni sulla Grecia: I media sono asserviti ai poteri finanziari. Yanis Varoufakis: "Il nostro NO è un maestoso, grande sì a una democratica, l'Europa razionale!"

Luigi Di Maio, da Atene a Piazza Syntagma: "Puoi togliergli i soldi chiudendo le banche, fare campagna di terrore con tutte le tv che hai, puoi sguinzagliare anche Matteo Renzi che da servo delle banche prova a terrorizzare i greci con un tweet. Ma alla fine se un popolo è ridotto allo stremo, riconosce il suo aguzzino. I Greci hanno dato una lezione di politica a tutto il mondo. Da domani la Merkel e le banche europee hanno un problema grosso: un popolo che non abbassa la testa. Questo spirito è contagioso. Arriverà agli altri popoli del sud dell'Europa. In Italia dobbiamo avere il coraggio di ribellarci alle imposizioni di BCE, Fmi e commissione europea. Dobbiamo far sparire la riforma Fornero, abbassare l'Iva e le altre tasse. Riprenderci le grandi aziende di Stato. Dobbiamo tornare ad essere sovrani rispedendo al mittente le politiche folli che ci hanno imposto. Mandiamo a casa Renzi e ripendiamoci l'Italia. Mandiamo a casa chi ha svenduto tutto facendoci credere che non ci fosse un'alternativa. L'alternativa c'è e si crea con un semplice voto. Utilizzando gli strumenti democratici. È una rivoluzione gentile" - ha detto Luigi Di Maio.
Paolo Becchi su Twitter: "L'eurozona non è il nirvana, ma una gabbia d'acciaio."
Antonio Brindisi: "VINCE IL NO. In Grecia, in una settimana hanno fatto un referendum e messo al centro della democrazia il cittadino. In Italia hanno discusso per anni di leggi elettorali farlocche, buttato nel cestino tutte le firme dei vari referendum, si sono allineati con i burocrati di Bruxelles e la troika."

La Grecia tentava di rilanciare nuovamente il negoziato con l'Unione europea, e all'offerta dell'ultimo minuto di Juncker lancia una controproposta di un accordo di finanziamento su due anni. Ma la Germania gela la Grecia. La Cancelliera Angela Merkel aveva risposto di non voler concedere un terzo salvataggio prima del referendum di domenica 5 luglio. Il ministro delle Finanze della Grecia, Yanis Varoufakis, ha confermato che Atene non intende pagare 1,6 miliardi di euro in scadenza verso il Fondo monetario internazionale.  Si tratterebbe della più grande insolvenza nella storia del Fmi e secondo il Financial Times sarebbe senza dubbio da catalogare come un "default". L'ultimo caso di uno stato insolvente verso il Fmi risale al 2001: si trattava dello Zimbabwe per 112 milioni di dollari.

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