Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

SANITÀ SICILIA: ZAIA A LORENZIN, “NON ACCETTO LEZIONI DAL MINISTRO DEI TAGLI" E CONTESTA I 500 MLN ALLA SICILIA

Palermo,  29 luglio 2015 - La giunta regionale riunita ieri, dopo i confronti con l'assessore alla Sanità e la Commissione Sanità all'Ars, ha approvato le linee guida della sanità siciliana.
Con la risoluzione la Sicilia istituisce gli Ospedali Riuniti, rendendo possibile il salvataggio dei piccoli ospedali a rischio chiusura. Una scelta condivisa dal Ministero della Salute che permette di realizzare economie di scala evitando la ripetizione dei servizi in ambito territoriale, consentendo di razionalizzare i servizi garantendo altresì la qualità dei livelli essenziali di assistenza. (Lea) Si sbloccano inoltre le piante organiche e si da via al piano assunzioni.

Entro il 30 settembre le aziende dovranno presentare un piano di riordino dei servizi e le nuove piante organiche per poi procedere al reclutamento del personale. “Il Governo – dice Crocetta - interviene concretamente per cambiare la sanità siciliana che negli ultimi anni ha smesso di produrre indebitamento e ha determinato utili attraverso l'attento monitoraggio delle aziende sanitarie e la lotta agli sprechi”. Determinante la tempestività dell'Assessore Gucciardi che ha presentato la proposta. Adesso il decreto dovrà essere approvato dal Ministero della Salute.

“Sulla sanità e su come gestirla con il bilancio in attivo non accetto lezioni da un Ministro che rispetto come persona, ma che verrà ricordata come il Ministro dei tagli alla sanità. Per questo, fossi al posto suo, mi sarei dimesso. Quanto ai comportamenti sul piano istituzionale prendo atto che le scelte da galantuomini fatte dal Veneto in ripetute occasioni vengono continuamente manipolate e strumentalizzate per descrivere situazioni che non corrispondono alla verità. Errare è umano, ma perseverare è diabolico. Si sappia che smetteremo di comportarci da galantuomini”.

Con queste parole il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia risponde alle dichiarazioni rilasciate sul Veneto dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin.

“Repubblica.it del 2 luglio – incalza Zaia – riportava questo passaggio sul via libera ai tagli alla sanità in Conferenza Stato Regioni: “L’ intesa è stata approvata dalle Regioni eccetto il Veneto: "Il Veneto è uscito - ha spiegato il ministro - ma ci ha permesso in questo modo di chiudere, quindi lo ringrazio”. Parole di Beatrice Lorenzin che ci ringraziava dopo che avevamo formalizzato il nostro no in Coordinamento degli Assessori e in Conferenza dei Presidenti, annunciando fin da subito che non avremmo partecipato alla Stato Regioni. Il Veneto, quanto chiesto dal quel pacchetto di tagli, l’aveva già fatto da tempo senza tagliare e non avevamo quindi alcun interesse a impedire che lo facessero anche gli altri. Ci comportammo da galantuomini, ma assicuro al Ministro che quella è stata l’ultima volta”.

“Secondo la Lorenzin – aggiunge Zaia – le Marche in sanità sarebbero meglio di noi ma avrebbero rinunciato per non meglio precisate ‘ragioni politiche’ ad essere Regione benchmark? Anche se fosse vero, la cosa sarebbe assolutamente irrilevante, perché il vero problema è che il Ministro della Salute, ed il Governo Renzi per intero, nel tagliare la sanità, non hanno preso ad esempio assolutamente nessuna delle Regioni benchmark, se non a parole, ed hanno tagliato con l’accetta in modo indiscriminato e lineare”.

“Quanto al nuovo guru della spending Yoram Gutgeld – prosegue Zaia – prima di buttare lì tagli a casaccio, dovrebbe andarsi a vedere la situazione del Veneto su tutte le voci nazionali incriminate, a cominciare dall’appropriatezza delle prescrizioni e delle prestazioni, fino al contenimento della spesa farmaceutica e agli acquisti centralizzati. Se vuole gli mando i provvedimenti già approvati e quelli già pronti e qualche nostro tecnico con le spiegazioni del caso. E poi – incalza il Governatore – la finiscano con la presa in giro dei tagli che andranno a colpire solo gli sprechi. Per essere credibili facciano nomi e cognomi di questi sprechi e di chi li causa e lì intervengano. Scopriranno che alla porta del Veneto non devono permettersi nemmeno di bussare”.

Riguardo ai 500 milioni stanziati di recente dal Governo Renzi per la Sicilia, Zaia obbietta che “sono saltati fuori mentre alla sanità si tagliavano 2,4 miliardi e aggiunge che “anche se fosse vero che sono dei siciliani, sarebbero comunque soldi dei siciliani per bene buttati al vento da chi li ha gestiti. E che dire del miliardo e 800 milioni di euro elargiti a suo tempo dal Governo Monti in due tranche da 900 più 900 per salvare dal default la sanità siciliana? Io credo – conclude Zaia – che sarebbe ora che tutti considerassero i soldi pubblici come il contributo di tutti i cittadini e si rendessero conto di una realtà incontrovertibile: tutti i fondi pubblici, in quanto tali, sono soldi che, almeno in quota parte, vengono pagati anche dalle tasse dei veneti. Il Veneto e i Veneti hanno diritto di chiedere conto, e lo farò ogni giorno, di come vengono usati o, come purtroppo accade, spesso sperperati, come quando si pagano stipendi a 20 mila operai forestali”.

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